62

2.6K 59 12
                                    







Mia'spoint of view

La serata giunse a buon fine, mi diveritì nonostante tutto o almeno ci provai dal canto mio. Passammo l'altra metà del pomeriggio al centro commerciale, eravamo sedute in una caffetteria che affacciava sulle vetrine del piano superiore, stavamo gustando un frappé.
La vibrazione del mio cellulare mi incuriosí, lessi il messaggio sul display successivamente.

Michael:"Cosa ne pensi se domani ti portassi al cinema? A costo che però il film lo scelgo io"

Sorrisi ingenuamente - Michael mi aveva risposto, finalmente - ridacchiai sotto i baffi facendo incuriosire e voltare le mie amiche nella mia direzione.

Mia:"Affare fatto! Ti ho pensato molto oggi"

Mi feci coraggio, dopotutto ero una ragazza implusiva io, talvolta in modo positivo in altre negativo.

«Perchè sorridi in quel modo?» chiese Carol, al contempo però Karen mi guardò con consapevolezza. Era l'unica a sapere della nostra relazione.

«Oh nulla, mio fratello mi ha minacciato di non fare tardi stasera o la sua auto posso anche scordarmela» risi leggeremente per smorzare la situazione e far distogliere l'attenzione su di me. La mia amica non rispose si limitò a ridacchiare, dopo di ciò entrambe ripresero a chiaccerare fra loro mi sarebbe piaciuto ascoltare, partecipare, ma onestamente la mia mente era proiettata verso me e Michael su una di quelle poltrone rosse comode del cinema, mano nella mano con sulle gambe un enorme sacco di popcorn. Immaginai di lanciargliene qualcuno di soppiatto e di sorridere subito dopo aspettandomi una rivincita da parte sua, pensai alla sua espressione divertita che mostrava ormai soltanto in mia presenza. A distogliermi da i pensieri fu una donna, quella donna, i suoi capelli biondo cenere appena stirati e messi a puntino dal parrucchiere volteggiavano sincroinzzati alla sua camminata sicura, mentre sulle esili braccia portava delle grosse shopper in cartone. Pregai che non mi vedesse, che passasse altrove senza fermarsi al negozio di fronte a noi ma le speranze caddero quando ella si presentò poco più vicino dalla mia figura.

«Annie,che ci fai qui?» chiesi cordialmente, mostrandomi educata e a tratti anche simpatica. La situazione era decisamente degenerata ora mai non potevo più sopportare che l'uomo di cui ero follemente innamorata fosse sposato, per di più con una donna del genere.

«Ho fatto un po di shopping» si limitò a dire, non era mai stata di molte parole, era una donna introversa silenziosa e talvolta bisbetica.

«Lo vedo» sorrisi, almeno mi sforzai, concentrandomi sulle grandi buste firmate.

«E tu che ci fai qui?» cinguettò, trattandomi come una dodicenne.

«Uhm.. sono in giro, stiamo bevendo una cosa ora» tentai con tutte le mie forze di essere cortese, nonostante lei non fosse mai sforzata di esserlo con me, dopotutto suo marito passava più tempo con me che con sua moglie.
Ad Annie non ero mai piaciuta, quel giorno il suo atteggiamento lo reputai troppo sospetto ma lasciai correre.

«Cosa ne pensi di questa cravatta? So che tu e.. Michael siete molto amici, potrebbe piacergli?» esordì, strabuzzai gli occhi non potevo crederci. Annie non era mai stata socevole con me, ogni attimo lo sfruttava per mandarmi frecciatine o sguardi omicidi.

Perchè ora voleva un consiglio da me?

Mi stava provocando?

Al contempo mi infastidi all'idea che lei gli avesse comprato una cravatta e che sarebbe tornata a casa da lui, che gliel'avrebbe sistemata nell' armadio, poi piegato il suo pigiama con cura dopo averne annusato il profumo. Rabbrividì al sentimento di gelosia che mi trafisse al solo pensiero di Annie insieme a lui, poi la sua mano smaltata dinanzi al mio viso mi fece tornare in me.

TWENTY Where stories live. Discover now