Capitolo XXXV: Promesso

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No POV

Cho-Hee rimase a guardare il ragazzo come paralizzata. Non sapeva se aveva capito bene cosa avesse appena detto e ad un certo punto credette persino di non essersi mai svegliata e che tutto quello fosse solamente frutto di un sogno. Tuttavia il battito frenetico del suo cuore le faceva intuire che fosse sveglia e che quelle due parole fossero proprio uscite dalla bocca di Min Yoongi. Il labbro le tremò e i suoi occhi divennero lucidi.

<<Stai mentendo... mi stai prendendo in giro...>> mormorò lei scuotendo la testa. Yoongi fu colpito da quelle parole come da delle lame. L'aveva fatta soffrire talmente tanto che adesso non si fidava più di lui. Si avvicinò a lei chiudendosi la porta alle spalle.

<<Cho-Hee...>>

<<No! Non ti credo... >> gridò lei in preda alle lacrime stringendo le braccia al petto come per proteggersi da una bufera. <<Ora dici che mi ami, ma domani mi abbandonerai come hai già fatto prima...>> Yoongi si avvicinò alla minore afferrandole i polsi e allontanandoli dal suo busto per prenderla tra le braccia ma lei cominciò a dimenarsi piangendo, singhiozzando e scuotendo la testa. <<...tu dici che mi ami ma non è.... non è v-vero...>> il menta non si arrese e, sapendo che Cho-Hee avesse solo bisogno di sfogarsi tra le sue braccia, riuscì a finalmente ad avvolgere il suo corpo e stringerla a sé. Al contatto Cho-Hee sembrò calmarsi e pian piano, mentre continuava a piangere, si accoccolò tra le braccia di Yoongi stringendo il tessuto della sua felpa. Entrambi sentirono diffondersi in loro un calore familiare che da molto gli era mancato, ovvero il calore della persona amata, della persona di cui entrambi avevano un disperato bisogno. Yoongi baciò la tempia della più piccola assaporandone l'odore di vaniglia.

<<Non me lo merito, ma ti prego perdonami.>> le sussurrò all'orecchio sentendo la commozione farsi spazio sotto forma di lacrime. <<Perdonami per averti fatta soffrire così tanto, ti prego.>> Cho-Hee si allontanò leggermente dal maggiore per guardare il suo viso, i suoi occhi scuri e lucidi.

<<P-perché... perché lo hai fatto?>> domandò col viso arrossato e bagnato di lacrime. Yoongi abbassò lo sguardo lasciando andare una lacrima. Il cuore di Cho-Hee si strinse a quella vista che mai si era presentata ai suoi occhi. Sembrava enormemente diverso dal ragazzo che l'aveva respinta in quella stanza d'ospedale. Sebbene gli avesse gridato in faccia di non credergli in cuor suo sapeva bene di non avere bisogno di chissà quali prove per credergli, si era sempre fidata di lui nonostante tutto; nonostante non se lo aspettasse, era convinta delle sue parole, del suo pentimento. Come poteva non credergli? Quegli occhi non mentivano.

<<Ho avuto paura.>> confessò il maggiore con il naso leggermente arrossato. Poi tornò a guardarla con quegli occhi che Cho-Hee adorava con tutta se stessa, colmi di sincerità. <<Prima di incontrare te non avevo idea di cosa volesse dire amare qualcuno; ho avuto paura di non essere all'altezza.>> alla minore tremarono le gambe per quella confessione così genuina, Yoongi si stava mostrando ai suoi occhi nella sua più totale vulnerabilità. <<Ma adesso quello di cui ho più paura è perderti perché senza di te mi sento miserabile.>> la voce gli tremò, ma non gli importò. Tra le braccia aveva la ragazza che amava e se c'era una persona con cui poteva aprirsi, a cui poteva confessare ciò che aveva nel cuore, questa era lei. Cho-Hee avvicinò tremante una mano al viso del menta coppando la sua guancia.

<<Non andrai di nuovo via, vero?>>

Cho-Hee's POV

Mi guardò con occhi scuri, profondi e penetranti, tuttavia scorsi anche qualcosa che solo in certe occasioni avevo avuto il piacere di vedere: dolcezza. Si era sfilato quella maschera che fino a poco tempo fa teneva ben salda al suo volto, perché il Min Yoongi di qualche tempo prima non avrebbe mai fatto trapelare tutte quelle emozioni che potevo leggere nel suo sguardo. Certo, aveva mantenuto sempre il suo solito carattere da duro, da uno che vuole dimostrarsi forte a tutti i costi pur di tenere ben celate le sue fragilità, ma adesso era diverso, era cambiato.
Prese la mia mano, piccola in confronto alle sue grandi, affusolate e venose, la appoggiò sul suo petto all'altezza del cuore. Potevo sentire il suo tepore e il battito leggermente accelerato sotto il tessuto della felpa nera che indossava. Si leccò nervosamente le labbra come spesso faceva, ma non interruppe mai il contatto visivo. Le mie gote si colorarono mentre il suo sguardo mi faceva sentire piccola e indifesa, ma allo stesso tempo al sicuro.

•First Love• M.YgWhere stories live. Discover now