7.Conoscere Il Nemico

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Sono tornata a Londra, il tempo è grigio e cupo e mi rispecchia pienamente. Visto che di sabato sto comunque andando comunque in ufficio per incontrare William ed aggiornarlo sul mio lavoro. Anche se non è questo ad incupirmi, ma la situazione in cui mi sono cacciata, una cosa più grande di me.

Mi sono documentata, non ho chiuso occhio sono stata tutta la notte a fare ricerche sulla dipendenza da cocaina e la disintossicazione con le sue varie fasi. Sono distrutta perché ho letto che chi cerca di smettere da solo rischia in una ricaduta peggiore e alla fine per compensare la mancanza muore per overdose.

Leggendo mi sono sentita mancare l’aria, e per di più ho bisogno dell’aiuto di William.

Sua madre dirige una clinica privata, non so bene di che cosa si occupi in quella clinica, ma un parere di un medico mi serve assolutamente.

Così una volta arrivata in ufficio ad accogliermi c’è proprio lui, Will.

Essendo un giorno non lavorativo ci siamo solo noi in ufficio, vedendolo seduto dietro la scrivania con indosso un semplice maglione bianco e un jeans, ammetto che mi è mancata la sua presenza, forse si è un po’ invadente, ma ha sempre trasmesso sicurezza, e tranquillità. Cosa che in questo momento cerco disperatamente.

«Lily» si avvicina e mi stampa un bacio sulla guancia, gli sorrido imbarazzata.

«Vieni, mettiamoci nel mio ufficio.»

Ci mettiamo a lavoro, o meglio, gli faccio visionare il lavoro fatto nei tre giorni passati a Los Angeles. Per fortuna è tutto sotto controllo ha dato una rapida occhiata a tutto, è comunque il suo ruolo e i ragazzi sono clienti importanti.

Una volta finito raccolgo tutti i fogli, mentre lui si prende il cappotto visto che stiamo entrambi per uscire.

«Ti lascio andare, avrai cose migliori da fare di sabato.» si incammina e lo seguo fino alla porta, solo che devo chiedergli di sua madre per poterla incontrare e so che non mi lascerà andare senza riempirmi di domande.

«In verità volevo chiederti un favore Will»

Sono un po’ nervosa e non mi piace chiedere favori in generale.

«Dimmi tutto»

«Volevo chiederti se potevo prendere un appuntamento con tua madre nella sua clinica, solo per parlarle.»

Ed eccolo lo sguardo confuso e subito dopo preoccupato.

«Ti è successo qualcosa, stai male?» domanda poggiando una mano sulla spalla avvicinandosi preoccupato.

Lo sapevo che avrebbe subito pensato al peggio, è così protettivo.

«Non è per me, è per un mio amico, vorrei parlarle di una cosa personale, vorrei un suo parere, mi ha chiesto di aiutarlo e non so come fare.»

Okay, forse stavo peggiorando la situazione.

«Un tuo amico?» Sapevo che si sarebbe soffermato su quella parte.

«Si un amico, gli serve un parere di un medico solo che mi ha chiesto il mio aiuto per cercarne uno adatto e bravo, quindi ho pensato che la Dottoressa Ford potesse aiutarmi.»

Faccio schifo a inventare balle.

«Okay, la chiamo per te, ma con questo non credere che io ti creda.»

Gli sorrido «Grazie»

Prende il telefono ed effettua la chiamata davanti a me, ed in pochi minuti mi ha procurato un appuntamento per oggi.

«Ha detto che per le 17.00 ti riceverà, ma mi devi qualcosa in cambio.» dice mentre si infila il cappotto.

«Farò gli straordinari in questi giorni che sono in città se ti serve ovviamente.» Mi sono sempre resa disponibile per queste cose, quindi il problema non dovrebbe esserci.

THE GIRL CRUSH || H.S.Where stories live. Discover now