33 • staremo bene

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La guerra inizierà all'alba.

Dopo ore di discussioni e trattative, questo è ciò che hanno sentenziato i tre reggenti adulti di Sandhole. Ovviamente, però, solo due di loro parteciperanno attivamente.

Daniel e Darko, ritrovata la loro vecchia affabilità, hanno passato la serata a discutere le varie tecniche di attacco e come disporre i loro uomini. Alla rinfusa, poi, hanno nominato una decina di Topi per andare alla ricerca dei loro alleati in tutti l'Arizona.

Secondo ciò che mi ha detto Daria, incaricata delle varie spedizioni, il Topo incaricato di portare il messaggio a Moonlight non solo porterà l'esercito di Carter, ma anche mia sorella e Peter.  Visto l'arresto di Avalon, infatti, Darko ha subito cercato di rimediare ai suoi errori, cancellando la pena che aleggiava sulla sua testa.

Quindi, finalmente, potrò stringere di nuovo Mimmi a me, e questa volta da persone libere.

Nonostante tutto, però, non riesco ad essere felice.

Continuo a fissare il soffitto color pastello della mia stanza, con unico sottofondo il mio respiro lento. Non ho nemmeno accesso le luci nella stanza, lasciando l'interno nella gelida penombra dei raggi lunari, sperando che questo potesse aiutare il sonno.

Ovviamente, non è stato così.

Non ho mai smesso, nemmeno per un attimo, di pensare a ciò che è successo nel regno delle Serpi, a ciò che Aaron potrebbe o non potrebbe aver fatto durante il mio attimo di non lucidità. Il mio corpo non mi aiuta – sembra sempre lo stesso nonostante la profonda sensazione di disagio che si dirada sotto la mia pelle – e, la mia memoria, non è da meno.

Mi basterebbe così poco, una semplice conferma, per sentirmi finalmente libera, ma, ahimé, so che Aaron preferirebbe morire piuttosto che rivelare la verità. La sua,  è una tortura destinata a durare per sempre, così da impedirmi, qualsiasi cosa accada, di dimenticarmi di lui.

Ed io lo detesto, in un modo quasi doloroso.

«Mary?»

Scosto lo sguardo, sentendo la porta della mia stanza aprirsi: è Daniel, ovviamente è lui, che, con leggerezza, mi si avvicina, stendendosi al mio fianco sull'ampio letto. Noto che resta a distanza, nonostante tutto.

Restiamo in silenzio per qualche istante, entrambi a contemplare il niente con un'insolita attenzione. Sarebbe così bello potersi perdere in tutto questo e, semplicemente, scomparire.

«Avrei dovuto fare di più.» Corrugo la fronte, confusa, voltandomi verso di lui, notando che, però, Daniel sta continuando a fissare il soffitto, e che il suo volto è la maschera della disperazione.

«Perché dici questo? Hai salvato il regno, Daniel.»

«Ma non ho salvato te.»

I suoi occhi mi squarciano l'anima, bloccandomi in tutto il non detto che sto continuando a mantenere nascosto in fondo al mio petto. E' meglio parlare o morire? Non l'ho mai capito.

Mi volto verso di lui, accarezzandogli con cautela la mano, prima di avvicinarla al petto, sfruttandola quasi come un'ancora verso la salvezza. Daniel è la mia guida, ora, ma non può fare nulla contro le mie lacrime.

«Mi dispiace, Daniel, mi dispiace così tanto.»

«Ti dispiace? Mary, tu non hai fatto nulla,» replica, sfiorandomi con cautela il viso, cercando di consolare l'inconsolabile. Lui non si arrende mai, nemmeno quando, ormai, è troppo tardi per pensare di tornare indietro.

«In realtà, non lo so.»

Daniel corruga la fronte, confuso dalla mia affermazione. «Non lo sai?»

NIGHTINGALEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora