Capitolo 92

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Tempora tempore tempera - Tempera il tempo col tempo.

MELISA' S POV:

"Ha una leggera lesione cerebrale, per quanto riguarda le ferite molte sono state pulite e cicatrizzate, dovrebbe stare..."

"Aspetti, quindi è..."

"Vivo? Ma certo "dice la dottoressa.

Io tiro subito un sospiro di sollievo e abbraccio la dottoressa senza pensarci.

Lei si fa abbracciare e io rido con le lacrime agli occhi...Avevo pensato le peggio cose.

"Vuole vederlo?"chiede la dottoressa.

"Cosa? Posso?" Chiedo, sciogliendo l'abbraccio.

"Certo che si...mi segua" dice lei, sorridendomi.

Io deglutisco e annuendo con la testa, la seguo.

Non ho avvisato nessuno e Flora è improvvisamente sparita...

Le ho detto di entrare nel centro per chiamare un'ambulanza...l'ambulanza è arrivata ma lei no...

Ho cercato di chiamarla ma il cellulare squilla a vuoto.

Devo chiamare al centro per chiedere se l'hanno più vista.

Svoltiamo a destra e arriviamo di fronte alla stanza numero 236.

"Starà ancora dormendo "dice la dottoressa, aprendo la porta.

Resto in silenzio e quando la dottoressa apre, trattengo il fiato...

Ha un apparecchio rigido bianco attorno al busto, il viso pieno di lividi con diversi cerotti e diverse flebo attaccate a lui.

Tiene gli occhi chiusi e sembra stia dormendo come un angelo....il mio angelo coraggioso.

"Vi lascio soli "mormora la dottoressa.

Non mi ero neanche accorta della sua presenza...

"Grazie mille" dico, sorridendole.

Lei mi restituisce il sorriso ed esce dalla stanza, lasciandomi sola con Kemal.

Sospiro e mi avvicino...ho timore in realtà.. ho paura di rubargli anche l'aria da respirare.

Mi avvicino cauta al suo lettino e mi sporgo di poco.

Sembra proprio che stia dormendo....Se solo penso al mio risveglio stamattina..

Come possono capovolgersi le cose in un nano secondo...

Mi avvicino ulteriormente e alzo un dito al suo lettino.

Ho una paura atroce di fargli del male...non so dove toccarlo o come...forse è meglio che stia ferma.

Riabbasso il dito e deglutisco...

Il terrazzino non distava molto da terra per fortuna...saranno stati si e no 5 o 6 metri, non so cosa avrei fatto se solo...

Non ci voglio neanche pensare...adesso voglio solo concentrarmi sul presente, su Kemal.

Sposto il peso del busto dalla gamba sinistra a quella destra e incrocio le braccia.

Ho la tentazione di passare le dita nei suoi riccioli...vorrei rassicurarlo in qualche modo.

Osservo ancora attentamente tutta l'attrezzatura che ha addosso e sospiro.

Come può un uomo soffrire tanto?

Quando pensiamo di aver sofferto abbastanza, in realtà quello è solo l'inizio della fine.

Un attentato al cuoreWhere stories live. Discover now