Capitolo 28

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<<Ma che cazzo ti prende?>> grida James e sale nella sua macchina.

Non lo capisco proprio questo ragazzo, è un'impresa inutile. La sera ti bacia e la mattina dopo fa il geloso senza un valido motivo.
<<Si può sapere che hai? Perché ti arrabbi tanto?>> chiedo.
<<Non è tipo per te quello. Ma lo hai visto? Parla di economia aziendale a te che giocavi con lo zucchero! E gli dai pure il tuo numero...>> si lamenta quando anche io sono entrata in auto. <<Non è un tuo problema a chi voglio dare il mio numero>> replico, dopodiché non mi risponde più, si limita a guidare verso scuola.

<<Scusami>> dice ad un tratto mentre sta parcheggiando.
Scusa per l'attacco di rabbia? Non preoccuparti nemmeno! Le persone mi trattano sempre in questo modo. <<Non c'è problema>> dico freddamente e scendo dall'auto diretta verso le mie migliori amiche.

<<Vi devo parlare, è più o meno urgente>> dico ad entrambe e le porto con me dentro la scuola, accanto agli armadietti.
<<Non so che sta succedendo, ho bisogno di voi>> 
<<Tranquilla, noi siamo qui, parla>> Entrambe mi prendono la mano e mi spronano a parlare.

<<Ieri Micheal ha provato a baciarmi ma io non volevo, poi è arrivato James, lo ha quasi ammazzato e siamo andati a sederci sulle scale del cortile, non so perché ma gli ho raccontato tutto del mio ex , era come se lui mi volesse ascoltare. Ieri sera mentre guardavo le stelle è arrivato anche lui e poi mi ha baciata. Infine stamattina abbiamo fatto colazione con i nostri padri e c'era un altro ragazzo che mi ha offerto un passaggio a scuola, James mi ha seguita in bagno e mi ha detto che sono sua, ci credete? Allora per fargli un dispetto ho dato il numero a quel ragazzo e si è incazzato tanto. Non ci sto capendo più niente>> dico tutto ad un fiato, sì forse ho parlato troppo veloce.

Marta ed Allie si guardano esterrefatte.

<<Ti ha baciata?>> urlano entrambe di gioia. Di tutto un discorso hanno capito solo questo?

<<Non fatemelo ripetere, è stato già abbastanza traumatico>> 
<<Noi lo sapevamo che c'era qualcosa>> dice Marta.
<<Non c'è proprio nulla, io lo detesto>> Mentre sto provando a giustificare il mio odio per James suona la campanella e ci dividiamo nelle nostre classi.

Ora di arte.
Mi è sempre piaciuta l'arte, sin da piccola quando andavo con la mia famiglia in montagna e disegnavo i paesaggi, ho perso questa passione da quando, beh da quando Lucas, il mio ex mi ha tradita, con lui un po' tutto è finito, se potessi vederlo ora lo ridurrei ad un granello di sabbia.

Mi piacerebbe ricominciare ma non se ci riuscirei.
<<Ragazzi, oggi non sarà una vera e propria lezione, darete libera espressione alla vostra creatività e spontaneità. Sui vostri banchi vedete dei fogli, dei colori e tutto ciò che serve, iniziate!>>

E' la prima volta che vedo il prof di arte, ha i capelli quasi rossi, sparati verso l'alto e sembra inquietante, e la carnagione altrettanto scura e rossa, ma che uomo è? A me sembra Geronimo Stilton.

Prendo il foglio e inizio a disegnare la foce di un ruscello, e dei rami che ricadono nell'acqua, poi sulla riva una ragazza che legge. Beh devo ammettere che non sono proprio niente male, una natura morta è proprio il massimo della mia espressione artistica oggi.

Mi concentro così tanto che passano due ore e io ho quasi finito il disegno, solo che lascio uno spazio bianco accanto ad una ragazza. Suona la campanella e Geronimo Stilton ci assegna da finire il disegno per casa.
Segue la noiosissima lezione di matematica e sembro capirci qualcosa anche io.

Dopo questa finalmente possiamo andare tutti a mensa o fuori per svagarci un po', io ed Allison raggiungiamo Marta al nostro solito tavolo dove, poco dopo, ci raggiunge anche James.

<<Nic, possiamo parlare? Ah beh, inutile voi sapete già tutto vero?>> chiede sedendosi accanto a me.
<<Sì>> dicono all'unisono Marta e Allison.
<<Scusa Nic, ho esagerato>> Lo guardo e noto che probabilmente sta dicendo la verità. In fondo un attacco di rabbia senza motivo può capitare a tutti, che sarà mai.
<<Okay tranquillo>> prendo la mia insalata e inizio a mangiare.

<<Sono capitano della squadra di football>> dichiara ad un certo punto.
Tutte e tre ci complimentiamo ed io prendo il mio disegno per riguardarlo. Non avevo dubbi che James avrebbe spaccato alle selezioni, è davvero bravo a football.
<<E Micheal?>> chiede Allison.
Lui spiega tutto ciò che è successo durante l'allenamento, di come ha strabattuto Micheal e ha preso il suo ruolo.
<<Preferito del cazzo>> mugolo contro James.
<<Preferito del cazzo>> scimmiotta lui imitandomi. 
<<Io non ho questa voce insopportabile>> gli pizzico un braccio e lui urla dal dolore.
<<Violenta>> Poi nota il foglio che ho sotto il gomito.

<<Ma lo hai fatto tu?>> Marta prende il mio foglio e se lo passano tra di loro osservandolo.
<<Sei bravissima, davvero>> Allison passa delicatamente il dito su tutto il foglio.
<<Stupendo>> commenta James sottovoce.

Suona la campanella e ognuno di noi prende la sua strada per la lezione seguente. Ancora faccio difficoltà a trovare tutte le aule ma finisco sempre per farcela, in un modo o nell'altro.

La lezione di inglese inizia tra qualche minuto e io sono da tutt'altra parte.
Posso attraversare l'atrio e salire dalla finestra?  Sarebbe tutto più semplice se ci fossero delle scale mobili tra i piani. Ormai tutto è deserto e la lezione sta per iniziare.

<<Questo è per chi si oppone alle scale mobili e alla tecnologia nella scuola, che poi non c'è nemmeno una mappa!>> urlo credendo di essere completamente sola.

<<Quando Nic ha bisogno, James arriva in un secondo>> James si presenta davanti a me.

<<Punto uno: sei squallido. Punto due: non hai nemmeno fatto rima. Punto tre: non ho bisogno del tuo aiuto>> continuo a camminare senza meta.

<<Smettila di fare la simpaticona della situazione e fatti aiutare>> non lo rispondo, lo guardo e mi soffermo ancora una volta sui suoi occhi verdi, verdi come la natura, come un labirinto di emozioni diverse, quelle che mi ha fatto provare in quel bacio.
Quel bacio inaspettato.
Smetto di fissarlo.
<<Sbaglio o hai inglese?>> continua lui.

<<Risposta esatta>> dico. Mi prende per il polso e inizia a correre verso l'aula di inglese.
La deve smettere con questa violenza, sono una normale ragazza con dei polsi fragili.

Arriviamo giusto in tempo per la lezione e la prof sta proprio chiamando me all'appello.
<<Hale, stavo proprio per dirti.. >> inizio a pensare al peggio.
<<Che ti trovo migliorata... >>

Anche Se Sono Un CasinoWhere stories live. Discover now