XXXVIII: Mantenere la calma

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"Non ho alcuna intenzione di rimanere un minuto di più. Non se è presente anche... quello."

Nives contò a mente il più a lungo possibile, così da non lasciarsi sfuggire parole di cui si sarebbe potuta pentire. Considerava già un miracolo che Shashibhushan l'avesse contattata qualche giorno dopo il loro incontro nei giardini, domandandole se fosse possibile discutere ulteriormente in un luogo più tranquillo e in presenza dell'altro alleato a cui aveva accennato.

La giovane aveva riflettuto a lungo sulla proposta e si era chiesta se fosse meglio parlare prima col Reggente dei Ghiacci, così da imporgli di non cedere alle provocazioni che, ne era certa, l'altro non si sarebbe sprecato a lanciare, ma si era trattenuta. Cain la stava controllando, come le avevano dimostrato le parole con cui l'aveva accolta a uno dei soliti ricevimenti in cui era coinvolta suo malgrado. "Mia cara, vorrei ricordarvi che sono ancora io il re del Laeiros."

"Credete che questa briciola di terreno possa interessarmi?"

Il sovrano era rimasto in silenzio davanti alla provocazione, aprendosi in un sorriso mellifluo che le aveva fatto temere di essersi spinta troppo oltre; l'uomo, però, se ne era andato da Mistiss, seduta su un divanetto e attorniata da un nutrito gruppo di cortigiani che pendeva dalle sue labbra.

La folle spavalderia mostrata con Cain si era per fortuna dissolta, ma Nives non riteneva ottimale il fatto che fosse stata soppiantata da un moto di esasperazione e dal desiderio di urlare. Neppure la presenza di Peeke e Magnus riusciva a placarla.

"Shashibhushan, mi duole il fatto che non riusciate a comprendere quanto sia importante ricevere ogni aiuto possibile" disse in tono pacato, lisciando le pieghe dell'abito per scaricare la tensione. "Anche da parte chi non possiede una reputazione impeccabile."

"Un fatto è avere qualche macchia" Il consigliere lanciò un'occhiata velenosa a Lögi, seduto sulla poltrona davanti a lui con le braccia incrociate e un sorriso sfacciato dipinto sul viso. "Un altro è avere ucciso il proprio padre a sangue freddo."

"Non dovreste lanciarvi in tali e false affermazioni con leggerezza" replicò il diretto interessato. "Spesso è più di buon gusto tacere che figurare ridicolo."

Magnus, accomodato al fianco di Nives, sbuffò divertito, coprendo il sorriso sfuggitogli grattandosi la mascella glabra. Peeke, al contrario, rimase silenzioso, squadrando con attenzione entrambi gli uomini; nonostante non le avesse manifestato i suoi pensieri, quando Nives aveva rivelato loro con chi si sarebbe dovuta incontrare l'aveva guardata con un tale disaccordo da rendere inutile ogni parola. Se il Treue non li approvava, poteva essere certa che il Consiglio sarebbe stato ancora più difficile da convincere.

"Non possedete una coscienza linda" sibilò Shashibhushan, stringendo gli occhi porcini in una lama. "Tanto mi basta."

"E chi la possiede?" mormorò Peeke, attirando le attenzioni di tutti su di sé.

Il consigliere socchiuse le labbra e assunse un'espressione accigliata. "Voi sareste...?"

"Un uomo a me fidato" intervenne Nives, allungando un braccio davanti al dragoniere per impedirgli di rispondere. "Piuttosto, gradirei che simili commenti finissero, così da valutare la proposta che ho da farvi con la serietà che si addice al nostro rango."

Nessuno degli uomini le rispose.

Shashibhushan, Lögi e Peeke, in muto accordo, si osservarono con reciproca diffidenza, mentre Magnus si avvicinò a lei per sussurrarle all'orecchio una manciata di parole. "Mia regina, temo che la situazione richieda una mano più ferma."

"Anche col tuo degno compare." Vedeva come i tre erano pronti a saltare l'uno sulla gola dell'altro, decisi a far diventare il salotto delle sue stanze un privato campo di battaglia per dimostrare la propria supremazia. "Che razza di uomini" pensò, per nulla intenzionata a ripetere l'avviso appena dato. "Teste calde incapaci di scendere a compromessi."

HydrusWhere stories live. Discover now