15 • noelle

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«Non era costretto a farlo, signorina.» Peter continua a strofinare il panno leggero sul metallo lucido del coltello. «Questo è un lavoro per la servitù.»

«A casa mia, questo era un lavoro di tutti,» ribatto, sistemando di nuovo il bicchiere nella sua mensola, prendendone poi un altro, così da spolverarlo. «E, poi, è divertente stare con te.»

A queste parole, noto le gote del Topo arrossarsi, e subito si gratta il naso, cercando di nasconderlo. In realtà, non sto mentendo: Peter mi piace davvero, forse perché la sua bontà mi ricorda molto quella di Marcus.

Stare con lui mi fa sentire un po' meno sola, ed un po' meno triste.

Comunque, questa mattina ho scoperto la cucina della torre di Daniel, una piccola stanzetta confinante con la sala da pranzo e le stanze da letto– quindi, pressoché uno sgabuzzino.

Non ci sono cuochi, dato che, in realtà, il cibo viene preparato nei piani inferiori della struttura, e poi portati qui per essere serviti nei piatti da portata indicati. Pressoché, un luogo completamente inutile, ma, comunque, sono ormai due ore che lucido posate, quindi non dovrei lamentarmi così tanto.

«Signorina?»

«Mhm?» Alzo lo sguardo, notando il ragazzo seduto timidamente davanti al tavolo di legno, continuando a lucidare l'argenteria. Oggi, i suoi capelli grigi sono più elettrici che mai, non riuscendo a restare contenuti nemmeno con una dose abbondante di gel e un colpo poderoso di pettine. Sembra più giovane, in questo modo, e ancora più sconveniente nella sua posizione di rigoroso servitore.

Vorrei davvero conoscerlo mentre è semplicemente Peter, il ragazzo introverso e un po' impacciato.

«Ho visto la signorina Miley, ieri sera, mentre cenava con la signorina Daria,» continua, lentamente, mentre lo sguardo resta basso. «E' davvero molto gentile. Non che voi non lo siate, certo, ma la signorina Miley lo è davvero tanto.»

«Ti sei preso una cotta per mia sorella, Peter?» E la cosa mi sembra così sorprendente che mi metto davvero a ridere, anche se subito mi trattengo, portandomi una mano alla bocca, notando l'espressione sconsolata del ragazzo. «Celestiale morte, ti sei davvero preso una cotta per mia sorella.»

«E' così sconveniente,» esclama, di rimando, scuotendo il volto. «La prego di dimenticare ogni cosa, signorina, lo faccia al più presto.»

Continuo a guardarlo, dispiacendomi per la sua improvvisa tristezza, quasi dolore. E' davvero importante, quindi.

«Vi siete mai parlati?»

Peter rialza lo sguardo, forse sorpreso dal mio curioso interesse: probabilmente, credeva me ne sarei disinteressata, limitandomi a considerarlo inopportuno.

«No,» dice, quindi: «certo che no. Non è contemplato nell'etichetta.»

«Mia sorella adora le etichette,» ammetto, sprezzante. «Ma, ancora di più, adora chi le infrange per amore. Lei è una sognatrice.»

«Una sognatrice?»

Annuisco, serena, sedendomi al suo fianco, condividendo la pulizia delle posate. «Lei adora le storie d'amore, quelle in cui la bella principessa viene salvata dal cavaliere senza paura. In realtà, io le trovo particolarmente stupide, ma lei non può farne a meno. Fin da piccola, sogna di diventare la principessa di qualcuno.»

«Ma io sono un cameriere,» commenta Peter, con un sorriso sforzato. «Non un principe.»

«Beh, i principi sono oltremodo sottovalutati: i camerieri sono la moda del momento.»

Peter sorride, sinceramente risollevato, ed io con lui, felice di averlo fatto stare meglio, tornando alle posate.

«E lei, signorina, non ha un sogno nel cuore?»

NIGHTINGALEWhere stories live. Discover now