20. Tanto sapevamo che sarebbe finita cosi

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JIMIN

"Sì, Tae. Non preoccuparti. Non appena mio padre ha finito di prendere in ostaggio Jungkook e, quindi, lui tornerà qui, faccio partire la videochiamata su Skype" dissi in tono quasi esasperato, cercando di far capire a Tae che, ormai, era la settima volta che me lo ripeteva e, a meno che non fossi un completo idiota, avevo capito cosa dovevo fare.
"Va bene. Però ricordati che qui sono già le dieci. Sai che per mezzanotte io crollo di solito" mi rispose Tae in tono indifferente, facendomi capire che il fatto che mi avesse quasi portato alla disperazione nervosa non lo toccasse affatto.

Ma, in realtà, Tae si comportava sempre così. Nel senso che faceva finta di essere quello a cui non importava mai di niente, ma, poi, non appena mi sentiva anche solo minimamente strano al telefono faceva di tutto per capire cosa potessi avere e cosa potesse fare lui per aiutarmi.
Solo che non voleva sempre passare per "lo psicologo" o "l'infermiera" della situazione, quindi, il più della volte, nascondeva quel suo lato un po' iperprotettivo sotto la facciata del ragazzo indifferente ed un po' menefreghista.

Ormai lo sapevo. Quindi non mi arrabbiavo nemmeno più quando si comportava all'estremo dell'uno o all'estremo dell'altro suo lato. Tae era fatto così...e sicuramente non avrei mai tentato di cambiarlo.
Altrimenti che razza di migliore amico sarei stato dopo che lui, nonostante tutte le mie poesie depresse ed il fatto che passavo giornate intere a leggere ed a suonare in solitudine, mi ha accettato e capito così come sono sempre stato?

"Certo. Ci sentiamo dopo. Ciao Tae" mormorai con aria sbrigativa, attendendo un ultimo saluto da parte del mio migliore amico e, poi, chiudendo la chiamata ridistendendomi sul letto.
Iniziai ad accarezzare con le dita il lenzuolo nero sotto di me, stringendolo spontaneamente tra le mani al ricordo di quello che fosse successo quella notte.

Beh, effettivamente al ricordo di quello che succedeva tutte le notti, a pensarci bene.

Chiusi gli occhi, rimanendo solamente lì a rilassarmi per qualche secondo, ma, poi, sentii la porta aprirsi, richiudersi e la serratura scattare.
Inutile che vi dico chi mai potesse essere la persona che si prendeva quella libertà come se niente fosse...

"Perchè hai chiuso la porta?" chiesi in tono biascicato, aprendo gli occhi solo dopo essermi messo sui gomiti.
E, beh, mi ritrovai Jungkook a meno di un centimetro dalla mia faccia.
"Secondo te?" mi domandò nel suo solito tono accattivante, abbassandosi, poi, per lasciarmi una lunga scia di baci lungo il collo, dove, poi, prese a mordere un punto con più forza, facendomi mugolare leggermente.

"Kook, smettila. Dobbiamo chiamare Tae, sennò me le sento per tre mesi" mormorai in un mezzo momento di lucidità, tentando di togliermelo di dosso ma, ovviamente, fallendo miseramente.
"Tra quanto va a dormire?" mi chiese lui distrattamente, levandosi la maglietta dalle spalle e prendendo a fare lo stesso con la canottiera nera piuttosto larga che portavo io.

"Due ore, circa" risposi in tono distratto, continuando a passare lo sguardo dai leggeri muscoli che si intravedevano nelle braccia fino a quelli molto più visibili dell'addome esattamente come mi ritrovavo a fare ogni volta che mi si spogliava davanti.
"Allora c'è tutto il tempo del mondo" mi sussurrò nell'orecchio, dandomi una spinta sul petto per rimettermi disteso e, poi, mettendosi a cavalcioni sopra di me, iniziando a sbottonarmi i bermuda.

"Ma..." iniziai a mormorare senza una cognizione di causa, interrompendomi subito dopo.
"Che c'è? Hai intenzione di dirmi di no?" mi domandò in finto tono offeso, non smettendo, però, di svestirmi e, anzi, facendomi scorrere pantaloni e boxer lungo i fianchi per poi lanciarli vicino al letto.

"Sai che non riesco mai a dirti di no" gli risposi solamente, allungando leggermente la mano verso i suoi pantaloncini della tuta tirandone l'elastico.
"Bene, allora" mi disse infine, levandosi con un singolo scatto la parte inferiore dei suoi vestiti e, subito dopo, piazzandosi sopra al mio corpo con aria soddisfatta ed iniziando a passare una mano sulla mia erezione pulsante.

Io, dal canto mio, rimasi solamente lì a contraccambiare il suo sguardo, succube, fin da subito, del suo tocco sul mio corpo.

