CAPITOLO VENTISEI. PAOLO

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RIPRENDITELA.

Avevo una donna che mi attendeva nel mio ufficio perciò salutai mia mamma e le dissi che l'avrei chiamata nel tardo pomeriggio.

Entrai e la donna si era accomodata alla sedia di fronte alla mia scrivania. Era tranquilla come se quello a disagio in sua compagnia, sarei dovuto essere io. Si guardava circospetta e penso stesse studiando a fondo tutto ciò che vi era nel mio ufficio. Era un'agente FBI per caso?

"Mi scusi per l'attesa signora." le dissi per scusarmi dei minuti rimasto fuori con mamma a parlare.

"Oh non si preoccupi dottor Ferrari. Sono una mamma anche io, so cosa vuol dire essere preoccupata per un figlio o figlia." mi disse sorridendomi.

Guardandola mi sembrava così famigliare il suo viso ma non riuscivo ad associarla a qualcuno.

"Eh già, pensi che la mia è partita da Milano per potermi stare vicino in una situazione abbastanza delicata ma non voglio annoiarla con le mie storie. Veniamo a lei. Come posso aiutarla signora..?" lasciai la frase in sospeso quando mi accorsi di non sapere nemmeno il suo cognome per poterle parlare.

"Signora Carla Leoni, in Maltese ancora per poco però.." disse sorridendo e lasciando intendere la sua separazione.

Sgranai gli occhi e capì che quella donna seduta di fronte a me, fosse la mamma di Linda. L'amore della mia vita. Ecco perchè quel viso così sicuro e sfacciato mi sembrava così famigliare.

"Dalla sua espressione dottore, credo di aver capito che il suo cervello abbia collegato su chi sono veramente. Sono la mamma di Linda, sicuramente se lo sta chiedendo. E sono venuta qui per parlarle." mi disse con tranquillità. Non credo volesse accusarmi non aveva l'aria di chi voleva colpevolizzare ma comunque se lo avesse fatto avrei incassato il colpo e sarei stato in silenzio, non avevo scusanti.

"Mi scusi se non l'ho riconosciuta subito signora ma deve capire che, non l'ho mai vista. Assomiglia tanto a sua figlia comunque, ora capisco da chi ha preso. Anche caratterialmente suppongo." dissi con un flebile sorriso alludendo alla sua sincerità.

Lei rise. E guardandomi mi regalò tranquillità. Mi rilassai.

"Sai Paolo, ti do del tu perchè potresti essere mio figlio ma in realtà sei stato mio genero e forse lo sarai anche dopo chissà.. sono venuta a dirti ciò che penso su te e Linda. Si, lei ha il mio stesso carattere forte, coraggiosa e soprattutto ottiene ciò che vuole. Io adesso voglio la felicità di Linda e se la sua è anche tua ben venga avrò fatto felici due persone." mi chiarì la situazione perciò le feci cenno con la testa che poteva continuare a parlare.

"Quando Linda mi ha parlato di te era felice, vedevo il suo sorriso come prima negli anni precedenti non avevo più visto. Mia figlia purtroppo, dopo la relazione chiusa prima di finire la maturità, aveva perso la sua solarità. Linda era un tornado di emozioni e a volte caro Paolo, volevo spegnerla come si fa con gli oggetti, volevo sapere dove avesse il tasto "off" per poterla mantenere un po' ferma. Lei era una carica esplosiva che ti rallegrava anche le giornate più buie poi però trovò l'amore. Era felice, lo è stata, fin quando un giorno non trovò il suo fidanzato con un'altra. Da quel giorno Linda è cambiata non era più la mia bambina super energica. Linda passava i pomeriggi a studiare chiusa in camera. Linda non ascoltava più la musica al massimo del volume anzi, le dava fastidio quando qualcuno si azzardava a mettere una canzone. Linda ormai si era spenta, quel tasto "off" era stato schiacciato e nessuno riusciva più a riaccenderlo, nemmeno io. Quando ha deciso di venire qui a Roma sono stata male per il distacco ma non gliel'ho fatto mai pesare. Qui è rinata un po' ma mai quanto sia rinata grazie a te. Con te l'ho vista di nuovo quella di prima. Una carica esplosiva. Perciò sono venuta a dirti che sei vuoi Linda ancora al tuo fianco devi lottare. Riprenditela con tutte le forze. E' tua e lo so perchè solo con te ha ricominciato ad amare e crede nel destino, me lo ha confessato. So che le hai urlato il tuo amore davanti a tutti, ha solo seguito il suo orgoglio, lei ti vuole e credimi sono sua madre, meglio di me non la conosce nessuno.". Carla finì il suo discorso e io non sapevo cosa dirle. Aveva detto tutto lei e mi aveva lasciato senza parole. Linda mi voleva e mi amava esattamente come io amavo lei.

"Grazie signora Carla, le sarò sempre grato. Combatterò per lei, per me e soprattutto per noi."

Mi sorrise e andò via, la guardai andare via poi guardai l'ora e mancavano dieci minuti al mio inizio turno. Mi sarei ripreso Linda a tutti i costi.

𝐼𝓁 𝓈𝒾𝓁𝑒𝓃𝓏𝒾𝑜 𝒹𝑒𝓁 𝓂𝒶𝓇𝑒.Where stories live. Discover now