06 • hai abbastanza coraggio?

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Ho capito troppo tardi che si trattava di una trappola.

Osservo con circospezione il piccolo tavolo al centro del salottino buono dell'ala nord del castello di Sandhole, passando lo sguardo sulle posate, i piatti da portata, le poltrone.

È apparecchiato per due.

«Signorina, le giuro che, se avessi potuto, ve lo avrei detto.» Peter sembra davvero dispiaciuto, ma io non riesco nemmeno ad esprimere un minimo del rancore che sto provando.

Mi è stato promesso che avrei visto mia sorella, che avrei cenato con lei, ed ora, invece, scopro che è stato solo un raggiro. Non riesco a credere di essere stata così stupida da credere alla promessa di una Volpe.

La porta della camera di Daniel si apre con lentezza, e subito noto il ragazzo posare stancamente il suo sguardo su di me, quasi non ci fosse niente di strano. «Oh, sei già qui: fantastico.»

«Dov'è mia sorella?» Incalzo, subito, andandogli contro con fermezza, pronta a sfidarlo. Mi sento come una pentola a pressione: da un momento all'altro potrei esplodere, e il mio equilibrio è in bilico su un filo sottilissimo.

«Sicuramente, non qui,» ammette il riccio, alla fine. «Però, potremo mangiare comunque.»

Alzo un sopracciglio, sinceramente sconvolta: dice sul serio?

«Tu vorresti cenare con me?» Chiedo, perplessa. «Così, normalmente?»

Daniel scuote le spalle, calmo, sistemandosi con un gesto veloce i ricci biondi. Solo ora mi prendo un attimo di tempo per rendermi conto che, per questo nostro incontro, si è vestito per bene, con una bella camicia bianca e i pantaloni neri da completo.

Avrebbe potuto risparmiarselo, così io non sarei stata costretta ad infilarmi nel fastidioso abito nero che Peter mi ha suggerito spassionatamente di provare. Lui sapeva, Daniel sapeva, ed io sono rimasta scottata.

Mi mancano i miei fratelli.

«Non avresti mai accettato se ti avessi detto che saremmo stati solo noi due,» commenta, risoluto. «E credo che noi due dovremo davvero parlare.»

«Parlare?» Ripeto, e sì, sulle mie labbra il senso di quella parola non sembra prendere più senso. Ed ora che decido di perdere la testa per davvero.

«Io non voglio parlare!» Urlo, furiosa, spingendo via Daniel, costringendolo contro la porta. «Non voglio restare qui e non voglio restare con te. Mai.»

Mi volto, non curandomi dello sguardo duro del ragazzo, quasi fosse totalmente estraneo alle mie parole, oppure che, in un modo piuttosto complesso, stesse cercando di contenersi dal chiudermi in camera mia con una benda alla bocca.

Devo andarmene.

«Signorina!»

Peter cerca di venirmi vicino, ma sa bene che non può spingersi a toccarmi, perciò, forte del fatto che Daniel non sembri volermi seguire, esco dai suoi appartamenti, ritrovandomi negli stessi corridoi bianchi di questa mattina.

«Mimmi! Mimmi, dove sei?» Urlo, non curandomi del fatto che, probabilmente, mia sorella potrebbe essere ovunque, e continuo a camminare e bussare alle porte chiuse, chiamando il suo nome. «Mimmi!»

Sono disperata, sono sola, e inizio a piangere senza quasi rendermene conto, lasciando scorrere le lacrime lungo le mie guance senza raccoglierle. Nella mia vita, non mi sono mai sentita tanto sola, nemmeno nei momenti peggiori.

«Mimm-» la voce mi si blocca nel petto quando i miei occhi si scontrano in quelli di una Volpe vestita completamente di nero. Deve essere una guardia perché, non appena si rende conto di me, e del palese fatto che io non faccio parte del regno, imbraccia la pistola e me la punta contro.

NIGHTINGALEWhere stories live. Discover now