CAPITOLO TRENTOTTO. PAOLO

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TI AMO LINDA.

Quando ritornai dal giro visita, mi rintanai nel mio studio al fresco ma soprattutto in solitudine.

Da quando in ospedale si era diffusa la notizia del mio divorzio alcune infermiere trovavano degli argomenti, alquanto futili e miseri, per starmi alle calcagne e poi uscirsene con la frase:"Che ne dice se ne discutiamo in una cena a casa mia?" ne avevo rifiutate dieci. Non volevo nessuno nella mia vita a parte Linda. Chissà dov'era..

Quando mi accomodai alla mia sedia tirai un sospiro di sollievo e l'occhio mi cadde sulla mia scrivania dove giaceva una lettera con una scritta. "PER PAOLO."

Era una scrittura sicuramente femminile, ben curata. Poteva essere qualche infermiera. Oddio ci mancavano solo le letterine d'amore da quattordicenni. La aprì. Quando lessi il mittente rimasi un attimo a contemplare quel pezzo di carta. Lo contemplavo come le persone contemplano "La Gioconda" al Louvre di Parigi. Linda era stata qui da me ed io non l'avevo nemmeno incontrata.

Lessi la lettera. La rilessi una seconda ed una terza volta. Linda mi aveva lasciato per non poter essere odiato dai miei figli e non perchè non mi amava. Lei non era una ragazzina, lei era una donna. Aveva agito con maturità e per di più ero l'amore della sua vita. Avrei voluto averla di fronte e abbracciarla e baciarla teneramente. La mia Linda. Era così dolce e sincera che aveva deciso di mettersi da parte per non rompere la bolla mia di Luca e di Matilde. Era andata via. Dov'era andata? L'avrei più rivista? Dovevo assolutamente vederla.

Chiamai mia madre. Avevo bisogno di sfogarmi.

"Mamma, ho bisogno di vederti. Tra dieci minuti potresti essere nel mio ufficio?" le dissi.

"Non c'è bisogno figliolo, sono già qui." mi rispose mia madre spalancando la porta.

"Oh mamma, che gioia vederti" le dissi abbracciandola.

Lei era ormai il mio braccio destro, il mio scrigno dei segreti. Mamma sapeva darmi consigli e mi diceva ormai tutto così come lo pensava senza il timore che papà la potesse rimproverare.

Le feci leggere la lettera scritta da Linda e dopo averla riletta una seconda volta mi guardò e mi disse: "Perchè sei ancora qua babbeo? Vattela e riprendere no?"

La guardai con gli occhi fuori dalle orbite e le dissi: "Non so dov'è mamma. Dove vado? Giro il mondo finchè non la trovo?"

"Potrebbe essere un'idea almeno ti rilasseresti figliolo ma non hai pensato che potrebbe essere da sua madre?" disse mia madre guardandomi con la faccia da chi sa tutto.

Aveva ragione, Linda poteva essere andata dalla madre e io non ci avevo pensato.

"Fai le valigie Paolo, andiamo insieme in Puglia." mi disse mamma.

Sorrisi e capì che mamma voleva accompagnarmi.

Vengo a riprenderti Linda. Ti amo Linda.

𝐼𝓁 𝓈𝒾𝓁𝑒𝓃𝓏𝒾𝑜 𝒹𝑒𝓁 𝓂𝒶𝓇𝑒.Where stories live. Discover now