Capitolo 40

13.1K 570 112
                                    

"Non passava un istante senza pensare a lei, tutto quanto mangiava e beveva aveva il sapore di lei, la vita era lei a ogni ora e ovunque." -Gabriel García Márquez

MELISA'S POV:

"Fumiamo i casini, beviamo i problemi

Fammi un applauso con i piedi, ora che sono ancora in piedi

Qua non ti ascoltan quando hai sete

Ti stanno addosso quando bevi

Habibi, habibi, habibi"

Sussulto quando solo adesso mi accorgo di Kemal appoggiato all'altro tapis roulant che mi osservo attento.

Butto giù le cuffie e abbassando la velocità del tapis roulant chiedo col fiatone "Hai fatto presto con le scartoffie"

"Mmm" mugola lui mordicchiandosi il labbro.

Scoppio a ridere "Che hai?"

"Niente, è bello vederti a lavoro"

"Ti sarò mancata in questi mesi in palestra" mormoro bevendo un po' d'acqua.

"Un po' sì, un po' tanto" si alza e azzerando la velocità del tapis roulant si sporge per darmi un bacio.

Spalanco gli occhi paonazza e farfuglio sulle sue labbra "Ci sono tutti..."

"E quindi?"

"Mi vergogno" lo spingo dal petto, ma lui non ci sta e alzandomi in aria mi porta nello spogliatoio riservato allo staff.

"Lampo!" esclamo ridendo quando mi fa accomodare sulle sue ginocchia e mi prende il viso per darmi altri baci.

Ieri sera ce ne siamo scambiati molti, ci siamo anche spinti in qualche limone, è stata una nottata...intensa.

"Mi sei mancata" sussurra lui fra un bacio e l'altro.

"Ma siamo stati lontani per circa venti minuti"

"Sono stati eterni lo stesso" riprende possesso delle mie labbra e introduce la sua lingua dentro.

L'accolgo con la mia e avvinghiandomi a lui, gli vado incontro eccitata.

Lui mugola facendomi sorridere e mettendomi a cavalcioni su di lui, insinua le sue mani sotto la mia maglietta fino ad arrivare al mio reggiseno.

"Kemal" gemo quando inizia a stuzzicarmi il capezzolo da sopra il tessuto del reggiseno.

"Lasciami fare" mormora lui baciandomi il collo, poi le clavicole, va sempre più giù, ma sentiamo la porta aprirsi e mi stacco subito.

"Ciao" ci saluta la receptionist mentre io cerco di recuperare fiato.

"Ciao" rispondo col fiatone, lancio subito un'occhiata a Kemal che se la ride.

La receptionist si mette davanti allo specchio a ripassarsi il trucco e io mi alzo trascinandomi Kemal dietro.

"Ti diverti, vero?"

"Da morire, vieni qua" mi attira a sé contro la parete e io cerco di resistergli "Non qui, ti prego"

"Vuoi salire in ufficio da me?"

"No!" mi stacco dalla sua presa e scappo via.

Rientro nella sala attrezzi e ritorno al tapis roulant "Kemal!" lo chiama qualcuno in sala salvandomi.

"Vai a lavorare" lo stuzzico e lui lasciandomi una sculacciata, fa il giro attorno al mio tapis roulant per mettermi la pendenza a 5.

"Ehi!" protesto contrariata.

Un attentato al cuoreWhere stories live. Discover now