Capitolo XXXIV: Sei un disastro

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No POV

Fu Holly a svegliarlo salendo sul letto e cominciando a leccargli la guancia. Yoongi aprì gli occhi pigramente mugolando. Sospirò e carezzò il piccolo cagnolino sulla testolina. Guardò il soffitto incapace di affrontare un altra giornata di merda, ma si disse che avrebbe comunque dovuto farlo. E quella sarebbe stata la giornata più difficile di tutte perchè era venerdì. Chiuse gli occhi cercando di non lasciar scendere alcuna lacrima di frustrazione. Non sarebbe riuscito nemmeno a guardarla in faccia, sarebbe stato difficile averla accanto senza poterla toccare, sapendo quanto l'aveva fatta soffrire. Stavolta avevano chiuso definitivamente, ne era ben consapevole. Mai aveva visto tutta quella delusione e tutta quella tristezza negli occhi di qualcuno, forse solo in quelli di sua madre. Cominciò ad avere sensi di colpa, a ricredersi, a chiedersi effettivamente se avesse fatto la cosa giusta. Non aveva mai voluto nessuno così tanto come voleva Chung Cho-Hee. Si decise ad alzarsi e scese giù in cucina seguito da Holly. Hoseok non c'era, non gli parlava da quella sera in ospedale e quando stavano entrambi in casa gli lanciava sguardi freddi e severi. Yoongi non lo biasimava, in fondo se lo meritava, meritava che il suo migliore amico lo trattasse in quel modo. La situazione non poteva di certo peggiorare più di così, o almeno lo credeva fin quando non mise piede a lavoro e dietro il bancone trovò un ragazzo dai capelli di un acceso arancione. Ebbe un brutto presentimento. Il ragazzo gli sorrise lievemente.

<<Ciao, tu devi essere Yoongi. Piacere Kwon Jiyong.>> disse porgendogli la mano, aveva naso sottile e grandi occhi allungati. Yoongi si sentì mancare l'aria: Cho-Hee si era licenziata. Non l'avrebbe più rivista. Va bene così Yoongi, doveva andare così.

<<Cho-Hee?>> domandò comunque mentre ricambiava debolmente la stretta.

<<Oh la ragazza che lavorava qui? Credo si sia licenziata.>> rispose Jiyong facendo spallucce. Yoongi annuì.

<<Capisco.>>

Tutto era tornato come prima di conoscerla, sentiva un vuoto dentro e tutto intorno a sè, a volte si voltava per assicurarsi di non essersi immaginato tutto, ma dove una volta c'era lei adesso c'era un' altra persona.

Tornò a casa peggio di come era uscito, demoralizzato, triste, senza speranza. Non disse una parola, se ne tornò a letto e si distese a guardare il soffitto per ore ed ore. Così lo trovò Hoseok che, tornato a casa insieme agli altri, decise che era arrivato il momento di parlargli, di provare a farlo ragionare in un ultimo tentativo disperato. Stavolta però non ci sarebbe andato leggero come quella volta al supermercato, non avrebbe lasciato correre. Si appoggiò allo stipite della porta guardando per un po' il menta starsene lì a non fare nulla, poi scosse la testa e fece un pesante sospiro.

<<Sei un disastro.>> disse facendo qualche passo avanti e chiudendo la porta.

<<Lo so da me.>>rispose Yoongi.

<<Perché devi comportarti in questo modo?>> Yoongi sbuffò dal naso a quella domanda.

<<Perché distruggo tutto quello che tocco e perché mando sempre tutto a puttane.>> fece mentre il suo petto si alzava e si abbassava regolarmente. Hoseok sentì crescere dentro di sè una rabbia che mai aveva provato.

<<Che vuoi che ti dica? Povero Yoongi? Non è il karma a punirti, sei tu che decidi di fare il masochista allontanando tutto e tutti.>> sbottò puntandogli il dito contro. Yoongi continuò a non muoversi, a non replicare. <<Cho-Hee era una delle cose più belle di tutta la tua vita, ti faceva stare bene e hai deciso di buttarla via come se non fosse significata nulla per te. Eri più sereno, meno scontroso, ti andava di uscire, di leggere, hai persino iniziato quella serie tv che ti faceva schifo solo perché piaceva a lei. Tu ti sei innamorato e non vuoi ammetterlo perché hai paura.>> quell'ultima parola smosse qualcosa in Yoongi che si mise a sedere e finalmente guardò Hoseok.

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