Capitolo III: Pioggia

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Passai brillantemente la settimana di prova... o quasi. Effettivamente avevo rotto due bicchieri e avevo sbagliato a dare il resto ad un cliente, ma fortunatamente Lee ci passò sopra. Nonostante all'inizio mi fosse sembrato un po' rigido, scoprì che in realtà era una persona comprensiva, ma pretendeva il meglio dai suoi dipendenti, perchè dopotutto il suo locale, il "Gumeong", era uno dei più rinomati della zona e Lee ci teneva a mantenere la sua popolarità.
Yoongi invece era un continuo sbuffare, prendermi in giro, lanciarmi occhiatacce e provocarmi solo per divertirsi. Paradossalmente la cosa sembrava intensificarsi ogni qual volta gli rispondevo a tono. Si sentiva sfidato e perciò era intenzionato a non farmela passare liscia e ad avere l'ultima parola con quel suo tono saccente e quell'atteggiamento menefreghista. Non lo avevo mai visto sorridere o sentito dire una parola gentile, lo avevo visto sbadigliare, lamentarsi, arrabbiarsi, ignorarmi e ascoltare la musica con gli auricolari. Avevo provato in tutti i modi a instaurare un rapporto quantomeno civile, ma con Yoongi sembrava proprio impossibile. Per me, che ero una persona che legava facilmente con la gente, era una vera e propria sconfitta. Mi sentivo avvilita, ma cercavo di non lasciare che questo incidesse troppo sul mio umore a lavoro. Io ero quasi sempre di buon umore fortunatamente, ma Yoongi sembrava avere un potere particolare su quest'ultimo facendomi diventare acida in un batter d'occhio. Così alla fine persi le speranze e dopo appena un mese di lavoro al Gumeong, mi rassegnai e lasciai perdere Yoongi, non aveva senso incaponirsi: dovevo solo andare, fare il mio lavoro e poi tornare a casa. Fine.
Un venerdì arrivai con due minuti di ritardo, tuttavia evitai il richiamo di Lee perchè il giorno prima era partito per Londra per andare a trovare le sorelle. Mi intrufolai nella stanza del personale trovando Yoongi a sonnecchiare su una sedia. Come diavolo faceva ad addormentarsi da seduto? Lo guardai: sembrava un bambino e senza quel cipiglio che aveva di solito sembrava quasi innocente. Le labbra erano leggermente dischiuse e le ciglia creavano un'ombra sugli zigomi. Feci un sorrisetto, sembrava un gattino.
<<Ti scopro sempre a fissarmi.>> disse facendomi sussultare. Dannazione.
<<Credevo stessi dormendo.>> risposi sfilandomi il giubbotto. Aprì gli occhi puntandoli nei miei.
<<Lo stavo facendo, prima che entrassi e facessi casino. Sai camminare senza sbattere i piedi?>> chiese ironicamente piegando la testa di lato. Alzai gli occhi al cielo.
<<Ti preferivo mentre dormivi, almeno stavi zitto.>> commentai infilando grembiule e cappello. Non rispose e fece lo stesso. Strano, solitamente voleva avere sempre l'ultima parola. Uscimmo e ci posizionammo dietro il bancone iniziando la solita routine. Il silenzio regnava sovrano intervallato dallo sfregare del vetro bagnato contro il panno in spugna che utilizzavo per pulire i bicchieri. Yoongi contava e sistemava i soldi. Ad un tratto un ticchettio mi fece distrarre e sollevare la testa in su. Stava cominciando a piovere. Adoravo la pioggia, ne andavo letteralmente matta, mi piaceva il suono delle gocce contro il vetro della finestra, l'odore umido e delicato, l'atmosfera che creava, adoravo guardarla mentre stavo rannicchiata sul divano, avvolta da una coperta calda, con una tazza di tè fumante tra le mani e il silenzio intorno a me. La pioggia mi metteva decisamente di buon umore. I miei occhi si illuminarono mentre le mie labbra si allargarono in un gigantesco sorriso. Zompettai velocemente vicino la vetrina e osservai il cielo livido e le gocce infrangersi sul vetro. Sospirai beandomi di quella vista.
