Capitolo 54

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Nicole pov's

<<Sei folle... I-io non so che dire>>
Sono una stupida! Un'emerita stupida.
James mi guardò e poi socchiuse gli occhi come per cancellare tutto ciò che ha detto, e io rimasi in silenzio, un silenzio straziante perché sono una scema.
Se ne andò correndo, non so dove ma di sicuro lontano da me, da questa ragazza che invece di gridargli "anche io ti amo" se ne stava zitta.
Devo andare da lui.
Cercai di raggiungerlo ma in vano, perché non c'era più.
Le lacrime salate iniziarono a rigare la mia guancia, in mezzo ad una festa con tutte le persone intorno che però per me iniziarono a sparire pian piano, e rimasi sola.. Con la musica rimbombante in sottofondo.

<<Niki, sorellina che hai?!>> urlò mio fratello venendo in mio soccorso.
<<Ho appena perso il treno che passa una volta sola>> dissi semplicemente.
Lui per me è questo, è la mia unica speranza, è la mia sola ancora, è quella cosa che capita una volta e mai più, e io lo ho appena perso, si perché lui mi ha gridato inconsapevolmente "TI AMO" e io sono rimasta impassibile.
<<E chi sarebbe questo treno?>>
Lui l'ha capito, anzi lui lo ha sempre saputo, tutti lo sapevano tranne io, perché l'amore rende ciechi, ma lo amo da impazzire e me ne sono accorta solo adesso.
<<James, anche se credo che tu lo sappia>> sto davvero parlando di questo con mio fratello?
<<Senti, piccola, non sai davvero tantissime cose di lui però posso dirti che lo conosci meglio di chiunque. Ora non sto a spiegarti tutte le cose che gli sono successe e io non so nemmeno cosa ti abbia detto. Ma se lo ha fatto con il cuore, fidati, lui non lo ha mai fatto a nessuno. Se ora lui è così è per i suoi vissuti, ti dirò la verità... ci conosciamo da circa cinque anni perché ho dovuto aiutarlo, suo padre mi telefonò perché non sapevano proprio cosa fare, stava letteralmente impazzendo e dato che ero agli sgoccioli con il mio studio in psicologia, feci di tutto per aiutarlo>>

Si fermò per riflettere se dirmelo o no e lo supplicai con gli occhi.
<<Non so da dove iniziare....
Tutto partì da un tradimento da parte del signor Livs, James lo scoprì per caso e ne rimase scioccato, traumatizzato a dire il vero. E lui lo riferì alla madre solo molti mesi dopo poiché aveva timore di ciò che poteva accadere. La madre però non ne rimase molto turbata, lo sapeva eccome ma lei soffrì in silenzio, non lo mostrò in giro. La signora Livs perdonò suo marito sempre un po' di mesi dopo e James ci rimase malissimo perché assistette a tutti i momenti brutti di sua madre, in pratica lui non lo accettò. Allora iniziò a ribellarsi, a bere, inizialmente anche a fumare ma smise. Cominciò con le feste, l'alcool e le ragazze, soprattutto le ragazze. Aveva paura di diventare come lui, cioè di perdere la sua donna e farla soffrire, ecco perché le tratta così ora, le ragazze, non vuole innamorarsi. Così lo aiutai, fondamentalmente ci sono riuscito, però ancora i fantasmi del suo passato lo perseguitano. Tu, Niki lo stai cambiando e ora vai, VAI DA LUI!>>
Un attimo per metabolizzare tutto ciò?
Scossi la testa per ricordarmi come si corre. Okay prima un passo poi l'altro velocemente, ce la posso ancora fare.
Presi la macchina di mio fratello nel parcheggio e partii. C'era tantissimo traffico e prima di decidere una possibile meta lo chiamai.
<<Ciao belli sono James Livs! Lasciate un messaggio se dovete dirmi qualcosa di importante altrimenti non sprecate fiato, grazie prego ciaoo>> che idiota.
<<Senti James, prima di tutto hai una segreteria stupida.. Comunque dove cazzo sei? Ti prego rispondi. Non mi hai detto niente del tuo passato, perché? Pensavo ti fidassi! E poi perché sei scappato? Okay sono una scema ma... Uff>>
Ultime parole poi... BUIO.

James pov's

Intorno a me una centinaia di persone che ballavano. Che bevevano e fumavano.
Sono scappato un'altra volta da me stesso, da ciò che provo.
Mi sono ubriacato e sono tornato quello di quattro anni fa, ma tutto questo non mi piaceva, non volevo stare lì tra la gente.
Allora uscii fuori e aprii il telefono, Nicole mi aveva lasciato un messaggio in segreteria ma io ero troppo stupidamente ubriaco per fare la differenza tra la sua voce e quella di un canguro arrabbiato.

Così mi rannicchiai in un angolo nel giardino di questa casa colma di gente divertita, pensando che avrò pur fatto un errore, ma lei per me è l'errore più bello che abbia mai commesso.
                              ***
Svegliarsi vomitando non è certo uno dei migliori buongiorni, ma non lo è nemmeno accorgersi di aver fatto il codardo per tutta una serata.
La luce del mattino mi ricordò di avere un telefono e nel mezzo dei pensieri più rammaricanti ascoltai il messaggio di Nicole.
Non prima che qualcuno mi chiamasse come fossi un cane.
<<James, James!! Hai sentito l'ultima notizia?>>
Non ricordai nemmeno chi fosse a parlare, veramente.
<<Nah, non credo che mi importi>>risposi.
Andai in cucina cercando qualcosa di non alcolico da bere per svegliarmi dal post-sbronza.
<<Povera ragazza, com'è che si chiamava? Ahah, che tragico incidente.. >> sentii da un vocio di gente. Perché sembra quasi diretto a me?
Mi feci coraggio e aprii il cellulare.

<<... Pensavo ti fidassi... Okay sono una scema ma.. Uff>>
Schianto.
Scoppio.
Rumore assordante.
Macchina.
Traffico.
Incidente.
Nicole.
Corro.

Narratore esterno.

E sembravano proprio dei pazzi quei due, un momento si gridavano contro come matti, insultandosi nel peggiore dei modi, pareva che si volessero uccidere con le urla. Ma dovevate vederli qualche secondo dopo, a ridere delle cazzate dette prima, a farsi perdonare tutto in men che non si dica, a sorridere e ad amarsi inconsapevolmente.

Forse era questo che la colpì di lui, quei suoi cambiamenti d'umore, che la facevano impazzire ma allo stesso tempo non poteva proprio farne a meno.
E litigavano come due matti, ma non potevano stare l'uno senza l'altra, semplicemente perché le loro anime continuavano a rincorrersi per unirsi.
Ed erano proprio dei pazzi, quei due, a dedicarsi dei sorrisi immensi a vicenda, i sorrisi per cui vale la pena vivere.

E forse era proprio questo che lo colpì di lei, quel fargli spuntare sorrisi bellissimi da cui lei era affascinata, e che lui definiva senza importanza.
Erano strani, ad uccidersi e amarsi continuamente, erano forti ma talmente fragili che potevano spezzarsi a suon di "ti odio". E meglio non intromettersi tra quei due, inutile tentare di capirli, nessuno mai ci riuscirebbe perché erano così speciali e avevano quel rapporto di forza costante tra di loro.

E crollavano sempre ma si amavano come nessun altro al mondo, cadevano e si rialzavano l'uno con la forza dell'altra. Si perdevano per poi ritrovarsi.
E sapete perché sembravano pazzi? Perché non sapevano minimamente di amarsi, ma si amavano, eccome.

Anche Se Sono Un CasinoWhere stories live. Discover now