Capitolo 17

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Qui non zelat non amat.

Chi non è geloso non ama - Sant'Agostino

BEKKA'S POV:

"Ehi, sì! Tre minuti e scendo" farfuglio inserendo il lip gloss nella borsetta, non si sa mai che debba farmi un ritocchino dopo aver baciato per tutta la sera David.

"Ok, a dopo" riattacca Fiodor mentre inserisco anche il cellulare nella borsetta e alzo per l'ennesima volta lo sguardo allo specchio.

"Non stai andando al patibolo, è solo una festa...relax" borbotta sul letto Farid grattandosi il petto.

Deglutisco e allungo con le dita il vestitino troppo corto.

"Forse avevi ragione tu sulla lunghezza del vestito" dico a disagio volendo cambiarmi.

"Ci sta per una festa in piscina. Ho visto vestiti più striminziti e corti" cerca di rassicurarmi Farid, stranamente ci riesce.

"Sto bene? Dimmi la verità"

"Sì tulipano, me l'hai chiesto almeno venticinque volte negli ultimi cinque minuti"

"Sono così agitata, ho paura di non sentirmi all'altezza delle altre ragazze. Sono sicura che sarò la più goffa e patetica in quella festa"

"Non ci andare allora..."

Sospiro girandomi verso di lui "La vecchia Bekka sarebbe rimasta a casa, ma la nuova Bekka vuole mettersi in gioco e...arrivare al suo obiettivo"

"Cioè?"

"Il letto di David, è chiaro" dico mentre Farid fa una smorfia e mi lancia un cuscino.

"Ehi no! Sai quanto ci ho messo con la piastra, dannazione!" sbotto ritornando allo specchio.

Mi guardo, continuo a guardarmi ma mi sento così brutta "Credi che debba raccoglierli in una coda?"

"Che ti prende? Sei splendida, piantala con questi film mentali" sbotta lui venendomi dietro per poi prendermi le spalle e dirmi all'orecchio "Guardati, guardati cazzo. Sei così bella"

Sorrido allo specchio e alzo lo sguardo a Farid che mi stringe a sè.

"Lo credi davvero?"

Lui mugola posando il mento sulla mia spalla, sembra sincero.

"Grazie" mormoro rigirandomi commossa e abbracciandolo forte.

Sono molto più bassa di lui, quindi lo sento alzarmi in aria e gli allaccio subito le gambe attorno ai fianchi stringendolo a me. "Mi sento così al sicuro qui" sussurro sulla sua spalla non volendo più scendere.

"Non andare alla festa. Rimani" mormora lui sull'incavo del mio collo.

Mi sporgo per vederlo in faccia, ma lui capisce che io voglia scendere e stringendomi come in una morsa mormora al mio viso "Non lasciarmi solo. Potremmo passare la serata a guardarci un film sul divano. Prometto di non scorreggiare"

"Ma che schifo Farid!" scoppio a ridere mentre sento il cellulare squillare di nuovo.

"Sarà Fiodor, devo scendere" mormoro triste.

"Puoi sempre inventarti una scusa all'ultimo, posso parlarci io con Fiodor" non molla Farid.

"E cosa gli diresti?"

"Di lasciarti in pace, che vuoi rimanere a casa con me" sorrido intenerita.

Che cucciolo.

"Mi è venuta un'idea" dico spalancando gli occhi e scendendo da lui.

Un attentato al cuoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora