Capitolo 38

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Bis peccare in bello non licet.
In guerra non è permesso sbagliare due volte.

FARID'S POV:

Ho le mani che mi sudano mentre alzo il dito e suono al citofono del cancello.

Passano una manciata di minuti prima che qualcuno risponda "Chi è?"

Esito, ora come ora vorrei scappare via e sparire da qui, ma l'amore per Bekka mi fa piantare i piedi per terra e rispondere "Sono Farid"

Dall'altro lato sento silenzio tombale. Li capisco, non mi sarei immaginato niente del genere anch'io.

"Entra Farid, ti aspettiamo"

Faccio un cenno a Jamal in macchina che mi ha accompagnato ed entro dal cancello per poi percorrere un vialetto.

Ricordo la prima volta che misi piede qui, Bekka era arrabbiata con me e io mi sentivo una merda per questo.

Trovo anche la porta già aperta ed entrando chiedo "C'è qualcuno?"

"Prego signore" sbuca dal nulla una governante che mi fa accomodare in salone.

"Ciao Farid" scende dalle scale Lena con una bimba che è la sua copia tra le braccia.

"Perdonami, Ines si è lasciata andare adesso e ho dovuto cambiarla di fretta"

Mia nipote si chiama Ines?

"Oh ehm...non fa niente, tranquilla" infilo le mani in tasca agitato.

"Gradisci qualcosa da bere?"

"No grazie, io...volevo vedere Efrem" riesco a dire finalmente.

E' da anni che non riesco neanche a pronunciare il nome di Efrem in testa.

"Efrem è in udienza, ma l'ho avvertito e sta arrivando. Ti va di aspettarlo per qualche minuto?"

"C'è il mio amico qua fuori che..."

"Fai entrare anche lui" dice senza esitazione Lena.

Le sorrido e mandando un veloce messaggio a Jamal, chiedo alla governante un po' d'acqua.

"Frizzante o naturale?"
"Naturale" dico in tempo per sentire di nuovo il campanello.

La governante apre e Jamal fa il suo ingresso un po' titubante. E' un piano molto rischioso ed essere qui ci sta letteralmente costando la vita.

"Quanto ci vorrà?" chiede Jamal a me ma io faccio spallucce.

"Massimo un quarto d'ora" risponde per me Lena prontamente.

"Vi faccio servire del tè?" chiede e non attende una nostra replica uscendo dal salone per comunicarlo alla governante.

La bambina invece ci fissa sulla poltroncina e all'improvviso mi sorride, è bellissima.

"E' la loro mocciosa?" chiede Jamal indicando la piccola Ines.

"Proprio lei" alzo una mano per accarezzarle i capelli rossi, è davvero stupenda.

Ines applaude con le mani e inizia a gattonare verso di me "Odio i bambini" sbotta Jamal mentre prendo in braccio Ines intenerito.

"Calmati e tieni la tua rabbia per dopo" gli dico muovendo la gamba per far divertire la piccola che urla di gioia.

"Avevi detto che ci avremmo messo dieci minuti"

"Non potevo saperlo che non fosse a casa"

"Questa cosa andrà molto male, avremmo dovuto rivolgerci a Khalil" sbuffa Jamal tirando fuori un sigaro che però faccio segno di posare.

Un attentato al cuoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora