Capitolo XXXIX: La signora Min

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Cho-Hee's POV

Quella mattina Yoongi era triste.
Non lo avevo mai visto così sinceramente triste. Tuttavia credevo cercasse di non darlo a vedere.
La mattina ci svegliammo presto dato che Daegu distava tre ore di macchina da Seoul; indossai un semplice abito nero, sobrio e lungo fino al ginocchio con le mie immancabili vans. Ciò fece nascere sul viso di Yoongi un piccolo sorriso che tuttavia fu l'unico di quella mattina. Poi prendemmo la macchina e andammo a casa sua così che lui potesse indossare qualcosa di adatto per la commemorazione. Gli lasciai i suoi spazi mentre si faceva la doccia e si vestiva, rimasi in salotto a coccolare Holly insieme ad Hoseok. Quando gli raccontai ciò che era successo rimase molto sorpreso sia dal comportamento del fratello di Yoongi, sia da quello di quest'ultimo poiché non si aspettava che avrebbe deciso di andare alla commemorazione. Tuttavia si rallegrò di quella decisione, riteneva che se Yoongi non avesse partecipato se ne sarebbe pentito certamente in futuro.
Ad un certo punto però notai che Yoongi ci stava mettendo un po' per vestirsi, così pensai di andare da lui a dare un'occhiata e a vedere se aveva bisogno di qualcosa. Mi avvicinai silenziosamente alla sua stanza trovando la porta socchiusa: Yoongi era davanti allo specchio intento a fare la guerra con il nodo della sua cravatta. Ora: probabilmente non era quella l'occasione per fare quei pensieri, ma vedere Yoongi con indosso un abito elegante con tanto di cravatta mi fece un certo effetto. Era di una bellezza indicibile e non potei fare a meno di sorridere nel guardarlo. Mi avvicinai posizionandomi al suo fianco.
<<Posso?>> domandai indicando la cravatta con l'indice così da poterlo liberare da quella tortura. Yoongi annuì lasciandomi campo libero. Annodai per bene la sua cravatta e sistemai il colletto alla sua camicia. Una volta soddisfatta carezzai il suo viso ricevendo in cambio un dolce bacio sulle labbra.

<<Grazie.>> disse. Feci un piccolo sorriso.

<<Io ti aspetto di là.>> sussurrai per poi lasciarlo nuovamente da solo in camera sua. Volevo si prendesse tutto il tempo per riflettere e prepararsi psicologicamente sia all'incontro con suo fratello, sia alla commemorazione. Non sarebbe stato facile per lui rivivere quei brutti ricordi legati alla scomparsa della madre. Dopo una decina di minuti finalmente Yoongi scese le scale e, dopo aver dato una carezza alla testolina pelosa di Holly, si avviò all'ingresso e indossò il cappotto.

<<Andiamo?>> mi domandò. Annuì, salutammo Hoseok e ci mettemmo in macchina. Il tragitto fu pressoché silenzioso, percepì che non avesse voglia di parlare, perciò anche io rimasi in silenzio mentre una melodia soffusa proveniva dalle casse dell'auto. Yoongi sembrava pensieroso più che mai e potevo percepire la sua tensione dal modo in cui respirava. Dopo l'ora di pranzo eravamo già a Daegu. Yoongi non sembrava felice di tornare nella sua vecchia città e potevo capire anche il perché; non ci addentrammo in città, ma al contrario la costeggiammo imboccando una stradina ai piedi del monte Palgong. Dopo qualche minuto intravidi alcune auto posteggiate in un'ampia rientranza sulla strada. Un cartello indicava che lì si trovava un cimitero. Yoongi accostò l'auto e spense il motore. Rimanemmo seduti per qualche minuto, dopodichè si voltò verso di me con sguardo quasi supplichevole. <<Ho bisogno che tu faccia una cosa per me Cho-Hee.>> disse con sguardo intenso.

<<Cosa?>> domandai pronta a fare qualsiasi cosa avrebbe chiesto.

<<Non lasciarmi la mano, mai.>> sussurrò. Feci un mezzo sorriso annuendo.

<<Mai.>> così dicendo scendemmo dall'auto e subito le nostre dita si trovarono e si intrecciarono saldamente. Con quella stretta cercai di infondergli tutto il coraggio e l'amore possibili anche se sapevo benissimo che Yoongi era una persona coraggiosa. Varcammo un cancello ricoperto di edera e sbucammo in un luogo che trasmetteva un gran senso di pace: silenzio, fiori e canto degli uccellini. Persino respirare mi sembrava sbagliato lì. Yoongi deglutì irrigidito e spostò lo sguardo da una parte all'altra fin quando i suoi occhi non incontrarono il soggetto che stava cercando. Mi voltai anche io e alla nostra destra intravidi la figura di Junki che scambiava qualche parola con una coppia di anziani. Yoongi fece un respiro profondo e si avvicinò alle tre figure con me al suo fianco. Non appena fummo vicini Junki, il cui zigomo presentava un livido del quale potevo immaginare la provenienza, si voltò con sguardo parecchio sorpreso nel vedere non solo il fratello minore, ma anche me. Yoongi salutò cordialmente la coppia di anziani, che capì essere i suoi vecchi vicini di casa, e loro gli porsero le condoglianze, vidi Yoongi quasi commuoversi. Quando fummo noi tre da soli, i fratelli Min rimasero a squadrarsi per qualche secondo, poi Junki prese per primo la parola.

•First Love• M.YgWhere stories live. Discover now