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Mia's point of view

La mia testa era appoggiata al finestrino, nessuna radio, nessuna parola, quasi i sospiri diventarono silenzio.

«Mi dici perchè cavolo ti sei comportato così?» ringhiai furiosamente, lui cambiò marcia per poi riparitre al semfarono verde.

«Rispondimi almeno!» strillai

«Cosa vuoi che ti dica?» il suo tono divenne improvvisamente incolore.

«Voglio che non ti intrometti nella mia vita, tanto meno in quella sentimentale perchè non sono affari tuoi» ci volle qualche secondo e Michael accostò bruscamente sulla striscia continua al margine destro allontanandosi dalla corsia che stava percorrendo.

«No ma dico, sei impazzito???» il cuore mi martellava nel petto, tirai un lungo respiro ingoiando il groppo che mi si era formato in gola.

«Stai mettendo a dura prova la mia pazienza Mia» il suo volume della voce era ancora calmo, spaventosamente quieto nonostante la brusca frenata che aveva fatto.

«Ah io? Be' mi strappi via dal mio fidanzato, pensi di potermi trattare come un pacco e mi porti via di lì.. per di più stavamo per fare un incidente» ridacchiai sarcastica, e stizzita ormai dal suo atteggiamento avuto tutta la serata, gesticolando con le mani perfino più del solito. Forse ero era l'alcol a parlare per me.

«Mi intrometto eccome invece..» ringhiò a denti stretti, quasi come un bulldog.

«No che non ti intrometti» controbattei, voltandomi completamente verso il suo corpo.

«Si invece» non aveva fatto altro che ignorare il mio sguardo, guardava fisso dinanzi a se continuamente anche fino a quel momento.

«Perché?» incrociai le braccia al petto.

«Perché sono geloso!» fu un attimo. Un attimo in cui percepii soltanto il tempore delle sue labbra sulle mie mentre la sua grande mano si posò sulla guancia avvolgendola interamente. La sua lingua si insediò nella mia bocca, era calda e sapeva leggermente di un liquore a me sconosciuto. Si unì alla mia, danzarono all'unisono e mi sporsi verso di lui cincengoli il collo con le braccia mentre le mie dita fiondarono nei suoi riccioli all'altezza della nuca. Fu come tornare a respirare, tornare a sentirsi in pace col mondo e con se stessi.

***

Il suono del mare arrivò alle nostre orecchie, non appena uscimmo dall'auto nera. Dopo esserci abbandonati nuovamente alla passione, tra noi calò il più terribile e profondo silenzio, nessuno dei due ebbe il coraggio di spicciare parola. Dal canto mio decisi di interpretare quel bacio come un sogno o un ricordo, un meraviglioso ricordo. Per fortuna la sbornia si dissolse leggermente, ma l'aria fresca delle serate di Agosto mi fece venir la pelle d'oca.

«Hai freddo?» la sua voce mi schiarì i pensieri, mi sembrò un'eternità dall'ultima volta che l'avevo sentita. Fissai il pavimento impaurita di incontare i suoi occhi.

«Un po'»

«Mi dispiace, non ho nulla con me» lui mi si avvicinò titubante, un po' imbarazzato probabilmente e mi cinse le spalle con il suo grosso braccio che mi coprì quasi completamente. L'altra mano invece strofinava il mio gomito e la spalla sinistra riscaldandomi istintivamente mi strinsi al suo addome scolpito e muscoloso, camminammo in quella posizione fin quando non ci trovammo sulla soglia di casa. Michael aprì la serratura osservai ancora un pò le onde schiantarsi sulla sabbia in modo quieto, mentre il colore delle acque si sposava perfettamente con il cielo lì presente. Egli, non appena entrò, si recò al lavello recuperando un bicchiere pulito versandoci dell'acqua dal rubinetto lì vicino.

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