Capitolo 33

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Come quando pensi ci sia un legame speciale, e all'improvviso ti ritrovi solo e con quel filo spezzato in mano.

FARID'S POV:

"C'è qualcosa che non mi convince, sei troppo carico per questo shooting e...smettila di guardarti allo specchio, i capelli sono a posto cazzo"

"Che vuoi? Quando sembro un cadavere ti lamenti, quando non lo sono ti lamenti. Fai pace con la testa Jamal" sbotto spruzzandomi dell'altro profumo.

"Non ti ho mai visto così entusiasta di partecipare a una collaborazione" continua a guardarmi con sospetto.

"Sarà una tua impressione" faccio cadere la questione ed esco dal camerino.

Ho solo dei jeans addosso, quando Gabbana mi ha comunicato cosa dovranno esprimere gli scatti per poco non lo baciavo: intimità, complicità, amore, leggerezza, unicità...abbiamo optato per degli scatti di vita quotidiana mentre siamo seduti insieme io senza maglia e lei senza pantaloni, come a completarci a vicenda.

"La modella è quì?" sussurro a Sanchez che sorpreso di spalle.

"Sì, ti sta aspettando nell'altra stanza"

"Ottimo, possiamo andare" lo prendo per le spalle e ci dirigiamo nella stanza di fianco.

Jamal è fuori nel corridoio distratto a fare delle chiamate e approfittandomi di ciò, entro con Sanchez nella stanza dove si terrà lo shooting.

Ho chiesto che fossimo lo stretto indispensabile, ovviamente mi ha accontentato di qualsiasi capriccio.

Entriamo nella stanza e subito individuo Bekka di spalle con i capelli sciolti ondulati, una canottiera bianca e una culotte scura. Muove le gambe con ansia e si sta torturando le mani, è molto agitata.

"Vado a familiarizzare con la modella" comunico a Sanchez che annuisce e si prepara a scattare.

Cammino scalzo senza fare rumore e raggiungendo il set con una semplice parete bianca, una panca, una bici appoggiata alla parete, uno stereo e una chitarra di lato, arrivo alle spalle di Bekka che chiacchera con una ragazza, penso sia la makeup artist.

Vorrei fare una sorpresa a Bekka, ma la makeup artist si emoziona nel vedermi e correndo verso di me, mi chiede un autografo e una foto. Sposto lo sguardo a Bekka che rimane paralizzata a vederci e sbrigandomi con l'autografo, vado incontro a lei che non mi stacca gli occhi di dosso.

"Ehi piccola" mormoro alzando le mani per accarezzarle le braccia, ma arretra e fa per scappare.

"No, non così in fretta" la blocco prendendola per il braccio.

"Lasciami." mi fa un piccolo ringhio che mi fa sorridere per la tenerezza.

Affondo il naso tra i suoi capelli e ispiro a fondo il suo profumo di buono "Cazzo quanto mi sei mancata" sussurro sulla sua testa lasciandole un piccolo bacio sopra.

Sento Bekka tremare sotto di me e prendendole il viso con una mano mormoro "Va tutto bene, respira"

"Cosa...cosa ci fai quì" mi chiede in un filo di voce non avendo il coraggio di guardarmi in faccia.

Non sopporto di non avere i suoi occhi e alzandole il mento, le sorrido sperando di calmarla un po' "Sono qui per te"

La sento irrigidirsi di scatto, mossa sbagliata.

"Ti spiegherò ogni cosa, fidati di me"

"Mi hai abbondonata con una stupida lettera." sbotta lei guardandomi con odio.

"Non avrei voluto, credimi"

"Me ne vado, questa è una pagliacciata." ringhia avanzando ma non glielo permetto.

Un attentato al cuoreUnde poveștirile trăiesc. Descoperă acum