32. Bello il letto

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JIMIN

"Quanto dura il viaggio?" chiesi con estrema tranquillità nel momento esatto in cui Jungkook ed io ci accomodammo nei due posti, che avevamo prenotato, del Frecciarossa, osservando ancora una volta la stazione di Roma Termini prima che il treno iniziasse la sua corsa.
"Dovresti saperlo tu quanto ci sta un treno a fare Roma-Firenze. Io, ti ricordo, sono coreano" mi rispose lui in tono divertito, rimarcando la sua provenienza per la millesima volta da quando l'avevo visto arrivare a Roma.

Peccato che, di solito, non lo facesse con me visto che, insomma, avevo un'idea molto chiara di dove vivesse...

"Perchè? Io no?" gli domandai infatti, dandogli un leggero pugno sul braccio quasi a rimbeccarlo.
"Hai capito che intendo" mi disse con finta aria seccata ed ovvia, lasciando, poi, aprire le sue labbra in un piccolo sorriso sincero, che mi affrettai a ricambiare.

"Non ti scoccia se mi metto a dormire, vero?" gli sentii chiedermi dopo svariati minuti di silenzio, scuotendo leggermente la testa e lasciandolo appoggiarsi sulla mia spalla per appisolarsi.

Fu già quando percepii i respiri di Jungkook farsi lenti e regolari che, guardando i nostri biglietti, mi resi conto che quel piccolo viaggio sarebbe durato solamente un'ora e mezza.
Ma...in quel momento il ragazzo seduto di fianco a me era così carino ed indifeso che mi sarei sentito in colpa a svegliarlo...

*******

"Dovevi svegliarmi qualche minuto prima, non quando il treno si era già fermato!" mi urlò dietro Jungkook nel momento in cui uscimmo dalla porta laterale del treno, guardandoci attorno nel tentativo di trovare l'uscita di quella stazione immensa.
"Kook, stai calmo. Avevano annunciato che il treno sarebbe stato fermo a questa stazione per dieci minuti, per questo ti ho lasciato dormire fino all'ultimo" gli risposi con tranquillità, facendogli un cenno con la mano in modo che notasse i numerosi cartelli con la scritta: "Uscita" sparsi per il binario dove eravamo finiti.

Li seguimmo con attenzione fino a ritrovarci all'esterno dell'edificio, fermandoci solo quando raggiungemmo la zona riservata al passaggio di taxi ed autobus.

"Che stai facendo?" chiesi a Jungkook in tono un po' confuso nel momento in cui lo vidi accomodarsi sulla panchina lì presente, prendendo il telefono tra le mani ed iniziando a scorrere con noia la schermata di Instagram.
"A-aspetto che arrivi un taxi" balbettò lui con insicurezza, alzando lo sguardo dal cellulare e rivolgendomi un'occhiata dubbiosa.

"Ecco, qui...se il taxi lo si aspetta lì seduti, ci si sta fino a dopodomani. Bisogna fare come quelle due ragazze lì" gli spiegai in tono divertito, percependo il suo leggero imbarazzo dopo le mie parole come "estremamente carino", ed erano rare le situazioni in cui la prima parola che mi veniva in mente guardando Jungkook fosse carino, e, poi, prendendogli il mento per fargli osservare le due ragazze che stavano gridando: "Taxi!" sbracciandosi da qualche minuto.

"Buono a sapersi. Mettiamoci a fare come loro, allora" concluse dopo un po', rialzandosi e posizionandosi sul ciglio del marciapiede per iniziare la sessione di "urla nei confronti dei guidatori di taxi".

Chiamata così solamente da me, ovviamente.

Alla fine, rubandolo alle ragazze accanto a noi che, infatti, ci hanno insultati con le peggio parole possibili, riuscimmo a salire su un dannatissimo taxi ed arrivare vivi fino all'albergo, entrando, poi, dall'ingresso principale e dirigendoci fino alla reception con estrema calma, mettendoci in coda dietro ad una coppia piuttosto anziana.

"Riesci a fare da solo?" mi chiese improvvisamente Jungkook, facendomi sobbalzare e, poi, annuire ripetutamente con la testa.
"Grazie" mi rispose con uno dei suoi sorrisi sinceri dipinti in faccia, incamminandosi verso una delle porte laterali alla hall.

