CAPITOLO QUARANTA SEI.PAOLO

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MENO QUATTRO CAPITOLI ALLA FINE.

OGNI VITA A SE'.

Erano passate tre settimane da quando Linda si era chiusa nel suo silenzio. Erano passate tre settimane da quando avevamo perso il bambino. Io soffrivo con lei, anche se, Linda non voleva assolutamente parlare con nessuno. Pensavo avesse bisogno di essere seguita momentaneamente da uno psicologo ma la sua risposta fu decisamente fredda e negativa. Il nostro rapporto si stava abissando e non sapevo come fare. La mia donna stava letteralmente andando in pezzi e non sapevo come reagire a tutto ciò. Avremmo rischiato di lasciarci perchè ormai Linda si stava chiudendo dentro una bolla formata solo da lei stessa.

"Linda, amore forse dovremmo parlare un po'. Tu cosa ne dici?" le dissi quella sera. Eravamo a letto e lei stava, come tutte le sere, guardando il soffitto.

"Di cosa dovremmo parlare Paolo?" ormai il suo tono era glaciale come se nessuna emozione ormai le attraversasse le vene, il sangue e il corpo. Non si faceva baciare, toccare, nè abbracciare.

"Potremmo parlare di come stai tesoro." le dissi in tono pacato e dolce, afferrai la sua mano ma lei subito la ritrasse.

"Si Paolo, parliamo di come sto. Sto malissimo. Ho perso un figlio e non per cause naturali, ma solo perchè la tua ex moglie mi ha preso a ombrellate fino a farmi sanguinare. La tua ex moglie che, a detta degli avvocati, non doveva dare più fastidio. Gran bei stronzi questi avvocati tuoi. Come vuoi che stia Paolo eh? Vuoi che inizi a ballare la macarena? Oppure no ti insegno la pizzica eh Paolo? Ho perso nostro figlio. Io che questo figlio lo amavo già. Capisci come sto?" mi disse urlando e tutto ad un fiato. Mi stava scaricando addosso il suo dolore come mai aveva fatto in tre settimane e non sapevo nulla di tutto ciò che le passava in testa. La colpa, indirettamente, la stava attribuendo a me.

"Perchè Linda? Perchè mi stai attribuendo la colpa?" le dissi mantenendo la calma.

"Perchè era ed è la tua ex moglie. Ha fatto parte della tua vita e fa parte della tua vita perchè avete due figli insieme. Io non ho figli, anzi, lo stavo per avere ma quella stronza me lo ha ucciso. A te cosa vuoi che freghi eh? Ne hai già due, questo era solo un optional." mi disse piangendo e urlando.

Non glielo permisi di dire tutto ciò che aveva appena detto.

"Non ti permettere Linda. Non ti permetto di dirmi che nostro figlio era un optional. Si è vero, ho già Matilde e Luca ma nostro figlio era il coronamento del nostro amore. Lo amavo come amo te. Ho sofferto e soffro quanto te solo che sto cercando di combattere a differenza tua che non ti fai aiutare."

Mi guardò e fece una risata amara, piena di odio.

"Credo che ognuno dovrà prendere le sue strade Paolo. Se te lo stai chiedendo, si, ti sto lasciando. La nostra storia non è fatta per stare in piedi. Siamo come i castelli di sabbia, veniamo messi su, poi però, arriva un'onda e li butta giù. La prima onda è stata lieve ma quest'ultima è stata forte. E' stata tipo uno tsunami e noi siamo crollati. Siamo polvere. Siamo granelli di sabbia ed è giusto che ognuno di noi due abbia una vita a sè. Questa volta definitivamente Paolo."

Mi cadde il mondo addosso. Linda mi aveva appena fatto un discorso in cui mi lasciava. L'unica cosa che riuscì a fare fu di prendere le mie cose e andare in ospedale, nel mio ufficio. Se fossi andato da mia madre, la mamma di Linda e lei mi avrebbero fatto delle domande e attualmente dare risposte era l'unica cosa che non volevo.

Pensai a tutto e forse la mia vita aveva deciso di penalizzarmi. Non so per cosa ma lo aveva fatto. Mi aveva levato l'amore. Quello vero.

𝐼𝓁 𝓈𝒾𝓁𝑒𝓃𝓏𝒾𝑜 𝒹𝑒𝓁 𝓂𝒶𝓇𝑒.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora