6. Che problemi ci sarebbero?

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JIMIN

Il giorno seguente mi svegliai molto presto. Il che fu frustrante visto che era domenica e, quindi, avrei potuto dormire fino a tardi senza sentirmi troppo in colpa.
Probabilmente, erano i pensieri su quello che fosse successo il giorno prima che mi tenevano così sveglio e così all'erta.

Il punto era che...non riuscivo a smettere di pensare alla sensazione del basso ventre di Jungkook a contatto con il sottile tessuto del mio costume.
Era un pensiero che continuava a vorticare nella mia testa, facendomi andare di matto.

Principalmente perchè non potevo fare pensieri del genere su Jungkook quando avevo promesso a me stesso che tra noi due non sarebbe mai dovuto succedere nulla.

Per quanto quel ragazzo egocentrico mi attirasse...fisicamente, intendiamoci.
Okay, forse non proprio solo fisicamente, visto che non riuscivo a smettere di pensare a tutte le sue parole allusive ed a ogni gesto che lo vedevo compiere.

Incredibile, comunque, che mi piacciano solo egoisti pervertiti...

Feci un gran sospiro ed iniziai a passarmi delicatamente le dita tra i capelli, dicendomi che dovevo smetterla di pensare, ancora, a Jungkook e che dovevo concentrarmi su qualsiasi altra cosa.

Iniziai a girare per casa alla ricerca di mia madre, l'unica dei miei parenti con cui riuscivo a parlare tranquillamente senza sentirmi costantemente giudicato.
Non che qualcuno della mia famiglia avesse mai detto qualcosa di brutto nei miei confronti per il mio orientamento sessuale, ma...vedevo che a più di qualcuno la cosa non stava a genio.
Specialmente mio padre. O, almeno, così credevo...

"Matilda, dove sono i miei genitori?" chiesi alla nostra cuoca nel momento stesso in cui, finito il giro di praticamente tutta la casa, arrivai in cucina ed appurai che l'unica presenza vivente fosse proprio lei.
"Non se lo ricorda? Oggi avevano in programma la visita agli Uffizi" mi rispose lei con naturalezza, continuando, poi, il suo lavoro in cucina come se niente fosse.

Annuii rapidamente, chiedendomi come diavolo potessi essermelo dimenticato quando i miei genitori non facevano altro che parlarne da mesi.

Fu solo quando tornai in soggiorno con aria molto imbarazzata che mi resi conto che l'assenza dei miei genitori stava a significare che, tranne per Matilda, in casa c'eravamo solo Jungkook ed io...

E, inutile che ve lo dica, un brivido d'ansia pura mi percorse tutta la schiena, facendomi pensare all'istante ad una qualsiasi soluzione possibile.
Perchè non potevo stare tutto il giorno a casa mia esclusivamente con lui senza pensare al fatto che sarebbe potuto succedere qualcosa di cui mi sarei potuto pentire.

"Giulia? Ti ho disturbato?" chiesi in tono sbrigativo non appena lei rispose al telefono, iniziando a picchiettare con aria nervosa il dito sul tavolino di fronte a me.
"Non mi hai disturbato, mi hai proprio svegliato" mi rispose lei con aria scocciata ed addormentata, iniziando, poi, a maledirmi in sette lingue.
"Scusa, non mi sono reso conto di che ore sono" tentai di scusarmi, ottenendo, però, solo uno sbuffo come reazione da parte sua.

"Che ti serviva?" mi chiese dopo qualche minuto, nei quali, probabilmente, era riuscita a svegliarsi con otto litri di caffè, come era suo solito fare.
"Hai da fare oggi? Ho bisogno di uscire di casa. Sul serio" le spiegai brevemente, sperando che non mi facesse domande.

Ma...la conoscevo troppo bene per sapere che, in realtà, sarebbe partito un interrogatorio di lì a poco.

"Oggi viene Gio da Ancona. Non lo vedo da mesi. Quindi non contare su di me" mi disse in un tono un po' dispiaciuto, che, a dirla tutta, mi fece veramente piacere.

Perchè, nonostante il fatto che avrebbe passato tutto il giorno con il suo ragazzo che non vedeva da una vita, si era dispiaciuta al pensiero di non potermi aiutare.
E...che dovevo dire, di altro, se non che fosse la migliore amica che avrei mai potuto incontrare?

