35 • se n'è andata

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D A N I E L

Abbiamo vinto la guerra.

Per me, è finita nell'esatto momento in cui, dopo avergli stappato la verità di bocca, ho tagliato il collo ad Aaron, decretando la fine del suo governo.

Non ha toccato Margareth, nemmeno con un dito: lo ha ammesso dopo un'ora di serrate torture, in cui mi sono visto costretto a spezzargli la maggior parte delle ossa.

Forse sarò stato crudele, quasi sadico, ma non mi importa: dovevo sapere, e ci sono riuscito.

Aaron ha drogato Mary, e poi l'ha spogliata e lasciata sul suo letto, in modo da farle credere il falso: ovviamente, uno come lui non si sarebbe mai abbassato a condividere il letto con un'umile Usignolo, ma, pur di farmi perdere la testa, era disposto a fare tutto il resto.

Ormai, però, non importa più, perché è tutto finito e non vedo l'ora di dirlo a Mary e di ricominciare insieme, finalmente.

Le porte dell'ascensore si aprono in un leggero scricchiolio e, mentre mi dirigo verso la torre nord del castello, un leggero sorriso mi scolpisce le labbra.

Siamo salvi.

Avalon è in carcere, Darko è di nuovo in sé e la battaglia è stata vinta: dopo anni d'inferno, finalmente riesco a vedere la luce in fondo al tunnel.

E Mary è con me, lei c'è sempre: tutto ciò che ho sempre desiderato nella vita, ciò che mi è sempre mancato.

Con la morte di Noelle, credevo sarei morto con lei: era la mia famiglia, tutto ciò che avessi, e, senza di lei, avevo perso un senso per cui vivere.

Poi ho visto Mary, al centro della disgrazia, e qualcosa, in me, è cambiato.

Me ne sono accorto subito, sin dal primo momento, e non sto parlando semplicemente dall'anello: qualcosa, in me, già sapeva che quella ragazza avrebbe cambiato la mia vita per sempre.

Ed è stato così: Mary mi ha salvato, ed io, almeno in parte, spero di aver ripagato il mio debito, rendendola felice.

Santo Cielo, quanto la amo.

Apro la porta della mia stanza e, immediatamente, il sorriso svanisce dalle mie labbra quando riconosco Peter e Daria fermi al centro del salotto, entrambi col volto pallido e scavato. Daria, in realtà, sembra che abbia appena smesso di piangere.

«Ragazzi?» Domando, confuso. «Che cosa state facendo?»

Provo ad avvicinarmi ma, subito, Daria mi corre incontro, abbracciandomi con forza. «Mi dispiace, Daniel, mi dispiace così tanto.

Le accarezzo i capelli, non sapendo che altro fare e, intanto, guardo Peter, cercando di capire. Lui, ora che ha perso i suoi abiti da cameriere, sembra quasi un altro: fiero, coraggioso, distrutto.

«Dove sono Miley e Margareth?»

Daria mi si allontana, sollevando i suoi occhi arrossati su di me, sconvolta. Si asciuga le lacrime e poi lancia uno sguardo a Peter, prendendo la sua mano. «Forse dovresti aspettare qui, Daniel.»

Aspettare?

Decido di non voler più aspettare e, semplicemente, mi dirigo verso la mia stanza, là dove ho lasciato Mary per l'ultima volta e dove mi aspetto di trovarla, e, invece, vedo solo l'esile corpo di Miley al capezzale di un fagotto di lenzuola.

«Daniel,» chiama, in un sussurro affogato nelle lacrime. Si alza, rapida, e mi sfiora le mani con disperazione. «Mi dispiace, mi dispiace così tanto. Io...io non capisco: non vuole ridarcela.»

Non ascolto davvero le sue parole, troppo lontane dal mio mondo, e la spingo via con leggerezza, continuando a camminare.

Ciò che avevo scambiato per un fagotto, in realtà è un corpo: esile e delicato come quello di una bambina. I lunghi capelli neri circondando il bel volto pallido, e le labbra, sempre così rosse, ora sono di un tenue azzurrognolo.

Mary.

«Il suo orologio ha scattato l'ora,» sento dire alle mie spalle. «Ho provato a riportarla indietro, ma la Morte non me lo permette: la vuole con sé.»

Mary. Mary. Mary.

Non puoi avermi lasciato davvero.

Sei ancora qui, so che sei ancora qui.

Sfioro le sue mani, ancorandole alle mie, ma sono gelide come ghiaccio, e sembrano non riconoscermi. Perché non mi riconosce?

«Miley, perché non si muove?» Mi volto verso la giovane, quasi non riconoscendo il suo volto, ed un estremo dolore colpisce il mio petto. «Miley, perché non è qui?»

Lei nega col viso, esasperata, mentre lacrime disperate scendono lungo le sue guance. «Non sento il suo respiro

Il suo respiro.

Come è possibile che se ne sia andato?

Mi volto verso di lei, riconoscendo, fra le sue mani, il suo vecchio orologio in bronzo.

Si era fermato, ricordo che si era fermato: la Morte aveva cambiato idea, quindi perché ora Mary non c'è più?

Mi ha preso in giro.

Stringo il vecchio orologio fra le mie mani, sentendolo immobile fra le mie dita, proprio come il corpo di Mary, e, inavvertitamente, lo lancio via, distruggendolo ai piedi di Miley.

Lei sobbalza, sconvolta, ma io non le do il tempo di capire, dato che subito le vado contro, stringendola fra le mie mani.

«Tu devi riportarla indietro! Riportala indietro!»

«Ci ho provato, ma non funziona.»

Non funziona? Non può non funzionare.

Mary deve tornare qui.

Lascio andare la ragazza e torno al capezzale di Margareth, stringendo la sua mano, baciandola.

È così bella, anche ora: il mio personale tesoro, il mio cuore.

Come Noelle, anche lei mi è stata portata via.

Angolo

Nuovo capitolo, il prossimo sarà l'ultimo!

Ho fatto una domandina sul mio profilo e, nel caso, ve la lascio qui, dato che sono molto curiosa:  qual è il personaggio (da serie tv/film/libri) che pensate vi assomigli - caratterialmente parlando - di più? E come mai? Rispondete qui o sul mio profilo ❤️

Grazie e a presto,
Giulia

NIGHTINGALEWhere stories live. Discover now