Capitolo 45

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Facta lex inventa fraus.

MASSIMILIANO' S POV:

"Cazzo." borbotta Nito dando un pugno alla scrivania di legno pregiato.

Incrocio le gambe e mi appoggio allo schienale della poltroncina di pelle verde salvia.

"Perché hanno riaperto il caso? Avevamo bruciato tutto, merda!" inveisce contro il telefono mentre si riavvia i capelli ormai bianchi.

Classe 1954, capostipite della famiglia Valdi, una delle più ricche e potenti dell'intera nazione grazie a tutte le attività e agli affari loschi dietro questi. Ho fatto conoscenza di Nito in carcere quando mi beccarono per spaccio. Ero ancora un moccioso smarrito e incazzato con la vita per la perdita dei miei genitori.

Usciti dal carcere Nito mi offrì un lavoretto, non ci pensai due volte ad accettare. I lavoretti divennero poco a poco grandi responsabilità a cui feci fronte, finchè mi guadagnai la completa fiducia di Nito tanto da investire su di me istruendomi e facendomi diventare un avvocato, l'avvocato del diavolo.

Ero e sono un mostro nel mio lavoro, grazie alle mie conoscenze riesco a ottenere sempre la vittoria in tribunale. Per il momento non ho mai avuto una sconfitta, non conviene mai a nessuno venirmi contro.

Scaglia sulla scrivania gli occhiali da vista marcati Marc Jacobs e afferra la sua Montblanc, gliela regalò la moglie al sessantesimo, è una stilo a cui è molto legato soprattutto dopo la morte della povera Agata.

Un sorriso affiora sul mio viso nel ricordarla mentre mi gratto il palmo.

Agata è sempre stata dolce e amorevole fin dai primi tempi, Nito un po' di meno, ma col tempo mi aveva promesso che avrei conosciuto una persona rispettosa e cortese.

Dopo 16 anni con lui, non lo posso confermare.

"Chi! Dammi nome e cognome" ringhia sempre più adirato.

Alzo lo sguardo e mi liscio la cravatta.

Stavamo discutendo su un incarico per Barcellona e siamo stati interrotti dal telefono.

Non che me ne dispiaccia, oggi è stata una giornata dura e non vedo l'ora di andarmi a coricare, cazzo.

Agito il mio piede destro in attesa di sapere cosa lo turba così tanto e mi verso del whisky approfittandomene.

Nito continua a sbraitare al telefono e portandomi il liquido ambrato amarognolo in bocca, alzo un sopracciglio.

È difficile farlo agitare, sarà grave la questione.

"Ci penso io." sbotta Nito per poi riattaccare feroce.

Tira un lungo sospiro e strappa dalle mie mani il bicchiere di whisky per poi ingurgitarlo tutto.

Alla tua salute..

Lascio che si riprenda mentre io afferro un altro bicchiere e mi verso altro nettare.

Faccio con calma sapendo che ha bisogno di tempo per razionalizzare qualsiasi cosa abbia scoperto e sempre con calma mi riaccomodo incrociando le gambe.

Butto un occhio sul mio Rolex e noto che sono le 16:44.

Ancora?

Sospiro e tirando il cellulare leggo una chiamata persa da Melisa, non la sento da quando quel pazzo di Kemal mi minacciò di non avvicinarmi più a lei.

Digito freneticamente un messaggio per dirle che la richiamerò appena avrò finito mentre Nito dice "Hanno riaperto il caso"

Mando il messaggio borbottando "Che caso? Ne abbiamo avuti una migliaia"

Un attentato al cuoreTahanan ng mga kuwento. Tumuklas ngayon