<<Cosa stai facendo?>> chiese una voce alle mie spalle facendomi sussultare.
<<Mi piace guardare la pioggia, mi mette di buon umore.>> dissi a Yoongi con un piccolo sorriso.
<<Tu sei sempre di buon umore.>> mi fece notare accostandosi a me e guardando la gente coprirsi con il colletto dell'impermeabile o riparandosi sotto le tettoie dei palazzi e dei negozi. Aggrottai le sopracciglia.
<<Non sempre.>> risposi .
<<Ad esempio?>> chiese rendendo ufficialmente quella la conversazione più lunga che avessimo mai avuto.
<<Quando mi provochi e fai l'antipatico.>> lo rimbeccai. Non rispose, ma dopo qualche secondo lo sentì ridacchiare sotto i baffi. Mi voltai stupita. <<Stai... ridacchiando?>> chiesi incredula.
<<Sono una persona, mica un robot. E poi è divertente.>> disse riprendendo il suo solito tono apatico.
<<Infastidirmi ti diverte?>> chiesi incrociando le braccia al petto.
<<Quando ti infastidisci e rispondi a tono gonfiando le guance credi di essere minacciosa, mentre sembri solo una bambina a cui la mamma non vuole comprare lo zucchero filato.>> mi stava prendendo in giro? Era per questo che mi provocava? Perchè lo divertivano le mie reazioni? Mi resi conto da quei pochi ma precisi dettagli che Yoongi mi aveva fornito riguardo alcune mie reazioni, che fosse un attento osservatore.
<<Io non sembro una bambina!>> protestai infastidita. Sospirò come se fosse esasperato.
<<Dovresti guardare la tua faccia allo specchio in questo momento.>> sembrava divertito.
<<Quindi è questo che fai quando te ne stai muto? Osservi?>> chiesi curiosa. Fece spallucce.
<<Osservare mi piace. A volte la gente parla e basta, non osserva, quindi si perde l' 85% di quello che gli accade intorno. A me piace parlare poco e osservare molto.>>  affermò stringendosi nelle spalle. Lo guardai incuriosita e stupita, non sembrava nemmeno lo stesso Yoongi di sempre. Sembrava mi stesse mostrando un altro lato di sè in quel momento, un lato che avrei preferito mi mostrasse più spesso, era piacevole parlare con questo Yoongi.
<<E cosa vedi? >> chiesi scrutando il suo profilo. Ci pensò un attimo, poi il suo sguardo sembrò intristirsi un po'.
<<Vedo tanto menefreghismo, tanta superficialità e tanta ignoranza. Alla gente piace perdersi dietro le cose futili.>> piegai la testa di lato. Ce l'aveva proprio col mondo, per un motivo che ignoravo, e questo probabilmente lo spingeva a generalizzare.
<<Non può esserci solo questo Yoongi.>> dissi voltandomi completamente verso di lui. Mi lanciò uno sguardo con la coda dell'occhio e si passò la lingua tra le labbra tornando a guardare fuori.
<<Che vuoi dire?>> chiese. Gli feci un piccolo sorriso.
<<Magari quello che vedi è influenzato dal tuo pessimismo, ma mi rifiuto di credere che ci sia solo questo. >> scossi la testa. Dalla sua reazione capì che si aspettava quella risposta da me.
<<Perché tu sei un'entusiasta, magari anche quello che vedi tu è influenzato dal tuo ottimismo.>> effettivamente un po' di ragione ce l'aveva anche lui, le cose non sono mai o bianche o nere, e io lo sapevo bene, sapevo che c'erano milioni di sfumature di colore tra il bianco e il nero, ma ero del parere che se si guardassero solo le cose negative la vita avrebbe perso tutto quel fascino e quella "gamma cromatica" che ci permetteva di apprezzarla e di trovare qualcosa per cui valeva la pena lottare. Tuttavia non dissi nulla di tutto questo a Yoongi, rimasi a fissarlo ipnotizzata dal candore latteo della sua pelle senza dire una parola. <<Ecco perché vuoi starmi simpatica a tutti i costi.>> concluse ridestandomi dai miei pensieri.
