25 • ti ho trovata

5K 398 9
                                    

Il cassetto del comodino di Daniel nasconde davvero delle armi: due pistole, due coltelli e un taglierino. Non mi sento abbastanza disperata da puntare sulla pistola, ma nemmeno così timorosa da scegliere il taglierino: il coltello, invece, sembra perfetto per una scassinatura forzata.

Serro il cassetto e mi volto, tirando un lungo sospiro. So bene che non sarà facile ciò che sto per fare, e, per questo, ho bisogno di un aiuto.

«So che sei qui,» dico, al nulla, continuando ad attendere.

Mi avvicino alla porta, cercando di smuovere la maniglia, ma questa, inevitabilmente, rimane chiusa, ed io sbuffo. «Daniel è in pericolo, e possiamo aiutarlo solo scoprendo la verità. Tu devi aiutarmi!»

So che vuoi farlo.

Scosto lo sguardo, stringendo ancora la maniglia e, questa volta, è un successo, e, al centro del salotto davanti a me, noto il fantasma fluttuare a mezzo metro da terra. Il suo volto è ancora oscurato da una nube di fumo.

«Grazie,» dico, sinceramente, avvicinandomi a lui. «Abbiamo tempo una notte.»

Il fantasma non mi risponde, e si limita a fluttuare verso la porta d'uscita, aprendola al suo passaggio quando la attraversa da parte a parte. Io, ovviamente, lo seguo, sapendo fin troppo bene dove ci stiamo dirigendo.

La stanza chiusa, che, finalmente, dovrà aprirsi.

Come al solito, cerco di aprirla normalmente, ma questa rimane ben serrata e, perciò, infilo il coltello nella serratura, cercando di far leva mentre continuo a smuovere la maniglia. Per fortuna, il coltello di Daniel è resistente e ben affilato e, così, il risultato non stenta a farsi vedere.

«Non posso crederci,» commento, sconvolta. «E' aperta.»

Il fantasma è alle mie spalle, e so bene che non potrà seguirmi, ma questo non mi blocca dal continuare a camminare, cercando di scoprire il grande segreto.

E, subito, le cose si fanno molto più inquietanti.

Sgrano i miei occhi, cercando di guardarmi intorno quanto più possibile mentre una sottile coltre di polvere scende dai mobili, finalmente di nuovo areati dopo chissà quanto tempo. C'è un forte odore di stantio, e sono costretta a portarmi una mano alle labbra per non mettermi a tossire o starnutire mentre passo le dita sul vecchio copriletto verde.

Ci sono il letto, l'armadio, la scrivania, i libri d'avventura nella libreria a muro e dei peluche a forma di volpe sul letto: sono nella camera di un bambino.

Con lentezza, mi avvicino all'unica finestra, e, alzata una manica sin sopra le dita, ne pulisco il vetro, cercando di scorgere il panorama. Siamo al settimo piano, e non si vede nient'altro che il deserto illuminato dalla luna, ma, se tento di sporgermi sin ad avere il naso contro il vetro, mi rendo conto che, sotto di me, si intravedono nella sabbia le tracce delle gomme delle automobili.

La vista di questa finestra da esattamente all'uscita della struttura.

«Noelle

Sgrano gli occhi, sconvolta da questa terribile idea, e subito mi volto, cercando il solito fantasma, ma, questa volta, tutto ciò che vedo è una giovane ragazza dai lunghi ricci biondi e il sorriso identico a quello di Daniel.

«Sapevo che mi avresti trovata.»

E' lei, lo è davvero, ed io non riesco a crederci. Mi avvicino a lei, sconvolta, e vorrei davvero toccarla, anche se so che è impossibile.

«Celeste Morte,» sibilo, scuotendo il volto. «Sei bellissima.»

La ragazzina sorride e distoglie lo sguardo con imbarazzo, mentre si sistema il pigiama infantile. «Ci assomigliamo, non è vero? Adoravo quando la gente me lo diceva.»

NIGHTINGALEWhere stories live. Discover now