08 • mi lasci andare?

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Mi tolgo con stanchezza gli stretti jeans di tessuto blu, lasciandoli in angolo del mio bagno privato e, specchiandomi, noto subito un riflesso sconosciuto.

Dopo soli due giorni a Sandhole, la mia pelle sembra essersi fatta anche più pallida del solito, mentre le occhiaie nere sotto i miei occhi continuano a crescere di minuto in minuto, forti della mancanza di riposo.

In tutta la mia vita, non mi sono mai considerata una ragazza bella, perché so di non esserlo: così magra da sembrare senza forme, con i capelli neri crespi sulle radici e gli occhi di un liquido nocciola.

In realtà, non sarei così distante dai canoni di bellezza prediletti dagli Usignoli, che spesso apprezzano tutto ciò che viene considerato lugubre da tutti gli altri clan, solo che, semplicemente, su di me, questi tratti sembrano non volersi amalgamare.

Forse non sono brutta, ma neanche bella: probabilmente, solo invisibile.

Sbuffo, mettendo un broncio leggero mentre mi lego i capelli in uno chignon alto, decidendo che, questa sera, farò del mio meglio per sforzarmi di dormire.

Devo solo sperare che nessun fantasma decida di infilarsi nel mio letto.

Spengo la luce del bagno, già sbadigliando, ma, quando il mio sguardo cade sul mio letto, tutto ciò che riesco a fare è sbuffare, mal sopportando la vista.

«Sono davvero stanca.»

«Eri strana, oggi.» Daniel è seduto a gambe conserte sul mio letto, ancora vestito di tutto punto mentre i ricci, ora meno gonfi, cadono flaccidamente sulla sua fronte. Il suo corpo sembra stanco, ma i suoi occhi brillano come biglie di cielo sotto la luce della lampada.

«Strana?» Ripeto, alzando un sopracciglio. «Perché mai dovrei sentirmi strana in una stanza piena di Volpi?»

Mi siedo sul letto, cercando di contenermi dal fargli notare che ha occupato la mia metà prediletta, e mi infilo sotto le coperte, nascondendo così le mie gambe nude – non che lui non le abbia già notate, squadrandomi senza riserve e causandomi un leggero imbarazzo.

Questo ragazzo non ha proprio il senso del pudore, né del limite.

«Non era quello,» ribatte, continuando a fissarmi, cercando di catturare ogni singola variazione e sperando di scoprirmi sul fatto. «Sei contraria all'idea del ballo.»

«Noi Usignoli non amiamo le feste, te l'ho già detto,» ripeto, con un po' di noia. «A meno che non si tratti di funerali. Sai, noi organizziamo i migliori.»

«Margaret,» esclama, bloccandomi, ed io sospiro, scostandomi alcune ciocche sfuggite dall'elastico.

«Stavi mentendo quando hai parlato della festa, non è vero? Non lo fai perché vuoi festeggiare che Daria stia bene.»

Daniel non risponde, ma scosta lo sguardo, inumidendosi di sfuggita le labbra rosse. Ed io lo osservo, sinceramente confusa dalla sua espressione pensierosa.

Di principio, mi sono imposta di non preoccuparmi di Daniel o i suoi problemi, ma, la realtà, ahimé, è fin troppo diversa, e la mia sete di curiosità non stenta a tradirmi.

Forse, e dico forse, Daniel mi interessa molto più di quanto vorrei far sembrare.

E di questo mi pento.

«Le Volpi sono in lotta con le Serpi da ormai anni, Mary: credevamo di averli vinti, ma, ultimamente, abbiamo notato strane attività nelle montagne sopra di noi,» spiega, semplicemente. «Si stanno riorganizzando.»

«E credi che possa essere stato uno di loro ad avvelenare Daria?»

Lui scuote le spalle, confuso. «Beh, le Serpi sono da sempre famose per i loro veleni e non credo che sarebbe stato così difficile per uno di loro portare uno dei nostri servitori dalla sua parte e riuscire ad entrare.»

NIGHTINGALETahanan ng mga kuwento. Tumuklas ngayon