Capitolo 29

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Mea culpa.

MELISA' S POV:

PASSATO.

"Siamo arrivati nuvola, siamo arrivati" mi trascina con sè lampo cercando di stare al mio passo.

È da ore che camminiamo e finalmente abbiamo trovato una città. Adesso dobbiamo trovare un posto dove dormire, siamo esausti e io ho un certo languorino.

"Vieni, siediti" mi fa accomodare in una panchina e mi guardo subito attorno non capendo dove siamo finiti " Che posto è?"

"E' una stazione, da qua dovrebbero passare treni"

"Treni? Quelle macchine che vanno veloci?"

"Sì, esatto" me ne indica uno poco più lontano.

"Andiamo a vedere" mi riprende la mano e saltano su delle cose strane di ferro, raggiungiamo il treno che però non sembra in azione.

Dobbiamo farla partire noi?

"Perché non c'è nessuno?" chiedo stranita di non vedere anima viva attorno a noi.

"Sto cercando di capirlo anch'io, questa stazione sembra deserta" 

"Sarà perchè è notte?"

"Può darsi, ti va di entrare dentro?"

"Dentro il treno? E' sicuro?"

"Ancora non lo hai capito" dice lui alzando la mia testa dal mento, in modo che possa guardarlo negli occhi "Sono il tuo fidanzato e ti proteggerò io...come sempre"

Sorrido a quelle parole e annuisco con la testa felice.

Ha ragione.

"Va bene" dico mentre anche lui mi sorride e afferrandomi per mano, entriamo insieme dentro il treno malandato.

Ci sono tanti sedili di colore rosso alcuni con l'imbottitura gialla di sopra che sbuca, c'è un odore acre e faccio una smorfia nel vedere il pavimento nero con macchie grigie.

Mi stringo sempre di più a lampo e lui facendomi passare davanti, mi passa le braccia attorno al collo tenendomi stretta a sè. Mi sento al sicuro adesso.

Mi aggrappo alle sue braccia e avanzo piano.

Questo posto è orribile.

Sento improvvisamente una mano posata sul mio naso e alzando lo sguardo, lampo dice "Non respirare quest'aria, non ti fa bene"

Annuisco con la testa in silenzio e procediamo veloci.

Ci imbattiamo in una porta e lampo alzando la mano libera, l'apre e mi fa avanzare.

Procediamo e finalmente lampo toglie la sua mano dal mio naso.

In questa parte del treno ci sono i finestrini aperti e i sedili sono più curati.

"Di là ci sono dei sedili più lunghi" mi fa notare indicandomi dei sedili in similpelle sempre rossi.

"Sembrano comodi" dico raggiungendoli.

"Aspetta, non toccare!" esclama lampo sporgendosi su questi.

Ci passa una mano sopra e li tasta con attenzione.

L'osservo mentre si piega per vedere cosa ci sia sotto i sedili e si rialza. "Non hanno nulla di rotto...e sì, sono comodi" 

"Possiamo dormire qui!" esclamo contenta.

Un attentato al cuoreWhere stories live. Discover now