<<Se è per quello ci ho rinunciato, è una causa persa. Non posso piacere a tutti.>> dissi facendo spallucce rassegnata con un mezzo sorriso.
<<Invece tu sei proprio il classico tipo di persona che piace a tutti.>> mi contraddisse spiazzandomi.
<<A te non piaccio.>> gli feci notare inarcando un sopracciglio. Si voltò completamente verso di me guardandomi con un'espressione seria e indecifrabile. Poi si voltò.
<<E a te non piace osservare a quanto pare.>> disse camminando verso il bancone. Rimasi lì ferma cercando senza successo il senso delle sue parole nei meandri della mia mente. <<Torniamo a lavoro.>> mi disse voltandosi. Quelle furono le ultime parole che mi rivolse prima dell'arrivo dei clienti. Durante tutta la serata non potei fare a meno di pensare alla conversazione avuta con Yoongi qualche ora prima. Sembrava una persona che rimuginava molto sulle cose e a volte avrei tanto voluto essere nella sua testa per capire come funzionasse e cosa pensasse di preciso. Sarebbe stato interessante e mi avrebbe aiutata a capirlo meglio e ad approcciarmi a lui in maniera tale da non scatenare il lato antipatico. Dopotutto lo conoscevo appena da un mese, e solo in quel momento mi aveva mostrato un atteggiamento diverso, un lato tutto nuovo. Mi incuriosiva a dirla tutta.
Jinhyung mi salvò dal caos: una squadra di rugby aveva fatto capolino iniziando ad ordinare alcol a fiumi e cominciavo a non poter più reggere il ritmo incessante delle loro richieste. Feci praticamente a pugni per raggiungere la stanza dello staff e per poco non inciampai su una ragazza bionda ossigenata che mi sbarrava la strada.
<<Sei terribilmente maldestra.>> commentò Yoongi afferrandomi il braccio all'ultimo minuto.
<<Stavo per ringraziarti per il gesto carino, ma mi sa che mi rimangerò tutto.>> borbottai mentre mi infilavo il giubbotto. Uscimmo dal locale scontrandoci con il gelo della sera. Rabbrividì e incrociai le braccia al petto. Lanciai uno sguardo verso il mio collega che intanto aveva indossato un beanie grigio di lana che gli dava una falsa aria da bimbo tenero.
<<Io vado, buonanotte Yoongi.>> lo salutai per poi andarmene.
<<Cho-Hee?>> mi sentì chiamare. Era la prima volta in un mese che Yoongi pronunciava il mio nome, mi sentivo quasi lusingata. Mi voltai a guardarlo. <<Dove vai?>> chiese avvicinandosi con le mani nelle tasche della giacca.
<<A prendere la metro.>> risposi semplicemente. <<Perchè?>> abbassò lo sguardo e mi superò.
<<Ti accompagno.>> feci un piccolo sorrisetto. E, seppur allibita, lo seguì in silenzio.

La metro a quell'ora era molto meno affollata, nel nostro vagone vi erano due uomini in giacca e cravatta, una donna abbastanza anziana e una coppietta che non faceva altro che sbaciucchiarsi e sorridersi. Notai Yoongi storcere il naso nel guardarli. Non mi sentivo particolarmente in imbarazzo stando in silenzio vicino a lui, ma mi andava comunque di parlare un po' dato che mancavano ancora un po' di fermate prima della mia.
<<Credevo andassi via in macchina.>> dissi ad un certo punto. Yoongi mi lanciò uno sguardo di sottecchi e allungò le gambe davanti a lui.
<<Devo cambiare le gomme, non posso usarla.>> rispose semplicemente. Mossi lentamente la testa su e giù in cenno di assenso.
<<Capisco.>>
<<Perchè?>> chiese sistemandosi meglio sul sedile. Feci spallucce.
<<Curiosità. Non ti avevo mai visto in metro.>> la coppietta scese dal vagone. Yoongi non rispose, incrociò le braccia al petto e poggiò la testa contro il finestrino.
<<Dove devi scendere?>> chiese.
