46. Speranza che tu mi possa perdonare

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JIMIN

Tirai un lungo sospiro di sollievo non appena uscii dall'aula dove avevo appena svolto l'orale di maturità, iniziando, poi, a saltellare dalla gioia ed a tirare un urlo di liberazione per il corridoio, ottenendo come reazione il fatto che qualche bidello mi squadrasse male e che Giulia mi intimasse di fare un po' più silenzio.

Ma, poi, quest'ultima si rese conto che non ero così felice ed euforico da mesi, iniziando, così, a saltellare insieme a me con entusiasmo.

"Sei contento?" mi chiese non appena fummo fuori dall'edificio, prendendomi per un braccio in modo che mi fermassi.
"Sì, molto. Non avrei potuto fare orale migliore. Ma...perchè ci siamo fermati?" dissi con aria confusa, aggrottando leggermente le sopracciglia.

Lei, in tutta risposta, alzò entrambi i medi verso l'ingresso della scuola, dipingendosi addosso un sorrisetto beffardo.

"Fanculo?" mi chiese dopo un po', facendomi ricordare della promessa che ci eravamo fatti più di tre anni prima.
La promessa che, nonostante tutto, avremmo compiuto quel gesto non appena avessimo entrambi finito gli esami di maturità. Insieme.
"Fanculo" accordai dopo qualche secondo, alzando le sue stesse due dita e, poi, scoppiando a ridere all'impazzata.

Fu solo quando riuscimmo a ricomporci che ci incamminammo con calma verso la fermata delle corriere, attendendo poi, con la "mia playlist" nelle orecchie, il primo bus che ci avrebbe portato vicino a casa mia.
Perchè...beh, avevamo deciso a priori che dopo il mio orale, se fosse andato bene, Giulia sarebbe venuta a casa mia per festeggiare con me, Matilda ed i miei genitori.

Tutto procedette con tranquillità fino a quando Summertime Sadness non mi risuonò nelle orecchie, facendomi salire le lacrime agli occhi e costringendomi a mandarla avanti, il tutto sotto lo sguardo attento e malinconico di Giulia.

"Forse è arrivato il momento di toglierla dalla playlist. Visto che la salti ogni volta, dico" mormorò dopo qualche secondo, ottenendo da me solo un silenzio prolungato.

Il motivo era semplice: lei non avrebbe capito che io quella canzone non l'avrei mai eliminata da nessuna delle mie playlist. Certo, non l'ascoltavo più. Non ci riuscivo. Ma...averla lì, sotto ai miei occhi, mi ricordava che Jungkook c'era stato.

Non so come spiegarvelo. Credevo che cancellando per sempre quella canzone dalla mia vita avrei cancellato anche il suo ricordo e tutto quello che avevamo vissuto insieme.
Perchè, dopotutto, quella sarebbe sempre stata la nostra canzone...

"Jimin, chiama Tae. Penso che meriti di sentirti felice, per una volta" mi suggerii Giulia non appena scendemmo dalla corriera, rompendo il silenzio che si era venuto a creare tra di noi, iniziando ad incamminarci fino a casa mia.
"Hai ragione. Grazie per avermelo ricordato" le risposi in tono cordiale, riprendendo il telefono dalla tasca dei jeans e componendo il numero del mio migliore amico.

"Ehy" mi rispose dopo qualche squillo, nel suo solito leggero e spensierato.
"L'orale è andato benissimo. Danno i risultati della mia classe questo pomeriggio, quando ha finito l'ultimo" gli dissi più rapidamente che potevo, non riuscendo a contenere la felicità che mi provocava il solo sentirlo al telefono.

"Fidati, lo so bene" lo sentii rispondere non appena varcai l'ingresso sterrato del mio giardino, aggrottando le sopracciglia quando percepii l'eco della sua voce anche dal vivo.
"Perchè mi sembra di sentirti anche qui?" gli domandai in tono guardingo, sentendomi il cuore iniziare a battere all'impazzata.

