21 • l'inizio della fine

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Siamo tornati nella nostra tenda prima di tutti gli altri, probabilmente troppo sommersi dalle emozioni per pensare di poter condividerci con qualcun altro.

Ancora non riesco a concepire che io abbia detto la verità a Daniel - praticamente un estraneo - quando non sono riuscita a farlo nemmeno con la mia famiglia. Per questo, un po' mi sento in colpa con me stessa.

«Ti va di bere qualcosa?» Sento chiedere mentre Daniel prende dal suo zaino delle piccole bottiglie di liquore.

«Per quale motivo ti sei portato queste?» Esclamo, sconvolta, stringendo fra le dita una delle bottigliette mentre mi siedo a letto, incrociando le gambe. «Non ti facevo un maniaco degli alcolici.»

«I lunghi viaggi mi stressano,» si giustifica, stappando la sua e prendendone un lungo sorso mentre si siede al mio fianco, osservando il mio non fare nulla. «Non bevi?»

«Ti ho già detto che non ho l'età per bere,» ribatto, con un sorriso. «In realtà, tu sei davvero vecchio. Non ci avevo mai pensato.»

«Ho ventitré anni, Margareth,» controbatte, infastidito, prendendomi il liquore dalle mani. «Abbiamo solo cinque anni di differenza.»

«Davvero un'eternità,» continuo, sempre melodrammatica, mentre lui mi osserva con un'espressione sconcertata che non stenta a farmi sorridere.

«Sei davvero terribile, Mary, fattelo dire,» commenta, prendendo un altro sorso. «Avrei dovuto abbandonarti per strada.»

«Lo avresti fatto sul serio?» Chiedo, sconvolta, e lui si limita a scuotere le spalle, facendomi rimanere sconvolta.

«Sei un mostro!» Mi lamento, scioccata, e subito mi stendo, sperando che questo basti per allontanarlo, ma, in realtà, subito Daniel mi raggiunge, continuando a ridacchiare.

Ormai, l'alcool sta facendo effetto.

«Non sono un mostro, lo sai,» ribatte, strisciando verso di me e tirandomi le punte dei capelli, così da infastidirmi. «Mi vuoi spezzare il cuore?»

«Non lo farei mai,» ribatto, e continuo a ridere. «Smettila di tirarmi i capelli.»

Daniel sbuffa, irritato, e poi riprende la solita bottiglietta. «Ti faccio assaggiare, dai.»

Alzo un sopracciglio, perplessa, mentre Daniel preme il suo indice sull'apertura della bottiglia, inumidendoselo appena.

«Non credo di fidarmi,» ribatto, ancora confusa, ma il ragazzo non sembra volermi lasciare scampo.

«Non ti muovere,» ordina, e, lentamente, porta la sua mano sul mio volto, lasciando sfiorare il suo indice sulle mie labbra. Subito, un prepotente gusto acre mi fa quasi tossire, mentre Daniel continua a ridere di me.

«È disgustoso,» mi lamento, schifata, tornando a guardarlo.

Daniel, ora, non sorride più, e nemmeno mi guarda.

«Mia sorella mi diceva sempre che avrei dovuto smettere di bere.»

Mi blocco, improvvisamente rapita dalle sue parole: sta parlando di Noelle.

«Sono certa avesse ragione.»

Daniel solleva lo sguardo, e poi sorride, capendo perfettamente il messaggio dietro le mie parole.

«Quindi, ti hanno già detto tutto,» dice, lasciando il liquore a terra e tornando poi al mio fianco. «La cosa non mi sorprende.»

«Mi dispiace, Daniel: per ciò che è successo.»

«Le avevano mangiato la faccia,» continua. «Quando l'ho trovata, il giorno dopo. Le iene le avevano mangiato la faccia e mezza gamba. Non assomigliava affatto a mia sorella, eppure era ancora lei.»

NIGHTINGALEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora