09 • dress code

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Mimmi scivola come un fantasma nel suo lungo abito di telluto liscio, risplendendo fra le sfumature di viola.

Sembra una regina, con i bei capelli neri lisci lungo le spalle e le labbra tinte di rosso, dimostrando, forse per la prima volta, la sua vera età.

Mia sorella ha smesso di essere una bambina, la mia compagna di giochi, ormai da tempo, eppure io sembro riconoscere tutto questo solo ora.

«Sembri davvero un angelo, Miley,» commenta Daria, battendo le mani coperte da guanti rosa. «Bellissima.»

Anche la giovane Volpe ha iniziato a prepararsi per il ballo, sfoggiando un leggero trucco sulle palpebre e almeno tre modelli di abiti da provare prima del lieto evento. Ovviamente, il tutto è perfettamente intonato al suo colore preferito.

«Non credi che sia troppo esagerato?» Chiede mia sorella, continuando a fare giri su sè stessa, osservandosi nell'alto specchio della nuova amica, mettendo un leggero broncio. «Mary?»

Alzo lo sguardo dal mio libro, tornando, dopo chissà quanti minuti, alla realtà della situazione: non mi sono resa conto fosse già passato così tanto tempo da quando ho iniziato a stancarmi di tutte le loro volubilità.

«Cosa? Non sto ascoltando.»

Mimmi si volta verso di me, stringendosi i fianchi con le mani e stringendo gli occhi. «Mary, pensavo che ci tenessi ad aiutarmi: sai che ho sempre desiderato partecipare ad un ballo.»

«Sto cercando di aiutarti, Mimmi - davvero - ma, in realtà, tutto questo mi annoia parecchio,» ammetto, sinceramente. «In più, questa copia del Giovane Holden è davvero ben rifinita.»

«Sei proprio come lui.» Daria si volta, scivolando sul sua poltroncina sino ad essere viso a viso - e noto che sembra sorprendentemente accattivante, facendomi capire la vena di interesse dietro le sue parole. «Sembra che il mondo non sia mai abbastanza divertente per voi.»

«Lui chi?» Chiedo, chiudendo il mio libro, ancora accucciata sul divanetto con le gambe al petto. In realtà, credo che la mia posizione non sia esattamente consona, vista la presenza della reggente, ma non mi importa affatto.

Daniel non ha forse detto che non devo sentirmi come se fossi in una prigione? Beh, diciamo che lo sto prendendo in parola.

Daria, comunque, sorride, lanciando uno sguardo a mia sorella, che, però, si sta ancora specchiando. Io davvero non capisco.

«Sto parlando di Daniel, stupida sciocchina,» dice, infine. «Sono certa che sia stato un colpo di fulmine, per questo ti ha portato qui. Sai, lui non vuole mai nessuno.»

Colpo di fulmine? Probabilmente, un colpo di sfortuna, tenendo conto di cosa la venuta delle Volpi ha causato alla mia famiglia.

Sentire le parole di Daria, sentire sulla mia pelle anche solo la sensazione di essere associata in quel modo a Daniel, mi mette i brividi, distruggendo la poca quiete che sono riuscita a creare intorno a me, anche grazie alla presenza di Mimmi.

Ero quasi riuscita a convincermi di non pensare al passato, ma il presente ne è così pregno da rendere tutto questo impossibile.

«Credo che sia il momento di mostrare a Mary il suo vestito,» decide Mimmi, interrompendo i miei pensieri con una nota di sollievo. Cerco di sorridere, non volendo distruggere i suoi tentativi di farmi stare meglio.

«Sì, vediamo,» dico, sorridendo appena, e mia sorella si avvicina ad un appendiabiti colmo di abiti da sera, sfilandone uno che, già dal primo colpo d'occhio, mi fa rizzarre la pelle.

«Visto? È anche nero, come piace a te.» Mimmi sorride, fiera, sventolandomi sotto il naso il vestito che dovrei indossare questa sera come se non ci fosse nessun problema.

NIGHTINGALEWhere stories live. Discover now