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Michael's point of view

Ancora carico di adrenalina telefonai Bruce, per assicuarmi che fosse già in aereo porto.

«Buongiorno Mike, sono appena arrivato in aereo porto tu come stai?»

«Molto bene, grazie»

«Ehilà sei diverso, hai un tono.. di un non so felice. A proposito, Mia è stata davvero carina a farti quel discorsetto ha fatto per fino emozionare me pensa un po» ridemmo entrambi, poi ci fu un minuto di silenzio.

«Ho deciso di.. stare con lei Bruce, voglio provarci» era la prima persona a cui lo avevo rivelato, mi fidavo del mio amico.

«Cavolo Mike sul serio? Oddio sono felice per te, e con Annie cosa farai?» domanda a cui speravo di non dover rispondere mai.

«Non farmi questa domanda ti prego, ancora non lo so.. per ora credo sia meglio lasciare così le cose»

«Dovrai dirglielo, prima o poi lo sai vero?» sospirai profondmanete.

«Si, avevo intenzione di preparare le carte per il divorzio» camminai avanti e indietro per il mio ufficio, mentre osservavo il panorama luminoso di Seattle dalla larga vetrata.

«Grande Mike, allora è proprio una cosa seria» continuò lui, sbalordito.

«Si, credo di si» chiacchierammo ancora del più e del meno fino a quando non annunciarono la partenza del suo aereo, nel pomeriggio avrei dovuto tenere un'intervista ed ero leggermente nervoso, non ero abituato a stare dinazi a delle telecamere. Per quel sabato ero intenzione   preparare qualcosa di speciale per poter passare del tempo con Mia, soprattutto ora che le cose avevano preso una piega giusta.
L'intevista si tenne in un programma televisivo, Mia non sparì per tutta la metà mattinata di fatto me ne preoccupai inizialmente, ma poi grazie ad un suo messaggio riuscì a tranquillizzarmi e a fare l'intervista senza intoppi. Il mio migliore amico mi telefono subito dopo congratulandosi con me e per come avessi parlato all'intervista, mi definì un pessimo amico per non avergli raccontato della comparsa in tv.

«Sei un traditore!» in quel momento mi sentì trememndamente in colpa nel frequentare sua sorella di nascosto e di provare dei sentimenti per lei.

«Ma dai, non è poi cosi importante» ormai si erano fatte le cinque del pomeriggio ed io ero ancora in ufficio a sbrigare alcune faccende lavorative.

«Si che lo è, il mio migliore amico va in televisione e non mi dice nulla» ridemmo entrambi.

«Ma.. come sta Mia? È tornata? Mi aveva detto che doveva vedersi con te per quanto riguarda il collage e la Madison» sperai, che dal tono incrinato e leggermente preoccupato, Jamie non si accorgesse di nulla.

«Uhm si, abbiamo cercato di risolvere insomma sai quanto può essere difficile cambiare collage da un momento all'altro. Adesso però è uscita a comprare un paio di jeans, farfugliava una cosa sul.. non so, diceva di essere ingessata e che aveva bisogno di un paio di pantaloni» ridacchiai sommessamente, al pensiero che non fosse grassa per niente. Jamie se ne accorse, rise con me.

«Be' sarà difficile cambiare collage, se ti serve una mano con le carte posso aiutarti»

«Grazie Mike, ti farò sapere»

Dopo la conversazione a telefono con il mio migliore amico, comparvero nuovamente i sensi di colpa che non riuscivo ad ignorare in un nessun modo, lei aveva vent' anni meno di me e questa era davvero una cosa delicata da gestire, ma onestamente non volevo rovinare quel momento di benessere e libertà che provavo in quel momento. Guardai l'ora, e di li a poco avrei telefonato Mia per sapere come fosse andata la sua giornata.

TWENTY Where stories live. Discover now