18.

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Michael's point of view

«Bruce? Si, ciao sono Michael, credo che accetterò la proposta» ero convinto di quel che facevo, roteando sulla sedia girevole.

«Bene, sono contento che hai accettato sarà un ottimo affare vedrai!» esclamò euforico il mio amico dall'altro capo del telefono.

«Ci conto amico, ci conto» e così staccammo la chiamata.

Mi risistemai la cravatta, presi alcuni fogli e scesi in uffico della mia segreteria Selly per tutti i documenti necessari riguardante la partenza.

Mia's point of view

«Cosa dovrei portare secondo te?? quanti cambi? E se poi dimentico qualcosa??» esasperata, mi presi la testa fra le mani.

«Mia, tesoro devi stare tranquilla non scorderai nulla ti aiuterò a preparare tutto il necessario ma adesso rilassati» mi rassicurò Lil poggiando la valigia ai piedi del mio letto.

«Va bene, e che sono agitata non ho mai viaggiato prima» sbuffai.

«C'è sempre una prima volta» la sua mano vellulata sfiorò la mia guancia io l'abbracciai forte.

«Grazie.. sul serio» le sussurrai fra i profumati capelli mogano.

«Non ringraziarmi tesoro» sussurrò lei a sua volta.

«Su adesso riposati, che fra qualche giorno partirai e le ore di volo sono tante» spense la luce e mi mandò un bacio volante, scomparendo dietro la porta.

Di li a pochi giorni sarei dovuta partire per la Francia un posto completamente nuovo e meraviglioso, ma l'ansia e la preoccupazione di essere in un luogo sconosciuto mi mandava in confusione, non ci dormivo quasi la notte, infondo non ero mai partita mai allontanata dal guscio di casa e soprattuto mai viaggiato in aereo. Ma conoscevo me stessa e in un modo o nell'altro sarei riuscita a cavarmela. Io e Michael dopo quella sera non ci eravamo più visti lui era preso dal lavoro ed io dallo studio e dalle prove per il Festival, ma ci sentivamo e di tanto in tanto ci scambiavamo messaggi, gli avevo parlato del viaggio ma non gli specificai esattamente dove sarei andata, probabilmente mi sfuggì.

Dopo una settimana...

FRIST DAY

Michael's point of view

«Sta attento Mike okay?» mi accarezzò il braccio Annie, mentre dall'altro tenevo la pesante valigia.

«Sta tranquilla, ti chiamerò okay? Starò via solo qualche giorno» la rassicurai toccandole la guancia con la mano e a quel contatto lei sobbalzò quasi come se non ci fosse abitutata, sorrisi malinconicamente per poi avviarmi verso la porta.

«Ciao Annie» sorrisi.

«Ciao..» sorrise tristemente a sua volta, chiudendo la porta alle mie spalle.

Il mio autista mi stava già aspettando, caricammo a bordo i bagagli e poi ci sistemammo sui sedili.

«Buongiorno Signor Reed, dia a me queste» lo aiutai a sistemare il tutto nel cofano.

«Buongiorno Trav, grazie sei molto gentile»

«E' emozionato?» chiese, senza mai staccare gli occhi dal volante.

«Un po', spero di riuscire nel mio affare» irrequieto mi strofinai le mani sul pantalone blu.

«Ne sono sicuro. E con la ragazzina come va?» rimasi per un secondo spaesato da quella domanda.

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