"Secondo te?" mi rispose lui in tono divertito, confermando la mia ipotesi.
"O mio dio" mormorai solamente prima di iniziare a correre all'impazzata, ritrovandomi non solo Tae, ma anche Jin, Yoongi e Hobi, nella parte anteriore del mio giardino insieme ai miei genitori ed a Matilda.

La prima cosa che feci, non appena mi resi conto che quello non fosse un sogno, fu correre tra le braccia di Tae, stringendolo per tutte le volte che non l'avevo fatto quell'inverno, dopo tutto quello che era successo con Jungkook.
La seconda, invece, fu chiedere dove avessero intenzione di dormire tutti quanti.

"Ho già pensato a tutto io, Jimin. Abbiamo due camere per gli ospiti e, visto che i tuoi amici sono due coppie, la cosa è stata molto facile" mi spiegò mia madre con leggerezza, rivolgendomi, poi, uno dei suoi soliti sorrisi affettuosi.
"Oh, okay" le risposi con un po' di vergogna, abbassando, poi, lo sguardo verso l' erba brillante ai miei piedi.

"Brindiamo, ora?" domandò mio padre in tono gioioso, probabilmente essendo già stato informato da qualcuno, che ovviamente non ero io, del fatto che l'esame fosse andato bene, stappando la bottiglia di spumante che aveva comprato per l'occasione non appena annuii per un paio di volte con la testa.

Tutti iniziarono ad applaudire ed a urlare, facendomi spuntare un sorriso sincero in volto e sentire, veramente, felice dopo molto tempo.

"Facciamo gli applausi anche a Giulia, però! Anche lei ha fatto un ottimo esame" mormorai dopo un po', sentendomi veramente in imbarazzo, solo per distogliere l'attenzione da me.
"Ma da lei ce lo aspettavamo. Da te...insomma" mi rispose Tae in tono ironico, ottenendo come reazione da parte mia il fatto che lo iniziassi a prendere scherzosamente a pugni sul braccio.

"Dai, bevi qua così ti calmi" mi disse Giulia con lo stesso tono del mio migliore amico, mettendomi in mano un bicchiere ricolmo del liquido contenuto nella bottiglia stappata qualche minuto prima.
"Va bene. Sto buono" acconsentii dopo qualche istante in cui rimasi a guardare tutti con un leggero broncio dipinto in volto, lasciando, poi, aprire le mie labbra in un sorrisetto.

E...lì, circondato da tutti quelli che mi stavano a cuore tranne uno, mi resi conto del fatto che, come era successo per tutti i mesi precedenti, la sua assenza la sentivo come un peso immane sul petto...

*******

"Ti conviene andare in camera tua, ora. C'è una sorpresa per te. Beh, in realtà due" mi sussurrò Tae nell'orecchio non appena l'euforia del momento fu spazzata via e tutti i presenti ricominciarono a conversare tra loro, più per conoscersi a vicenda che per altro.
"O-okay" gli risposi leggermente confuso, mettendo il bicchiere ormai vuoto sul tavolo e rientrando in casa, incamminandomi con il cuore pieno di ansia e preoccupazioni fino alla mia stanza.

Ma, poi, tutto il mio corpo si rilassò non appena notai il piccolo Yorkshire, probabilmente di solo qualche mese, scorrazzare per il pavimento della mia stanza.

"E tu chi sei?" chiesi un po' al nulla, prendendo tra le braccia il cucciolo e posandolo sul mio letto, dove iniziai ad accarezzarlo con praticamente gli occhi a cuoricino.

E...tutta la mia attenzione fu talmente tanto focalizzata su quello che, poi, sarebbe diventato il mio fantastico cane che non mi accorsi nemmeno che ci fosse un'altra persona nella stanza...

"Si chiama Hope" disse, infatti, una voce fin troppo familiare alle mie spalle, facendomi pietrificare sul posto.
"Speranza?" domandai in tono confuso senza nemmeno girarmi, ricominciando a respirare normalmente solo dopo qualche secondo.
"Sì. Speranza che tu mi possa perdonare".

•Who do you love? {Jikook}•Onde histórias criam vida. Descubra agora