I: Pioggia

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Pioveva ormai da giorni.

Il ticchettare delle gocce d'acqua riempiva l'aula, andando a coprire, nei momenti in cui gli scrosci diventavano più intensi, anche il crepitare del fuoco acceso nel camino e la lenta voce del precettore, intento a spiegare alle quindici giovani l'arte della storia. Ogni tanto qualche improvviso tuono scuoteva l'aria, facendo sobbalzare dallo spavento alcune tra le ragazze distratte.

Nives, con le mani intrecciate in grembo, si costrinse a raddrizzare la schiena e a tornare a prestare attenzione alle parole dell'uomo, nonostante la sua litania la invitasse a chinare il capo sullo scrittoio per dormire. A causa di un'agitazione capace di rivoltarle l'anima, la notte precedente non era riuscita a chiudere occhio, tanto che, quand'era scoccata l'ora più buia, aveva deciso di accoccolarsi vicino alla finestra della camerata, la testa poggiata sul vetro e la pioggia che lavava le strade della Cittadella; a un certo punto aveva pensato di scivolare fuori dalla stanza per fare una passeggiata sotto i portici, nella speranza di riuscire a favorire il sonno, ma il pensiero di svegliare le compagne mentre tentava di scassinare la serratura della porta l'aveva frenata.

"Se almeno nevicasse..." pensò, girandosi a osservare la pioggia che soffocava il prato del chiostro, ormai giallognolo. Le scappò un sorriso nel vedere una rana uscire dal pozzo centrale e scomparire tra i fili d'erba.

"Orfana Nives."

La voce del precettore la fece sussultare, portandola a maledirsi per la sua disattenzione. Chinò il capo e si morse il labbro inferiore, in attesa che l'uomo la riprendesse; atterrita dall'idea di una possibile punizione, pregò che non fosse di cattivo umore.

"Da quando la pioggia è più interessante delle mie spiegazioni?" le chiese intanto Ferdl, accomodandosi meglio sulla poltrona. "Quali puerili fantasticherie vi portano a sorridere?"

"Mi perdoni" mormorò lei, osando alzare lo sguardo. "Mi sono distratta a osservare una rana."

Qualche compagna si lasciò sfuggire una risatina, mentre il precettore si aggiustò gli occhiali a mezzaluna che gli coprivano i piccoli occhi scuri. Un sospiro gli mosse le labbra secche e sottili. "Una rana" mormorò, levando il capo verso il soffitto con fare teatrale. "Dèi, perché mi avete assegnato delle alunne così sciocche?"

Nives storse le labbra, unico segno dei pensieri che le avevano attraversato rapidi la mente, mentre l'uomo si alzò; prese a camminare davanti al camino, il ticchettio ben scandito dei passi sul pavimento di pietra che si mischiava con quello della pioggia.

"Non solo siete state accolte dai Guardiani in quanto orfane, ma avete avuto anche il grande privilegio di essere ammesse in questa rosa di ragazze benedette a cui il sovrano ha dato la possibilità di ambire alla nobiltà" disse Ferdl, sillabando con attenzione ogni parola, come se soffermarsi su ciascuna di esse avesse potuto cambiarne il significato mal nascosto. "Eppure, nonostante ciò, vi prendete la libertà di non seguire le mie parole."

"Maledette" pensò Nives, scambiandosi una veloce occhiata con l'orfana seduta al suo fianco. "Sarebbe meglio dire ragazze maledette."

Come molte delle compagne, avrebbe preferito di gran lunga passare il resto della sua vita a chiedere l'elemosina per le strade della Cittadella di Myrer, insieme allo stuolo di poveri e mendicanti che aumentava di giorno in giorno, al posto di essere venduta a qualche vecchio nobile incapace di avere figli e talmente disperato da richiedere una giovane ai Guardiani. Gli dèi, però, sembravano aver progettato altro per lei.

"Orfana" la richiamò ancora una volta Ferdl. "Riassumete le mie parole."

Andò a posizionarsi davanti a lei e la invitò ad alzarsi con un colpo di bacchetta sul banco. Nives obbedì senza protestare, trattenendo però un ghigno nel notare di come sovrastasse l'uomo di un'intera testa. La bassa statura del precettore, infatti, era sempre stata oggetto tra le orfane di grandi risate e battute sussurrate prima di infilarsi sotto le lenzuola; una delle storie più amate raccontava di come fosse stato rifiutato da una dama, che aveva preferito votarsi all'ordine dei Guardiani pur di non concedergli la sua mano.

HydrusWhere stories live. Discover now