XXV: Vendetta

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C'era voluto poco perché Nives si accorgesse di amare volare.

La prima volta che Winloas l'aveva accompagnata all'arena il timore l'aveva rosa dall'interno, mozzandole il respiro e facendole tremare la voce davanti alle continue domande dell'uomo; la paura di non riuscire a guidare Zaekr era stata grande, così come quella di cadere dalla sua groppa o altre probabilità distruttive, alternatesi davanti agli occhi senza lasciarla in pace.

Eppure, quando era stata introdotta nella stalla in cui sostava il drago, una semplice stanza che comunicava coi corridoi del resto dell'arena grazie a una grata, il compagno aveva subito percepito i suoi timori e l'aveva rassicurata.

"Non ti farò cadere" le aveva mormorato tra i pensieri, aprendo il muso in un sogghigno.

Zaekr, in effetti, aveva mantenuto la parola, ma durante il primo volo si era comunque divertito a esibirsi in alcune piroette che avevano fatto gelare il sangue nelle vene a Nives; nonostante fosse stata legata per bene alla sella, quando si era trovata a testa in giù non aveva potuto far altro che pregare gli dèi di farla tornare a terra ancora viva.

"Spero almeno tu non abbia paura della velocità" le aveva quindi borbottato il drago, tornando a volare in linea retta.

Nives non aveva fatto in tempo a rispondergli di non saperlo che Zaekr, con un poderoso battito d'ali, si era diretto rapido verso le montagne, staccando la coppia più lenta formata da Winloas e Shyrnae. Era stato in quell'esatto momento, col vento che le frustava i capelli e si infilava in gola in una cascata bruciante, che si era resa conto di amare volare: immersa nel cielo, così lontana da tutto ciò che era stata, si era sentita libera fino nel profondo dell'anima, ormai sciolta dalle catene che la legavano a terra. Non c'era nessun altro se non lei, Zaekr e l'aria che sibilava.

Nel tardo pomeriggio, quando erano tornati nell'arena, Winloas le era corso incontro trafelato, col volto pallido e gli occhi che parevano sul punto di schizzare fuori dalle orbite, e l'aveva aiutata a scendere, ringhiando al contempo qualcosa d'incomprensibile nei confronti del drago.

"Stai bene?" le aveva chiesto poi, sfiorandole le guance arrossate dal freddo col dorso della mano.

Nives si era aperta in un sorriso e gli aveva sussurrato che, se fosse stato per lei, avrebbero passato le poche ore di luce rimanenti scivolando tra le nuvole; il drago, tuttavia, aveva disobbedito alle sue richieste, portandola a terra senza dare alcun peso alle proteste in cui si era lanciata.

"Ti mostrerò altro, vedrai" le aveva promesso, scrutandola con un'aria che la ragazza, più tardi, non avrebbe potuto definire altro che felice. "Prima, però, devi imparare."

Così era stato.

Aveva sopportato la presenza necessaria di Peeke, che Winloas le aveva affiancato durante le prime lezioni nell'arena per insegnarle tutto ciò che le sarebbe potuto servire. Il giovane non si era dimostrato affatto entusiasta sia nei modi, sia nel tono, ma la pazienza mostrata nei suoi confronti e le spiegazioni chiare e dirette erano state essenziali. Nonostante Zaekr fosse un ottimo drago, infatti, non poteva certo pensare che il volo fosse solo opera sua.

"Devo ammettere una cosa, mia signora" le aveva detto Peeke l'ultima volta in cui si era presentato alle loro lezioni pomeridiane. "Imparate in fretta."

Le successive l'aveva solo scorto col suo compagno.

"È un ottimo cavaliere, come tutti i Treue" le aveva spiegato Zaekr. "Ha domato il suo drago da giovanissimo e, se non fossi arrivata tu, sarebbe stato il successore di Winloas."

Nives si era astenuta dal commentare, anche se una parte di lei avrebbe voluto scoprire qualcosa in più sul cavaliere. Aveva preferito, invece, approfittare dell'allungarsi delle giornate e lasciarsi trasportare da Zaekr sui territori della penisola, fino alle montagne innevate, oppure verso le isole più settentrionali, battute dal vento e dalle mareggiate.

HydrusWhere stories live. Discover now