Degli ansimi piuttosto incontrollati uscirono dalla mia bocca assai in fretta, costringendomi a spostare lo sguardo da Jungkook ed ad inarcare la schiena, muovendo i miei fianchi allo stesso ritmo che stava seguendo lui fino a quando non mi riversai sul mio addome, sporcando leggermente anche la sua mano.

Jungkook fece una piccola risata e si portò le dita alla bocca, iniziando a leccare lentamente, non togliendo il suo sguardo da me nemmeno per un istante.
E...inutile che vi dico che, arrivati a questo punto, praticamente lo pregai a mani giunte di "andare avanti con tutta la meravigliosa situazione", testuali parole del me più arrapato ed eccitato di sempre, praticamente prendendolo per le spalle e posizionandolo tra le mie gambe aperte.

Comunque sì, nel caso in cui ve lo state chiedendo, so di essere sembrato un disperato che non scopava da anni.

Jungkook non esitò nemmeno per un istante ad accontentarmi, ovviamente, ed iniziò a muovere due dita nella mia apertura, sostituendole con il suo membro dopo ben poco viste le mie richieste di farlo sussurrate nel bel mezzo dei gemiti.

Iniziò con delle spinte leggere, per farmi abituare leggermente visto che mi aveva preparato molto poco con le dita, e, poi, quando vide che iniziai a rilassarmi ed a stringere le coperte tra le dita della mano destra, gesto per cui riusciva a prendermi in giro ogni giorno anche se non c'era alcun motivo per farlo, aumentò l'intensità e la profondità delle spinte, posando una mano sul mio ginocchio e facendo forza in modo da aprirmi ulteriormente le gambe.

I nostri gemiti, da quel momento, iniziarono a mescolarsi ed a risuonare in tutta la stanza, concludendosi solo nel momento in cui raggiungemmo l'orgasmo a distanza, l'uno dall'altro, di pochi secondi, mettendoci, poi, distesi uno affianco all'altro a riprendere fiato.

Non appena questo successe, mi accoccolai contro il suo petto, facendo intrecciare le nostre gambe, e chiusi gli occhi, beandomi del contatto dei leggeri baci che iniziò a lasciarmi su tutta la fronte.

*******

Il suono della campanella che indicava che i pasti erano pronti mi riscosse all'improvviso, facendomi alzare di scatto con aria mezza addormentata.
Ma, effettivamente, mi ero proprio addormentato, quindi...

"Ma è già ora di cena?" chiese Jungkook nel mio stesso tono, passandosi le mani tra gli occhi nel tentativo di svegliarsi almeno un minimo.
"Porca miseria" dissi all'improvviso, rendendomi conto di cosa comportava quell'orario, alzandomi di scatto dal petto di Jungkook ed allungandomi per prendere il più rapidamente possibile il telefono sul comodino.

"Che succede?" mi domandò lui con leggera preoccupazione, girando la testa verso di me cercando di incontrare il mio sguardo.
"Tae" risposi solamente, andando sulla mia chat con lui e scrivendogli un enorme messaggio di scuse.

"Tanto sapevamo che sarebbe finita così. E credo anche Tae" mi disse Jungkook con leggerezza, andando a recuperare i nostri vestiti dal pavimento e lanciando i miei accanto al mio corpo.
"Mi sono appena scusato. Domani ricordiamoci di chiamarlo, altrimenti prima uccide me e, poi, se è ancora arrabbiato passa a te" lo avvisai dopo averlo ringraziato, iniziando a vestirmi con rapidità.

"Va bene. Vedrò di fare la persona responsabile e di ricordarmene" mi rispose lui in finto tono serio, scoppiando, infatti, a ridere subito dopo.
"Sei proprio un idiota" commentai io in tono seccato, non riuscendo, però, a non fare un piccolo sorrisetto tra me e me.

"Ma questo idiota ti piace" puntualizzò Jungkook, rivolgendomi un'occhiata divertita e finendo di rimettersi addosso tutti i suoi vestiti.
"Sai, questo idiota sa scopare veramente bene. Scherzo, ovviamente...non sto con te solo per questo".
"Contribuisce, però" concluse lui in tono ironico, rimanendo poi a fissarmi a braccia incrociate e con la sua solita espressione provocatoria dipinta in volto.

"Dai, smettila che dobbiamo andare giù a cena" fu l'ultima cosa che gli dissi prima di dargli un leggero bacio sulle labbra ed affrettarmi verso il piano inferiore, dove salutai i miei genitori con la solita cordialità che riservavo abitualmente loro come se assolutamente niente fosse.
Ma, ormai, dopo praticamente un mese che nascondevo i miei sentimenti per Jungkook davanti ai loro occhi, anche se con scarsi risultati con mia madre, ci avevo fatto l'abitudine...

•Who do you love? {Jikook}•Where stories live. Discover now