34 • la sfida

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Riapro gli occhi, presa di sprovvista e, la prima cosa che noto, è che non sono nel mio letto.

Sbatto le palpebre, confusa, appoggiando i palmi sul nudo pavimento bianco e rimettendomi seduta, continuando a guardarmi intorno. Sono in una stanza, una stanza completamente bianca – niente mobili, niente porte, niente finestre – e sono sola.

«Daniel?» Chiamo, confusa. «Mimmi?»

Mi rimetto in piedi, e, nello stesso momento, un piccolo schiocco attira la mia attenzione e, quando abbasso lo sguardo, noto che è il mio orologio. Lo raccolgo e me lo rigiro fra le mani, sinceramente confusa: è ancora immobile, non sento nessun meccanismo.

Lascio scattare lo sportellino e, improvvisamente, il cuore mi si blocca nel petto mentre le mie gambe iniziano a molleggiare, sopraffatte dalla confusione.

Le lancette puntano le dodici, l'ultimo rintocco: l'ora della morte.

«Non è possibile,» fiato, sconvolta, non credendo ai miei stessi occhi: deve essere solo un cattivo sogno.

«Non è come te lo aspettavi, vero?»

Sobbalzo, spaventata, e, quando rialzo lo sguardo, Noelle è davanti a me, in carne ed ossa. È lei, tangibile, e bella come il sole.

«Ciao, Mary,» saluta, gentile, sorridendomi. «Ti stavo aspettando.»

«Mi aspettavi?» Domando, sconcertata. «Dove mi trovo? Dov'è Daniel?»

Noelle continua a sorridermi come se nulla fosse, sperando di potermi rassicurare. Non funziona affatto. «Proprio mentre parliamo, Daniel sta tornando a Sandhole: credo che fra poco scoprirà la verità.»

«La verità? Cioè che sono...morta?»

Solo il pensiero mi sconvolge, ma pensare che sia davvero così mi sembra davvero impassibile.

Le lancette si erano fermate, la Morte aveva cambiato idea: perché, ora, mi ha richiamato a sé? Ora che finalmente avevo tutto, che potevo essere felice? Non riesco a capire.

«Non temere, Mary.» Noelle mi prende la mano – lo fa davvero – e la sua pelle è calda e morbida come una pesce. «Sei spaventata, lo so, ma presto ti sarà tutto più chiaro. Lei ti sta aspettando.»

Decido di non parlare, troppo sopraffatta, e mi lascio condurre attraverso le pareti della stanza bianca, ritrovandomi in un intero mondo identico – vuoto, asettico e indefinito: il regno dei morti.

«Perché non c'è nessuno?» Chiedo, notando che, effettivamente, sembra che tutte le anime se la siano date allegramente a gambe.

«La Signora ha richiesto un po' di pace. Presto, però, li conoscerai tutti: tuo fratello mi è sembrato particolarmente simpatico.»

Mio fratello? Marcus.

Non ho mai smesso di pensarlo, nemmeno per un momento. Mi manca come l'aria.

«Ecco, siamo arrivate.»

Noelle sorride, insolitamente felice, ma io, in realtà, mi rendo conto che siamo ancora nel nulla.

«Noelle, io-» Le parole mi sfuggono dalle labbra quando mi rendo conto che, improvvisamente, una donna è spuntata davanti a noi, fuoriuscendo come da un taglio nell'aria. Indossa un lungo abito nero, con uno strascico di pizzo lucido che sembra brillare di luce propria, come stelle. Non riesco a darle un'età, ma quasi non mi importa, vista l'elegante bellezza del suo volto che riprende tutti i tratti tipici degli Usignoli – pelle pallida, lunghi capelli scuri e lisci, gli occhi neri.

NIGHTINGALEWhere stories live. Discover now