"E dove stai andando, scusa?" gli domandai non appena mi accorsi di questo gesto, prendendolo per un braccio in modo da riuscire a trattenerlo per ancora qualche istante.
"Da quella porta finestra si vede un enorme giardino. Voglio capire come ci si arriva, che magari trovo qualche nuovo fiore interessante da poter suggerire a tua madre per la serra" mi spiegò in tono calmo e leggero, alzando, poi, le spalle.
"Allora okay" conclusi rapidamente, lasciando la presa sul suo braccio e guardandolo camminare, soffermandomi sul modo in cui i jeans gli fasciassero perfettamente le cosce, fino a quando non lo vidi scomparire oltre al muro di cemento.

Dopodichè, aspettai svariati minuti prima di poter iniziare il check-in, pensando alla prima volta in cui Jungkook mi aveva detto che ci aveva messo tanto a tornare in camera perchè mia madre gli aveva mostrato tutta la nostra serra, da cima a fondo.

Non avrei mai pensato che, poi, si sarebbe appassionato di tutti quei fiori fino ad arrivare al punto di farci trascorrere il nostro tempo libero in compagnia di essi, trattandoli con cura e le giuste dosi di acqua.
Diciamo che Jungkook si è rivelato una persona con un ottimo pollice verde...

"Signore, mi scusi, è il suo turno" sentii dire improvvisamente davanti a me, risvegliandomi dai miei pensieri.
"Certo. Mi scusi lei" mormorai in tono imbarazzato, avvicinandomi al banco e lasciandole i documenti sia miei che di Jungkook.

Non appena tutta l'operazione fu completata mi diressi verso il fantomatico giardino, recuperando Jungkook, che stava accarezzando i petali di una petunia, e dirigendoci, poi, verso la nostra stanza.

"Hai visto qualcosa di interessante?" gli domandai non appena le porte dell'ascensore si chiusero, voltandomi nella sua direzione e mettendogli in ordine una ciocca di capelli ribelle.
"No, tutte cose che abbiamo anche noi a casa" mi rispose lui scuotendo la testa, causando, dentro di me, un piccolo colpo al cuore alle parole "noi" e "casa".

Peccato che, però, poi mi ricordai del fatto che lui non ci sarebbe più tornato a casa con me dopo quel week-end...

"Sei pronto per vedere la stanza?" mi chiese Jungkook all'orecchio improvvisamente, prendendomi per mano e trascinandomi, quasi di corsa come se fossimo dei bambini, fino alla porta corrispondente a quella del numero segnato sulla chiave elettronica, aprendola subito dopo.

Rimanemmo a bocca aperta per qualche istante, guardandoci attorno, senza, però, lasciare la presa sulle nostre rispettive mani.
Solo dopo svariati secondi i nostri sguardi si incrociarono di nuovo, lasciando spazio alle parole che sapevo già Jungkook avrebbe detto.

Ormai lo conoscevo troppo bene per non saperlo.

"Bello il letto" sussurrò solamente, iniziando a camminare e facendomi indietreggiare fino a quando non dovetti sedermici sopra, scivolando, poi, all'indietro e lasciandolo sovrastarmi con il suo corpo.
"Guarda che non lo facciamo già adesso" lo avvisai in tono serio, puntandogli l'indice addosso.

"Sei sempre un guastafeste!" esclamò Jungkook in tono seccato non appena capì che non stavo scherzando, spostandosi, poi, per distendersi al mio fianco.
"Comunque...io mi sto continuando a chiedere come fai a passare dalla modalità: "Che belli i fiori" a questa in cinque secondi" gli dissi dopo qualche secondo di silenzio, facendolo scoppiare a ridere.
"Talento naturale" mi rispose solamente, chiaramente facendo iniziare a ridere come un cretino anche me.

"Sono felice di essere qui con te" mi sussurrò nell'orecchio, in tono molto più serio, nel momento in cui riuscimmo a ricomporci, stringendomi, poi, tra le braccia.
"Anche io, Kook. Sul serio" gli risposi con un tono di voce non propriamente controllato, aggrappandomi ai suoi vestiti a mia volta, non lasciandolo andare per un po'.

Forse perchè quelli erano gli ultimi momenti così che potevo permettermi...

SPAZIO AUTRICE:

Grazie per le 12mila letture🥺❤️.

•Who do you love? {Jikook}•Where stories live. Discover now