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Michael's point of view

Quella mattina mi svegliai con un umore diverso, il sole splendeva nel cielo azzurro e l'estate si stava avvicinando, il caffè era più squisito, insomma, mi sentivo abbastanza forte da affrontare la giornata rispetto ad altre.

«Vado in ufficio, ci sentiamo nel pomeriggio» lasciai perdere completamente il cappotto, presi la mia adorata ventiquattr'ore e infilai i miei occhiali da sole scuri.

«Ciao Mike buona giornata» strillò mia moglie dalla toilette.

Chiusi la porta, scesi in garage e salì a bordo dell'auto.

«Trav, buongiorno prenditi pure la giornata libera per oggi ci penso io» in tanto ero già uscito dal vialetto.

«Ne è sicuro signor Reed?» disse, l'altro capo del telefono.

«Si sono sicuro, divertiti Travis»

«A lei, e grazie ancora » riagganciai, accesi lo stereo non troppo ad alto volume e mi avviai verso l'azienda, la mia.

Il traggito fu piacevole, ma dovetti fare benzina così mi fermai al primo distributore.

«Salve, faccia il pieno» dissi al benzinaio dal finestrino.

«Cavolo, questa non ci voleva..» percepí un leggero borbottio, tolsi via i miei occhiali e con uno sguardo corrucciato incuriosito mi guardai attorno per capire da dove provenisse quella voce.

Si trattò di una ragazza alle prese con il suo veicolo che probabilmente doveva aver avuto qualche problema, così scesi dall'auto.

«Serve aiuto?» parlai caolorsamente, il volto della ragazza si piazzò davanti al mio e ancora una volta non potevo crederci.

«Mia?» dissi incredulo

«Non facciamo altro che incontrarci noi due»

«In effetti..» ridacchiai.

«Cos'è succede?» le chiesi finalmente

«Micha-.. cioè signor Reed  grazie mille per l'interessamento e l'aiuto, ma penso che ci voglia soltanto un miracolo per aggiustare questo rottame» si tolse il casco mostrando i suoi meravigliosi capelli ramati che al vento le si attaccavano al viso.

Scese dalla sella battendo i piedi a terra come farebbe una bambina in un negozio di giocattoli e borbottando qualcosa che non capì.

«Ferma ferma, per prima cosa chiamami Michael per favore, solo in ufficio sono il signor Reed» alzai le mani con un gesto teatrale al quale lei ridacchiò divertita.

«Va bene, Michael» le feci un sorriso d'approvazione, per un attimo dimenticai il vero motivo per il quale ero sceso dall'auto.

«Cos'ha che non va?» mi abbassai per controllare le ruote.

«Non ne ho idea, mi sono fermata a fare benzina ma poi non è più partito e in più sono in ritardo per la lezione delle otto» sbuffò guardando l'orologio al suo polso.

«Be' per il tuo scooter non posso fare granchè chiamerò il mio meccanico per fartelo venire a prendere, per l'altra cosa potrei accompagnarti se ti va..» vidi la sua espressione perplessa ed ebbi la netta sensazione di aver sbagliato qualcosa.

«Non lo so, cioè..non voglio farti scomodare, avrai anche tu degli...»

«Forza sali!» conclusi, senza lasciandole finire la frase, altrochè se l'avrei accompagnata con piacere, dopo tutto era anche la sorella del mio migliore amico.

Premetti un pulsante e la portiera si aprì in automatico, lei vi salì davanti.

Mia's point of view

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