27.

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Michael's point of view

Nessuno si accinse ad abbassare la musica, ne a smettere di ballare o di gettarsi in piscina urlando a squarciagola.
Bevemmo ancora due bicchieri, ero fuori testa ormai avevo raggiunto il mio limite, l'alcol non sapevo reggerlo affatto bene. In quel momento pensai soltanto a Nizza, al fatto che eravamo da soli che tutto ciò che sarebbe accaduto lí sarebbe rimasto in quella città estiva. Lei continuò a dimenarsi allegramente, stavolta appiggiò entrambe le braccia sulle mia spalle cingendomi il collo, nessuno dei sue aveva spiccicato parola avevamo soltato urlato e ballato e bevuto, urlato ballato e bevuto ancora. Strinsi le braccia attorno ai suoi fianchi, l'attirai a me senza esitare neanche un secondo. Ci guardammo come mai era successo prima di quella volta, il cuore batteva all'impazzata e così come il suo temetti che schizzasse fuori dal petto, l'ossigeno mi parve non arrivare al cervello le immagini erano sfocate e non mi reggevo in piedi, stringendola a me mi fiondai desideroso sulle sue labbra.
Il vuoto. Il silenzio. Un boato. E' cosi che ci si sente quando non ti mancava più nulla, quando sei faccia a faccia con la persona che hai desiderato per tutta la vita. E' cosi che ci si sente quando vai a sbattare contro qualcosa di pericoloso. Ancora un boato. Ancora il silenzio.
C'eravamo soltanto io e lei, immersi nei nostri battiti più profondi e rumorsi, solo gli schiocchi delle nostre bocche che si cercavano di continuo. Potei finalmente sentire il tepore della sue labbra sulle mie, le cinsi la vita stringendole i fianchi morbidi con le mani, lei premette la mia testa contro la sua, io verso destra lei verso sinistra un intreccio perfetto, continuai a baciarla e ad assaporarla come meglio potevo. La sua bocca aveva proprio il sapore che immaginvano. Ricambiò con la stessa foga e passione, la sua lingua calda scorse sulla mia, ci staccamò un secondo e lei mugolò alla perdita di contatto, come del resto feci anch'io, le accarezzai le guance e ci guardammo intensamente negli occhi. Niente di più bello avevo mai provato nella mia vita, fino a quel momento. Mia era tutto quello che desideravo.
Fu lei poi a riavvicinarsi e a baciarmi nuovamente. fece scorrere le mani lungo il mio petto io l'attirai a me schiacciando il suo petto contro il mio, accarezzandole la schiena nuda. Circa cinque minuti dopo le sue braccia
mi parvero flaccide e le gambe le diventarono gelatina fu in procinto di accasciarsi così l'afferrai in tempo, saldamente e svenne fra le mia braccia.

«Cavolo!!» esclamai non sapendo che cosa fare.La tenni stretta e mi guardai intorno cercando di scorgere Bruce o Travis, ma non trovai nessuno dei due a causa anche della mia vista annebbiata. Avvolsi un braccio intorno alla sua vita e cercai di farle avvolgerle invece il suo attorno al mio collo, barcollanti ci avviammo fuori di quel putiferio. Ero elettrizzato, desideroso, spaventato e altri sentimenti contrastati di cui sicuramente non riuscivo ad avere il controllo. Sventolai la mano e finalmente un taxi si fermò dinanzi a noi.

«Buonasera» esclamò l'uomo dal finestrino.

«Salve..mi scusi per l'ora, ma potrebbe.. ehm portarci nell'Hotel che si trova a due isolati da qui?» comunicai, barcollando e tenendo Mia stretta a me nella speranza che non potesse cedermi sul pavimento. La sentì lamentarsi e l'uomo la fissò per un secondo per poi parlare.

«Salite, prego» sorrisi gentilmente e salimmo in auto, aiutando Mia a sedersi.

«Mia?? Ehu, mi senti?» le presi il volto fra le mani posizionandolo davanti al mio viso, aprì leggermente gli occhi lamentandosi con una smorfia disgusta sul viso, si distese dopo di che sui sedili e appoggiando la chioma ramata sulle mie gambe. La guardai dolcemente e rimembrai le sue labbra posate sulle mie e subito mi venne voglia di rifiondarci con tutta la passione accumulata avevo dentro. Il tragitto mi sembrò infinito, appoggiai la testa all'indietro e sentì gli occhi farsi pesanti, soltato un minuto pensai.

«Signore? Signore siamo arrivati» esclamò l'uomo che guidava sul davanti, aprì gli occhi li strofinani infretta e mi guardai intorno per cercare d'essere lucido, ma con scarsi risultati. Estrassi una banconata da 20, o da 10 non la ricordo bene ma una cosa è certa quando la porsi all'autista lui spalancò gli occhi rimanendo a bocca aperta.
Uscì dal taxi, tenendo Mia stretta a me come nei minuti precedenti. Pregai che non ci fosse nessuno in giro, odiavo sentirmi in quello stato e ancor di più l'idea che qualcuno potesse vedermi così. Entrammo in ascensore e finalmente i suoi grandi occhi si spalancarono.

TWENTY Where stories live. Discover now