12.

3.6K 79 2
                                    



Mia's point of view

Dopo un paio di minuti arrivammo in questo famoso pub a qualche isolato più avanti dal centro, a quanto pare i suoi erano i migliori hamburger  del quartiere da quanto detto da Michael. Dal finestrino intravidi una grande insegna lampeggiante rossa e blu, e datasi la figura di un panino e la scritta che lo specificava dedotti fosse quello. Scendemmo dall'auto e lo seguì.

«Carino però» affermai sorridente.

«Molto, ci venivo spesso da ragazzo, mi fa molto piacere che sia ancora aperto» un velo di malinconia gli annebbiò gli occhi, sorrisi cercando di non farmi vedere dal sottoscritto.

«Salve buonasera, un tavolo per due» annunciò gentilmente Michael al ragazzo dietro la cassa.

«Si cert... cavolo lei è Michael Reed, nel mio locale è incredibile..» spalancò gli occhi, poi si rivolse a una sua collega «Katy prepara un tavolo perfetto e comodo per il signor Reed» lei annuì infretta.

«Non serve, davvero grazie..» vidi Michael agitarsi, non era la prima volta che lo vedevo in questo stato, probabilmente la notorietà non gli si addiceva poi cosi tanto, infondo da quel poco che avevo potuto costatare negli ultimi tempi era un uomo davvero timido e riservato.

Obbedì in silenzio, ed io lo seguì quando la cameriera ci fece cenno di seguirla per il tavolo scelto. In effetti, il tavolo era posizionato in un angolo carino al piano di sopra si poteva ammirare un po il panorama ed era posizionato all'angolo della stanza, un po riservato direi, forse troppo per noi due.

«Prego accomodatevi, a breve vi porterò il menù»

«Oh non serve grazie sappiamo già cosa ordinare» disse d'un fiato Michael nel mentre si accomodava alla sedia di fronte alla mia.  La cameriera si allontanò di poco e prese un taccuino digitale, con una penna della medesima funzione.

«Prego,cosa ordinate?»

«Io prendo un hamburger con patatine fritte e insalata» la donna segnò il tutto velocemente.

«Lei signor Reed?» cinguettò, facendo lui un paio di occhi dolci.

Stranamente mi sentí a disagio davanti a quel comportamento, un po' mi irritava le donne sembrarono pendere dalla sue labbra.

«Per me un hamburger al piatto con un misto di verdure, per favore» rispose l'uomo con la solita e anche troppa, gentilezza.

«Le vostre ordinazioni arriverano fra poco» Michael le rivolse un cenno, ed io uno sorrisino iprocrita che vi si poteva notare anche da un miglio di distanza.

«Non essere sempre cosi antipatica!»

«Non sono antipatica, per niente» acida, lo puntai con lo sguardo.

«Oh si che lo sei, hai guardato quella cameriera con uno sguardo omicida» rise di gusto, poggiando i palmi sul tavolo, mentre io con noncuranza ci appoggiai i gomiti.

«Be' si, non smetteva di staccarti gli occhi di dosso, cosi ho fatto l'antipatica» ammisi, con un sorriso da schiaffi sulla faccia.

«Ma non è vero!»

«Oh si che è vero, l'ho visto» sollevai fiera il mento e trattenni un sorriso.

«Tu guardi troppi film»

«Non proprio, semplicemente non per il fatto che sei un imprenditore milionario tu debba essere guardato in quel modo» la sua espressione si addolcì, non distolse lo sguardo dal mio così corrugai le sopracciglia con fare interrogativo.

«Non hai tutti i torti, cioè non sopporto quando la gente mi giudica così e per il mio nome mi trattano diversamente o sono più gentili, non è giusto» stavolta fu il mio, di sguardo, ad addolcirsi per poi sorridergli ampiamente.

TWENTY Where stories live. Discover now