"Tranquilla. Cercherò di risolvere in un altro modo" le risposi con un sorriso di circostanza dipinto in volto.
"Questa "cosa che devi risolvere", per caso, c'entra con Jungkook?" mi domandò praticamente all'istante, giusto un attimo prima che chiudessi la chiamata.

"Perchè sei così sveglia?" le chiesi in risposta, facendo una risata amara ed iniziando, subito dopo, a mordermi il labbro inferiore dal nervoso.
"Tra lui e te...c'è qualcosa, vero?" le sentii dire in tono cauto, quasi come se quello fosse stato un argomento "tabù".

E, comunque, ironico che ci stavamo rispondendo a domande...

"Perchè lo chiedi?" le risposi sulla difensiva, usando quell'aria solo ed esclusivamente per evitare di rispondere a quella domanda.
"Perchè ho degli occhi...e, beh, ieri le cose erano piuttosto evidenti" mormorò al telefono con tono ovvio, passandomi "la palla" della conversazione.

"Prometti di non dirlo a nessuno, vero?".
"Certo, Jimin. Ti pare che io abbia mai detto a qualcuno che l'anno scorso hai perso la verginità con Elliot? Sono la tua migliore amica, non ti tradirei mai in questo modo".

Fu dopo quelle sue parole che mi resi conto che, effettivamente, lei ci sarebbe sempre stata. E, per questo, meritava almeno una spiegazione da parte mia.

"Jungkook...mi attira parecchio. Non riesco ancora a capire se sia solo dal punto di vista sessuale o altro. Non so come spiegarti. I primi tre giorni l'ho odiato come non ho mai odiato nessuno in vita mia. E solo perchè mi aveva detto che sono "altamente scopabile". Poi, abbiamo instaurato una specie di "tregua" e...conoscendolo e parlandoci mi sono reso conto che non è proprio così male.
Quello che è successo ieri, ed il vederlo mezzo nudo, mi hanno confuso ancora di più.
Principalmente perchè, anche se non vorrei fosse così, vorrei da lui qualcosa in più del rapporto, se così possiamo chiamarlo, che abbiamo adesso.
Ma allo stesso tempo, dopo quello che è successo con Elliot, non posso lasciare che accada e non posso nemmeno dirglielo".

"Ma...se anche ammettessi che te lo faresti o che, in realtà, ti piace...che problemi ci sarebbero?" mi domandò lei in risposta, con leggerezza.
"N-non lo so" mormorai sinceramente, riuscendo a rendermi conto solo in quel momento che fosse così.

"Ho saputo che ci siamo solo tu ed io in casa, oggi. Che ti va di fare?" sentii all'improvviso alle mie spalle, facendomi irrigidire all'improvviso e sbarrare gli occhi.
"Ti richiamo, Giulia" dissi meccanicamente al telefono, chiudendo la chiamata subito dopo e voltandomi in modo da avere Jungkook davanti agli occhi.

Lo trovai a fissarmi con le mani sui fianchi e con quel solito sorrisetto fastidioso dipinto in faccia.
Ma, ormai era inutile negarlo, riusciva ad essere dannatamente sexy pure così...

"Ho intenzione di chiudermi nel mio mondo fatto di musica e libri. Se tu vuoi andare da qualche parte fai pure" gli risposi dopo qualche secondo, arrivando alla conclusione che quello fosse l'unico modo che avevo per scappare da quella situazione piuttosto stretta e per pensare alle ultime parole di Giulia.

Jungkook, dal canto suo, scoppiò a ridere, fermandosi solo nel momento in cui realizzò che io, invece, fossi completamente serio.

"Ma...non stavi scherzando?" mi chiese subito dopo, con aria stranita.
"No. Quindi, ora vado" gli risposi con aria sbrigativa, incamminandomi verso le scale con rapidità.

"Dove ti posso trovare, nel caso?" gli sentii dire poco prima che iniziassi a salire il primo gradino, sentendo il mio cuore saltare più di qualche battito.
"Top secret" esclamai in tono divertito, con un sorrisetto sulle labbra, incamminandomi su per le scale.

"E se mi servi per qualcosa?".
"Se vorrai trovarmi così ardentemente allora ti basterà solo cercare..." gli risposi urlando, prendendo il quadernino con i post-it, dove di solito scrivevo o attaccavo le mie poesie, dal mio comodino e dirigendomi verso "il mio posto segreto".

Ecco, quel posto era così speciale, per me, che non ci avevo mai portato nessuno, Giulia inclusa...

•Who do you love? {Jikook}•Where stories live. Discover now