23 • addio

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«Qualunque questa sia, sono certa sia un'idea pessima, Daniel.»

La Volpe non mi ascolta, continuando a camminare davanti a me, rigirandosi fra le dita il passé par tout di Peter, risoluto. Sarebbe tutto così semplice se, per una volta, andassimo davvero d'accordo.

«Non abbiamo altra possibilità,» ribatte lui, dando uno sguardo oltre alla piccola sportina di una delle porte di lamiera delle celle. Si volta verso di me, che sono ancora totalmente contraria, e mi si avvicina, posando le sue mano sul mio volto, obbligandomi così a prestargli attenzione.

Stringo le sue mani, cercando, comunque, di fargli capire che io non sto accettando ciò che sto per fare. Lui, di tutta risposta, sorride.

«Andrà tutto bene, fidati.»

«E se non fosse così?»

Il suo sorriso vacilla, ma continua a fingere. Poi, alza il suo sguardo oltre le mie spalle, e, così, capisco che ormai non ho più speranze.

«Non farla entrare per nessuna ragione.»

Peter, dietro di me, probabilmente annuisce. «Come vuole, signorino.»

Daniel annuisce, risoluto, e poi, senza guardarmi, mi lascia andare, andando verso la porta e passando la tessera, così da poter entrare. Io, da lontano, e divisa da cinque centimetri di vetro, osservo il ragazzo camminare verso un uomo anziano nascosto in parte sotto una coperta, mentre se ne sta seduto per terra a gambe conserte.

Non ho idea di chi sia, ma so di per certo che è pericoloso.

«È il padre di Aaron.»

Mi volto, osservando Peter al mio fianco, appoggiato con stanchezza al muro di pietra. Si passa una mano fra i capelli grigi, sospirando con stanchezza, e poi posa gli occhi su di me. «Ha ucciso l'ex reggente, Donovan, sperando così di indebolire la nostra forza: quando uno dei quattro reali è appena un infante è ovvio che manchi un qualcosa. Ovviamente, però, non si aspettava che Daniel riuscisse a catturarlo, ed ora marcisce qui dentro da un anno.»

«E perché Daniel si rivolge a lui? Potrebbe ingannarlo.»

Peter scuote le spalle, non sapendo bene che dire. «Solo una Serpe conosce la soluzione dei loro incanti. Forse il signorino Daniel pensa che valga correre il rischio.»

Correre il rischio: con una Serpe, questo potrebbe essere davvero alto, eppure, Daniel è entrato comunque, gettandosi nella tana dei leoni.

Non riesco a credere che lo stia facendo per mia sorella, che lo stia facendo per me.

Lui fa troppo per me.

«Guarda, sta uscendo.»

Alzo lo sguardo, osservando Daniel uscire dalla cella, visibilmente contrito, e porgere un biglietto a Peter. «Qui c'è l'antidoto: posso affidartelo?»

«Sì, certo. Vado subito, signorino.»

Peter annuisce e corre via, pronto a darsi da fare, mentre io, invece, mi volto verso Daniel, mettendomi davanti a lui e guardandolo dritto negli occhi.

«Cosa ti ha chiesto in cambio?»

Lui non si scompone, limitandosi a ricambiare il mio sguardo. «Non mi ha chiesto nulla, ed ora dovremo tornare da Miley.»

Fa per andarsene, ma io prendo la sua mano, bloccando i suoi passi. «Dimmi la verità, Daniel.»

«La verità?» Ripete, duramente. «E quale verità vorresti sapere, Mary? Tu sai già tutto.»

Corrugo la fronte, non riuscendo a capire le sue parole. «Di che cosa stai parlando?»

Daniel sospira, stanco, e poi abbassa lo sguardo, prendendo la mia mano con entrambe le sue e avvicinandola al petto. «Per chi pensi stia facendo tutto questo?»

NIGHTINGALEWhere stories live. Discover now