85

1.9K 60 20
                                    

Michael's point of view

Oops! This image does not follow our content guidelines. To continue publishing, please remove it or upload a different image.





Michael's point of view

La sottile luce che traspirava dalle tendine rosa della camera della giovane mi costrinse a schiudere gli occhi. Eravamo nella stessa posizione della sera precedente, il mio braccio addormentato era rimasto avvinghiato alla piccola vita di lei mentre i suoi capelli ramati erano sparsi su tutto il guanciale. Quando delicatamente sfilai via il braccio dal suo fianco, mi accorsi della vampata di calore che mi pervase eravamo un po' sudati d'altronde dormire in un letto singolo non era di certo il massimo, ma con lei avrei dormito anche su una panchina in mezzo alla strada. Il suo corpo si mosse, ancora con gli occhi chiusi si voltò completamente verso di me. Mi sollevai su un gomito, mi concessi qualche minuti per osservare le sue ciglia lunghe e la forma a mandorla la dei suoi occhi, come il suo petto si alzava e abbassava al respiro pesante ancora e immersa nel sonno profondo. Tirai un lungo respiro, ripensai alla nostra storia a ciò che avevamo passato a quello che ancora ci attendeva per via dei segreti che nascondevamo a suo fratello, nonché il mio migliore amico. Ma avevo deciso, dovevo dire tutta la verità era arrivato il momento
di parlare con Jamie e mettere fine finalmente a quella marea di menzogne. Dovevo, per il bene di Mia e mio, dovevamo essere felice lo meritavamo entrambi. Mi alzai dal letto stiracchiandomi e a passo felpato mi diressi in bagno, avevo portato tutto l'occorente per potermi radere la barba, proprio come m'aveva consigliato Mia. Stesi la schiuma sulle guance e un po al collo, con attenzione, fissandomi allo specchio presi a far scivolare accuratamente la lama sulla pelle delle gote. Dopo essermi rinfrescato con una doccia mi vestì di tutto punto, quella mattina avevo un importante incontro in ufficio. Quando fui fuori dalla toilette, notai la camera della ragazza chiusa pensai che stesse ancora dormendo e che fra qualche minuto le avrei portato la colazione in camera. Scesi velocemente le scale, ma lei mi precedette: la scoprì nel mentre si dava da fare ai fornelli, aveva i capelli legati ed un gran buon profumo che si espandeva in tutta la casa. Maliziosamente mi misi ad osservarla, adagiato allo stipite della porta, la radio era accesa e la sua voce canticchiava sulle note di una canzone estiva. Ridacchiai per il suo goffo atteggiamento e per aver bruciacchiato dei pancakes borbottò una parolaccia sotto voce e ciò mi fece ridere di più. Si voltó di scatto non appena udì la mia fievole risata.

«Buongiorno» esordì a bassa voce, restano con il sorriso sul volto.

«Tesoro, buongiorno» ripose, in pre dalla gioia.

Mi avvicinai e le cinsi i fianchi mentre le sue braccia avvolsero il mio collo.

«Come mi hai chiamato?» ridacchiai, senza offenderla.

«T-e-s-o-r-o, scusa come dovrei chiamarti?» scrollò le spalle e baciandomi infine la bocca.

«Sto preparando dei pancakes» continuò saltellando da una parte all'altra.

«Mh, questo lo vedo» qualche minuto di silenzio ed ero pronto a dirle ciò che avevo pensato di fare.

«Ho riflettuto.. parlerò con Jamie, di noi» lei si bloccò sul colpo, ma sorrise entusiasta.

TWENTY Where stories live. Discover now