29 • argento

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Non ci sono vie d'uscita: ormai, dopo aver passato un'intera notte cercando di forzare porte e finestre, ne sono più che consapevole. Osservando verso l'esterno, poi, ho notato ciò che Daniel mi ha sempre detto: le Serpi vivono sopra i monti del Gran Canyon, quindi, non solo dovrei scappare dal castello, ma anche riuscire a sopravvivere alla discesa.

Il fallimento sembra l'unica possibilità concessa.

Sbuffo, contrita, mentre continuo a tenere i piedi nudi appoggiati al muro liscio della mia prigione, non riuscendo a concepire di essere stata ingannata in un modo tanto stupido. Sapevo che Avalon aveva qualcosa di strano, sapevo che non potevo fidarmi, ma l'essere stata rapita e la morte della mia famiglia mi ha portato a concentrare tutta la mia attenzione sul problema sbagliato.

Pensavo che fosse Daniel il nemico, e, intanto, una serpe velenosa si stringeva intorno a noi, pronta ad ucciderci. Tutto ciò a cui riesco a pensare, al momento, è a mia sorella e Peter -perché spero che siano riusciti a raggiungere Moonlight incolumi - e a Daniel.

Per lui, però, non riesco a provare speranza: se ora Sandhole è sotto il controllo delle Serpi, lui non può che passarsela male.Ed io non riesco ad accettarlo: il solo pensare a lui, ferito o in prigione, mi spezza completamente il cuore.

Devo trovare un modo per tornare indietro.

Sollevo lo sguardo, osservando, sotto sopra, la porta della stanza aprirsi e comparire il volto liscio di Aaron in tutto il suo splendore. E' vestito bene, con un abito elegante in tinta azzurra, così da far risaltare i suoi occhi – al polso destro, porta il solito bracciale.

«Noto con dispiacere che non ti sei nemmeno cambiata,» commenta, mentre alcuni servitori lo superano, portando alcuni vassoi sul piccolo tavolino da pranzo presente nella stanza. «Sai, questo è un grande sintomo di maleducazione.»

Mi giro su me stessa, corrugando stancamente la fronte mentre i servitori ci lasciano soli, chiudendo la porta alle loro spalle. Aaron, intanto, mi guarda e sorride. «Sei comunque uno splendore.»

«Non ho fame,» ribatto, aspramente. «E non voglio mangiare con te.»

La Serpe si siede a tavola, sospirando pigramente mentre si sistema il tovagliolo bianco sulle gambe, così da non sporcarsi, e iniziare a mangiare con gesti. Assapora lentamente ogni sapore, facendo una piccola smorfia attenta prima di mandar giù tutto con un sorso di vino. «Sbagliano sempre con il sale.»

Vorrei tanto che si strozzasse.

«Comunque, credo che tu ti sia fatta un'idea sbagliata di me, piccola Mary. Non sono io il cattivo di questa storia.»

«No?» Domando, ironica. «Eppure, sembra proprio così.»

Aaron ridacchia, sinceramente divertito, e poi si volta verso di me, squarciandomi l'anima con un solo sguardo. «So che sei intelligente, Mary, ma il tuo cuore è così ingenuo. Pensi davvero che le Volpi siano i buoni? Beh, non posso dirmi concorde.»

Lo scruto, non credendo a nessuna delle sue parole. So cosa sta facendo, lo capisco bene: vuole ingannarmi, così come fanno tutte le Serpi.
Non posso cascarci.

«Daniel mi ha salvato,» dico, senza riserve. «Tu mi hai drogata e tua sorella rapita.»

«Sì, in effetti sembra proprio così,» commenta lui, saccente. «Anche se non sono le Serpi quelle che stanno sottomettendo il povero popolo di Ghostie.»

Il popolo di Ghostie? Che cosa c'entra ora?

«Noto un alito di sorpresa sul tuo volto,» continua lui, calmo. «Beh, ci tengo ad informarti che il popolo di Ghostie è stato sottomesso ad un protettorato delle Volpi e, durante la guerra, gli Usignoli saranno costretti a combattere al loro fianco, pena la morte in caso di rifiuto.»

NIGHTINGALEWhere stories live. Discover now