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Michael's point of view

Annie doveva sapere la verità. Ero arrivato al culmine, preferivo confessare piuttosto che venire scoperto. L'influenza passò del tutto e qualche giorno dopo feci appello a tutte le mie forze per cercare di organizzare un discorso maturo e civile da poter affrontare con mia moglie.

Mia:"Finalmente non dovremmo più nasconderci"

Lessi freneticamente il messaggio della giovane ragazza, sospirai, pensando al fatto che in realtà il problema più grande non fosse Annie ma Jamie.

Come avrei fatto a dirglielo?

Lui era il mio migliore amico, non avrebbe mai approvato una cosa simile Mia la conoscevo da quando aveva due anni le avevo cambiato perfino il pannolino assieme a suo fratello. Ciò che mi spaventava maggiormente era perdere il mio migliore amico, purtroppo nella vita bisogna fare delle scelte ed io stavo prendendo la mia strada.

Michael:"Anch' io sono contento, tra poco torno a casa"

Cercai di autoconvicermi il più possibile, vedendone il lato buono della cosa. Tirai un lungo e profondo respiro, recuperai le mie carte ero pronto a tornare a casa. In auto non spiccicai parola, ero intento ad elaborare un discorso che probabilmente avrei dimenticato non appena l'avrei avuta davanti.

«Signor Reed, va tutto bene?» esordì Travis, la sua voce mi fece distogliere l'attenzione dai miei pensieri problematici.

«Oggi parlerò con mia moglie, ho preso una decisone» confessai, avevo realmente bisogno di qualcuno di cui potermi fidare al tal punto.

«Oh.. mi dispiace»

«Non dispiacerti Travis» conclusi, sospirando.

«Se posso permettermi, non era molto felice con sua moglie» gli sorrisi attraverso lo specchietto.

«A quanto pare sei l'unico ad avermelo detto in faccia» ridacchiai con sarcasmo, poco dopo anche l'autista mi seguì.

Travis mi accompagnò fin sotto l'arco dell'entrata, mi lisciai il completo nero e tirando un grosso sospiro entrai in casa. Annie era intenta a strabuzzare i cuscini del divano, era vestita di tutto punto molto elegantemente. Canticchiava, cosa che mai aveva fatto prima di quella volta.

«Oh, sei tornato» esclamò

Sorprendentemente, contenta?

Percepí che le cose stessero prendendo una piega più complicata. Ero un uomo gentile, non era nelle mie corde essere scortese o liquidare le persone in quel modo, specialmente con le donne: mia moglie innanzitutto era stata un' amica, da sposati troppo gelosa e possessiva nei miei confronti un po' statica forse, ma dopo l'aver conosciuto Mia sentivo di aver bisogno di quella scossa lungo la schiena, qualcosa che potesse smuovermi dentro come il suo sorriso.

«Annie, io.. ecco dobbiamo parlare» mi schiarì la gola, lei si posizionò una ciocca di capelli mossi dietro l'orecchio ed assunse uno sguardo corrucciato.

«Che succede?» si avvicinò sfiorandomi leggeremente la spalla con le dita affusolate.

«Vieni, mettiamoci qui» la invitai a spostarci verso il divano.

«Sai.. anch'io devo parlarti Mike» quella frase mi spiazzò completamente, al tal punto da farmi spalancare gli occhi sperai che l'argomento fosse lo stesso magari non avrei fatto tanta fatica, ma non fu così

«Dimmi pure, ti ascolto» la lasciai iniziare.

«Oh no parla prima tu, scommetto che è più importante» sorrise gentilmente.

TWENTY Where stories live. Discover now