CAPITOLO TRENTA NOVE. LINDA

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VECCHI RICORDI.

Ero al mare, parcheggiai la mia auto e scesi sulla spiaggia. Levai le scarpe e iniziai a camminare sulla sabbia bollente di Luglio. Il vento aveva cessato di soffiare erano le sette del pomeriggio e la gente stava andando via mentre io ritrovavo un po' di solitudine lì, dove il mare avrebbe solo ascoltato le mie parole.

Il sole stava tramontando sembrava stesse iniziando a nascondersi dietro la linea immaginaria del mare e il cielo aveva assunto un colore rossastro. Era un'immagine da immortalare e infatti feci una fotografia col mio cellulare.

Mi fermai lì, dove ben otto anni prima stavo abbracciata al mio fidanzatino o ai miei amici o amiche. Ci divertivamo a giocare a carte, a raccontare stupidaggini, a prendere in giro e scambiare ogni tanto qualche bacio fugace. C'eravamo tutti ed eravamo proprio tanti ma i più importanti per me erano la mia migliore amica e Leonardo.

Leonardo fu il mio primo vero fidanzato, il primo bacio. Non so nemmeno se fu il mio primo vero amore. Non feci l'amore con lui perchè sapevo che di me non era innamorato ma per lui piansi ed anche tanto. Giurai che dopo di lui non avrei più pianto per un uomo e quel giuramento fu buttato giù da Cristian, che dopo quasi due anni di relazione mi lasciò lì, nel cuore della notte con un messaggio. Dopo il mio cuore divenne ghiaccio fino a due mesi fa, maledetto Paolo.

Erò lì seduta ad ammirare il mare, ormai si era fatto buio ma la luce della Luna era fioca e bellissima. In lontananza si intravedeva qualche nave o qualche piccolo peschereccio, con le mani giocavo con la sabbia divenuta un po' tiepida, stava calando l'umidità.

Scoppiai a piangere. Era uno sfogo, tutti gli avvenimenti con Paolo mi si erano incastrati dentro senza mai uscire fuori.

Urlavo e singhiozzavo, non c'era più nessuno tanto, erano ormai le nove della sera e faceva ormai un po' freschino, non poteva esserci nessuno più.

"Una donna come te non dovrebbe piangere. Hai sempre detto che ti si rovina il mascara, a quanto pare quello che indossi ti fa schifo o lo hai pagato poco eh, piccola Linda?".

Sorrisi, quella voce l'avrei sempre ricordata. Mi girai e con le lacrime che fuoriuscivano gli dissi: "Forse perchè non lo porto, allora mi sono presa il lusso di piangere, tu che dici?"

Leonardo mi guardava dall'alto del suo metro e ottanta senza proferire parola e lasciò a me il privilegio di intavolare un discorso.

Si sedette accanto a me sulla sabbia e insieme guardammo verso il mare poi iniziai a parlare chiedendogli della sua fidanzata. Parlammo del più e del meno, mi raccontò che aveva dovuto lasciare l'università per poter lavorare. Mi disse che era andato a convivere ma non era soddisfatto della sua vita. La sua fidanzata aveva voluto tutto e subito e e lui per amore aveva abbandonato il suo sogno di diventare avvocato. Gli raccontai di me, di Roma, dei miei amici ed infine di Paolo. Mi sentivo un fiume in piena, era come se stessi parlando col mio migliore amico. Quando finì di raccontargli tutto mi abbracciò senza che io glielo chiedessi e mentre mi stringeva nelle sue forti e toniche braccia mi chiese: "Perchè sei venuta al mare?" e con tranquillità gli risposi: "Perchè non fa domande, non ti giudica e ti fa sfogare. Porta via con sè i tuoi segreti e non dice nulla. Mi piace il suo star zitto; mi piace il suo silenzio, ecco si, mi piace IL SILENZIO DEL MARE.

Mi guardò, mi sorrise e un attimo dopo mi baciò poi andò via. Io lo guardai andare via, come aveva sempre fatto. Il mare aveva visto anche questo segreto: il bacio mio e di Leonardo, l'ultimo.



VI HO REGALATO OGGI DUE CAPITOLI PERCHE' IL PRECEDENTE ERA SOLO UN CAPITOLO DI PASSAGGIO E QUINDI ANCHE UN PO' MISERO. Buona lettura babieees. :) 

𝐼𝓁 𝓈𝒾𝓁𝑒𝓃𝓏𝒾𝑜 𝒹𝑒𝓁 𝓂𝒶𝓇𝑒.Where stories live. Discover now