Capitolo 51

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  Fortis cadere, cedere non potest Il forte può cadere, ma non cedere.

MASSIMILIANO' S POV:

"Figliolo.." alza lo sguardo su di me Nito.

Non chiudo la porta, lasciando che la chiuda il sorvegliante ed entrando nel suo ufficio, vado ad accomodarmi.

"Come mai mi hai fatto chiamare?" chiedo accavallando le gambe.

Lui sposta lo sguardo ad un pezzo di carta e rimettendosi gli occhiali chiede "Ti ho disturbato per caso?"

"Ero in fabbrica "mi sbottono la giacca per stare più comodo.

"Passi parecchio tempo in fabbrica..." commenta lui ancora concentrato al foglio.

"E tu sai perché ci passo parecchio tempo" ma che gli prende?

"Potresti gestire la situazione anche fuori dalla fabbrica"

Poso i gomiti sulle ginocchia sporgendomi verso lui "Non sei solito fare stupidi giri di parole, dove vuoi andare a parare Nito?"

"Da nessuna parte, volevo sapere perché ci stai mettendo tanto"

"È passata solo una settimana"

"Esatto, 168 ore non ti sono bastate?"

Espiro cercando di non sbottare sgarbatamente.

"Sai che la situazione è difficile"

"Quella ragazzina ti dà così tanto filo da torcere?"

Alzo un sopracciglio.

"Ragazzina? È un'ottima avvocatessa, attenta, puntigliosa, furba e per niente ingenua"

"Non ti ho chiesto di tessere le sue lodi" dice lui gettando via gli occhiali sulla scrivania.

"Sto solo cercando di dirti che..."

"Hai fatto qualche passo in avanti o sei allo stesso punto?" m'interrompe lui severo.

Sospiro.

"Ovvio che sì. Abbiamo scoperto che la Fruttini e Raimondi hanno una relazione extraconiugale e per non so quale motivo, Raimondi vuole portare questo caso a termine il più presto possibile"

"Abbiamo?"

"Io ed Eleonora" dico tirando un po' il nodo della cravatta.

Inizio a sentirmi accaldato, quanti cazzo di gradi ci sono fuori?

"Ora siete anche partner?" continua a punzecchiarmi Nito, gli tirerei un pugno in faccia molto volentieri per zittirlo.

"Certamente no, non ci sopportiamo a vicenda" mi gratto distratto il collo.

"Devi convincerla a mollare il caso a ogni costo" si versa del whisky nervoso.

"Ci sto provando, è abbastanza testarda"

"È una donna"

"E io un uomo" mi lascio sfuggire.

Lui alza un sopracciglio e chiede sospettoso "Tutto sotto controllo quindi?"

"Sì, certo." mi verso anch'io del whisky e ingurgitandolo tutto, mi rialzo per andarmene. "Ritorno in fabbrica"

"Quanto ti manca ancora più o meno?"

"Massimo due settimane"

Mi sorride soddisfatto "Buon lavoro"

Gli restituisco il sorriso, il mio è un po' tirato, ed esco dalla stanza sbattendo la porta.

Un attentato al cuoreWhere stories live. Discover now