CAPITOLO VENTI. PAOLO.

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SONO INNAMORATO.

Prima di portare mamma da Linda le raccontai tutta la nostra storia.

Mamma rise al nostro primo incontro e mi ricordò che ero il solito distratto e sbadato. Mi chiese quanti anni avesse Linda e quando le dissi che ne aveva ventidue mi aveva ricordato quanto fosse un po' troppa la differenza di età. Le avevo detto che anche a noi all'inizio quei quindici anni avevano fatto paura ma poi l'amore era prevalso e ci eravamo amati. Avevamo condiviso delle esperienze bellissime ed ero ritornato a sorridere come non avevo mai fatto negli ultimi tempi. Avevo desiderato Linda come mai nella mia vita, l'avevo vista nella mia casa prendersi cura di me e di tutto ciò che mi apparteneva e dall'alto dei suoi ventidue anni era risultata una donna forte e coraggiosa.

"Sono innamorato." dissi a mia madre con un sorriso.

"Lo so Paolo, si vede dai tuoi occhi da come tu parli di lei. Ne parli come un poeta parla della sua musa ispiratrice. Se ti fa felice vivi questa ragazza con tutto te stesso. Vivi Linda come se fosse un giorno nuovo per scoprire con lei altre cose. Piangi, ridi, salta e balla con lei. Rendetevi felici. Sii felice figlio mio di provare questo amore quanto sbagliato tanto folle e puro. Che poi di sbagliato non ha nulla. L'età non conta. Quella ragazza, per come ho potuto constatare in reparto quando ha affrontato Tania, ha un carattere forte e deciso. Non è debole. E' una guerriera e se ha messo da parte il fattore età, le passerà anche questa bugia che tu le hai nascosto. Paolo combatti per lei e se ti dirà di no, combatti ancora. Non arrenderti mai. In amore non è vero che vince chi fugge ma vince chi combatte per ciò che vuole e rimane là, accanto alla persona che ama, sempre."

Rimasi lì a guardare mia madre. Non mi aveva mai fatto un discorso del genere. Sembrava uno di quei discorsi che solo uno scrittore di romanzi rosa può fare e invece no, mia madre, Carolina Fumanti era lì a farmi un discorso sull'amore.

"Mamma, anche tu sei stata innamorata così di un uomo?"

Mi guardò mi lasciò una carezza e un sorriso, voleva farmi intendere tutto come niente. Se fosse stata innamorata, sicuro quell'uomo non era mio padre.

"Va da lei e dille tutto ciò che devi. Non tralasciare nulla, capirà. Non credo che sia giusto io ti accompagni. La conoscerò quando avrete chiarito e sarò felice di poterla abbracciare. A dopo Paolo."

Mi lasciò lì. Mi alzai dalla sedia e corsi da Linda. Doveva sapere tutto.

Arrivai fuori la stanza di Linda. Non c'era nessuno. Claudia era andata a casa mi avevano informato le infermiere. Il dottor Gravili non era di turno ancora, sarei passato dopo da Vasco per chiedere informazioni su Linda.

Entrai. L'odore pungente di disinfettante mi inondò le narici. Era lì, inerme su quel lettino di ospedale. Dormiva ancora, erano passate sei ore da quando il fattaccio era successo. Era mezzanotte. Presi la poltroncina che vi era lì e la misi accanto al suo letto.

Presi la sua mano, era fredda, come sempre d'altronde. Linda era sempre un ghiaccio vivente. Le prime volte avevo paura avesse problemi di circolazione poi invece capì che fosse tutto normale.

"Linda , amore mio, darei me stesso pur di non vederti qui su questo lettino di ospedale per colpa mia. Mi dispiace. Mi dispiace tanto non averti parlato prima di tutto quello che avevo lasciato a Milano. La mia famiglia. I miei bambini e quella moglie che non ha mai vissuto con me momenti felici. Sai amore mio, vorrei raccontarti di come mi addormentavo quelle notti pensandoti e non sapevo nemmeno il tuo nome. Vorrei dirti di come mi piaceva guardarti mentre preparavi la cena per entrambi a casa e non so spiegartelo cosa provavo dentro, ti avrei dato gli occhi miei per fartelo capire. Vorrei dirti di come la notte dormivo tranquillo e sereno stringendoti al petto perchè tutto quello che volevo, lo avevo fra le braccia. Vorrei dirti di come ho sognato una vita con te. Ho sognato una casa più grande, ho sognato la tua laurea, ho sognato anche i nostri bambini Linda. Il nostro amore è troppo bello per non essere completato con delle creature. Tutto ovviamente dopo che tu, ambiziosa quanto sei, avrai iniziato la tua carriera tanto voluta. Svegliati Linda, ho voglia di abbracciarti e baciarti. Ho voglia di chiederti perdono perchè so che all'inizio sarà difficile averti. Ti prego Linda, fammi vedere ancora i tuoi occhi color nocciola. Linda ti prego, apri gli occhi, ho bisogno di sapere che ci sei. Qui, accanto a me. Ti amo piccola. Ti amo tanto." Lasciai la mano e mi alzai. Dovevo ritornare in reparto. Svegliati Linda, svegliati.

𝐼𝓁 𝓈𝒾𝓁𝑒𝓃𝓏𝒾𝑜 𝒹𝑒𝓁 𝓂𝒶𝓇𝑒.Where stories live. Discover now