<<Tra due fermate.>> risposi. Rimanemmo in silenzio per qualche minuto finchè non udì il suo respiro farsi pesante e regolare. Mi voltai a guardarlo e quasi non scoppiai a ridere. Si era addormentato ed era tenerissimo con la bocca semiaperta e l'espressione rilassata. Yoongi si addormentava ovunque, in qualsiasi momento, e in pochissimi secondi; era incredibile e lo invidiavo. Mi chiedevo come facesse a prendere sonno così facilmente. Mi spostai una ciocca di capelli dietro l'orecchio. Per un momento pensai di lasciarlo dormire, era carino ed era una di quelle poche volte che potevo vederlo non imbronciato come al solito, tuttavia non mi aveva detto dove doveva scendere, perciò non avrei potuto avvertirlo se fossimo arrivati alla sua fermata. Se non lo avessi svegliato in tempo si sarebbe arrabbiato, ma a pensarci si sarebbe arrabbiato comunque. Ricordai di quella volta in cui lo avevo svegliato mentre sonnecchiava su una sedia, mi aveva guardato torvo e soffiando era tornato a lucidare bicchieri. Svegliare Yoongi era sempre e comunque un rischio. Mi morsi il labbro inferiore, poggiai una mano sul suo braccio e lo scossi appena: nulla, continuava a dormire. Lo scossi un po' più forte e aprì gli occhi di scatto.
<<Cho-Hee, che diavolo stai facendo?>> biascicò infastidito.
<<Non mi hai detto dove devi scendere.>> risposi cercando di non ridacchiare per il suo broncio. Alzò le sopracciglia.
<<Quindi?>> sospirai sonoramente.
<<Quindi se ti addormenti potresti perdere la tua fermata!>> dissi incrociando le braccia. Mi guardò fisso per qualche secondo con un'espressione indecifrabile, poi si mise a sedere dritto e tenne gli occhi aperti. Era per caso il suo modo per dirmi che avevo ragione? Incredibile quanto fosse orgoglioso.
La metro stava per fermarsi alla mia fermata, mi alzai e misi a tracolla la mia borsa.
<<Buonanotte Yoongi.>> lo salutai e mi posizionai davanti le porte scorrevoli. Quando le porte si aprirono saltai subito fuori, ma qualcuno si scontrò con la mia schiena facendomi perdere l'equilibrio per un momento. Mi voltai e incontrai gli occhi scuri del mio collega.
<<Yoongi.>>
<<Se ti fermi davanti le porte della metro impedisci alla gente di uscire.>> disse.
<<Potevi dirmi che saremmo scesi alla stessa fermata.>> dissi aggrottando le sopracciglia. Cominciò a camminare con le mani nella tasca del giubbotto e io lo seguì accelerando il mio passo per stare al suo.
<<Così saresti scesa ad un'altra fermata?>> chiese ironicamente. Roteai gli occhi.
<<Così non ti avrei svegliato, stupido.>> risposi. <<Sai, sembri quasi tenero quando dormi.>> commentai sorridendo. Sembrò... imbarazzato?
<<Aish... Smettila. Dove devi andare?>> a questo punto ero davvero confusa.
<<Perchè me lo chiedi?>> chiesi uscendo dalla stazione seguita da Yoongi.
<<Ti hanno mai detto che fai un sacco di domande Cho-Hee?>> piantai i piedi per terra e incrociai le braccia al petto. Yoongi si voltò con le mani in tasca e fece un'espressione tra l'esasperato e il divertito. <<Guarda che bambina imbronciata.>> disse scuotendo la testa. Dopo aver constatato che non mi sarei mossa di lì finchè non mi avesse risposto sospirò e guardò da un'altra parte. <<Senti, voglio solo accompagnarti. Okay?>>
<<A-accompagnarmi?>> chiesi incredula.
<<Si Cho-Hee, accompagnarti. Dio quanto la fai difficile. Adesso muovi il culo e cammina.>> nonostante il solito tono da antipatico, sorrisi timidamente. Non mi sarei mai aspettata un gesto simile da parte sua, dopotutto la prospettiva di essere amici non sembrava poi così irraggiungibile. Ricominciammo a camminare.

•First Love• M.YgWhere stories live. Discover now