33.

2.8K 59 2
                                    







Michael's point of view

Le giornate passarono infretta, come del resto grazie al mio lavoro. Con Annie le cose sembrarono andare meglio, la vedevo più rilassata più gentile e soprattutto più docile. Ma nulla toglieva quel sentimento nascosto e proibito che ormai provavo per quella ragazzina dai capelli ramati.
Quel giorno il mio migliore amico mi aveva chiamato per raggiungerlo nel suo ufficio, e quando fui dinanzi alla sua porta mi sistemai la giacca e respirai a pieni polmoni, poi bussai.

«Avanti»

«Mike, sei arrivato» si alzò dalla sua sedia per venirmi incontro ed abbracciarmi. In quel momento capì quanto in realtà non stessi mentendo soltato a sua sorella ma anche al mio migliore amico.

«E' tutto apposto? Ti vedo scosso» si scansò dall'abbraccio, ma io sorrisi per rassicurarlo.

«No sto bene, sarà il caldo afoso mi mette un po giù» dissi, allentando la mia cravatta.

«Si lo so, quando eravamo bambini non sopportavi giocare al sole» ridacchiò ed io feci lo stesso.

«Cosa mi racconti?»

«Nulla di nuovo, tu cosa mi dici con Lil come va?»

«Va bene, molto. Siamo pronti per partire domani, quindi ti ho fatto venire perché.. insomma per chiederti se potevi dare un occhiata a Mia, sai è cosi irruenta e impulsiva, non vorrei le succedesse qualcosa. Poi si fida di te ti vuole molto bene per cui.. » finì la frase con un sospiro.

«Ma si certo, conta su di me» lui avvicinò la sua mano alla mia spalla, strofinandola contro il tessuto della mia giacca nera.

«Grazie, sei un'amico» ingoiai il groppo in gola, e poi mi schiarì la voce.

«Ma figurarti.. »

Per tutto il pomeriggio, rivedemmo insieme alcuni documenti e delle pratiche. Parlammo del più e del meno della nostre infanzia passata e poi si fece ora di cena.

«Perchè non vieni a casa? Puoi cenare con noi, Mia ne sarebbe davvero contenta» guardai l'orologio, volevo con tutte le mie forze passare la serata con il mio migliore amico e con quella ragazzina che mi aveva scombussolato la vita ma, Annie? Cosa le avrei detto? Non volevo lasciarla sola un'altra volta. Fu una dura battaglia, ma alla fine vinse il cuore.

«Va bene, mi fa molto piacere»

Eravamo sulla soglia quando Jamie suonò il campanello, io mi nascosi dietro la sua figura, e quando la porta venne aperta, finalmente la vidi. Era li, ad un passo da me con i capelli in disordine una semplice canotta e dei pantaloncini. Dopo aver battibeccato con suo fratello, intravide la mia figura sul suo volto le si formò un sorriso smagliate ed ampio mentre le iridi verdi luccicarono a ritmo con le mie.

«Michael!!» mi saltò al collo, senza tentare di soffocarmi. Sorrisi a quel tenero gesto, ormai abituato alle sue manifestazioni d'affetto. Quasi ne ero succube anch'io, con lei mi veniva assolutamente naturale.

La serata si volse tranquilla, Lil era davvero un'ottima cuoca i suoi ravioli erano letterlmente la fine del mondo. Io avevo tolto la giacca e anche la cravatta facendo dei risvolto alle maniche della camicia. Eravamo ancora a tavola, sorseggiando del vino bianco e chiacchierando armoniosamente. Mia era seduta accanto a me.

«E comunque non è vero quella volta non mi feci pipi nei pantaloni» si giustificò Jamie.

«Oh si che la facesti, me lo ricordo benissimo» esclami, sotto lo sguardo costante di Mia e la sua risata constagiosa.

«Tesoro siamo in famiglia, va bene che c'è Karen, ma ti conosce anche lei da un sacco di» Lil strizzò un occhiolino a Karen che rise sonoramente per la reazione di Jamie.

TWENTY Where stories live. Discover now