41. Abbracciami, per favore

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JIMIN

"Quindi sei sicuro che sia tutto apposto?" mi chiese Jungkook, per telefono, in tono leggermente preoccupato, praticamente considerandomi un buono a nulla che non sapeva nemmeno comprare due biglietti aerei per Seoul.

"Kook, sai vero che io devo solo presentarmi all'aeroporto con i biglietti in mano ed aspettare di atterrare, vero? Quello che doveva occuparsi di tutto sei tu" gli risposi con scetticismo, aggrottando leggermente la sopracciglia sebbene sapessi che lui non mi potesse vedere.
"Sì, lo so. Solo che...abbiamo praticamente "sognato" questo momento per tre mesi e...voglio sia tutto perfetto. Per questo ti sto chiedendo dei biglietti. Sicuramente non perchè ti ritengo un idiota" mi spiegò con un filo di imbarazzo, facendomi sorridere praticamente in automatico.

Perchè...beh, Jungkook era più o meno tutto quello che ho sempre creduto di volere dall'amore fin da quando avevo capito che mi piacevano i ragazzi.

"In questo caso, stai tranquillo. Sarò fantastico nel fare la mia piccola, ma importante, parte" lo rassicurai dopo qualche secondo di silenzio, ottenendo una leggera risata divertita da parte sua come risposta.
"E tu, invece? Hai fatto tutto "il programma settimanale" di cui mi hai parlato ieri?" gli domandai in finto tono di scherno, non riuscendo, però, a non sentir scaldarmi il cuore al pensiero che lui stesse facendo tutto questo solamente per me.

"Allora...Nam ci ha fatto il grande favore di affittare un appartamentino in una zona di periferia, dove ne è pieno, a nome suo, per non destare sospetti. Sono andato a vederlo oggi e...credo che ti piacerà molto. C'è tutto quello di cui abbiamo bisogno, partendo dal cibo arrivando alla connessione internet per vedere Netflix o, se sei nella tua fase bambinesca, Disney Plus.
Quindi...staremo più che altro lì, sempre per non rischiare che qualcuno dica a mio padre che mi ha visto in giro con uno "che lui non conosce" ed inizi a fare supposizioni che, effettivamente, corrisponderebbero alla verità" mi spiegò in tono controllato ma allo stesso tempo spaventato ed arrabbiato, facendomi capire che, da una parte, il fatto che dovessimo "nasconderci" non gli andava a genio, ma anche che, dall'altra, era l'unico modo che avevamo per passare almeno un po' di tempo insieme.
"Okay, va bene" gli risposi usando appositamente un'aria felice. Giusto per non dargli ancora più preoccupazioni di quante già ne avesse.

"Insomma...ci vediamo tra tre giorni, allora" realizzò lui dopo qualche secondo di silenzio, facendomelo immaginare con il suo solito sorrisetto stupito dipinto in faccia.
"Già. Finalmente. Fino ad allora...passa un Buon Natale".
"Anche tu. Ora devo andare. Ci sentiamo dopo per messaggio. Ti amo" mi disse con aria sbrigativa praticamente ancora prima che avessi finito di parlare, facendomelo salutare in velocità.

Probabilmente era ritornato suo padre a casa...

Feci un piccolo sospiro di soddisfazione per il fatto che, comunque, ero riuscito a sentirlo per più di due minuti, chiudendo la telefonata e decidendo di posare il telefono accanto al libro che stavo leggendo poco prima che Jungkook mi chiamasse.

Ma, purtroppo, non ebbi nemmeno il tempo materiale di compiere questo gesto che esso squillò nuovamente, costringendomi a rispondere senza nemmeno guardare chi fosse visto che mi prese completamente alla sprovvista.

"Ehy, Minie. Meno tre giorni" sentii dire all'istante dalla voce cinguettante di Tae, ritrovandomi a sorridere un po' per il nulla.
"Esatto. Sono...eccitato, mettiamola così" gli risposi dopo essermi ricomposto un attimo, girando lo sguardo alla mia destra per notare come avessi cerchiato ripetutamente il 27 dicembre sul mio calendario, mettendo un milione di cuori e scrivendo Jungkook una cosa come sette volte.

"Aspetta, in che senso?" mi chiese lui in finto tono confuso, avendo capito benissimo a cosa mi stessi riferendo ma decidendo di giocare, con allusioni sessuali, come il suo solito.
"Tae..." lo rimbeccai un po' scocciato, lasciando, però, andare una risata durante le sue parole successive.

"Okay, la smetto. Ma...invece, per quando poi vieni da noi, è tutto apposto? Hai capito dove devi venire e come devi muoverti?" cambiò immediatamente argomento, ponendomi quella domanda con un'aria preoccupata molto simile a quella che aveva usato Jungkook.
"Ho appena chiuso la chiamata con Kook per chiarire le ultime cose...ed ora arrivi tu a farmi la sua stessa identica domanda" gli rivelai infatti, cercando di mascherare la risata un po' inadeguata, vista la situazione, che avevo a fior di labbra.

"Davvero?".
"Sì, comunque...ho capito tutto, tranquillo. Il due prendo l'autobus fino a Busan, uso il navigatore per fare i duecento metri dalla stazione delle corriere fino al tuo appartamento e, poi, il sei il tuo coinquilino Yoongi mi riporta in aeroporto a Seoul per tornare a casa".
"Tutto in regola, direi" fu il suo commento, espresso con leggerezza.
"Sì. Quindi, come ho detto anche a Kook, non serve che ti preoccupi" ribattei aspettando qualche secondo per parlare, rimarcando le ultime parole.
"Va bene. Ti ascolterò. Non vedo l'ora di vederti".
"Anche io".

Dopodichè, ci salutammo rapidamente e chiudemmo la chiamata, ritornando entrambi alla nostra routine.
Solo che, perso com'ero nel pensiero che tre giorni dopo avrei rivisto quello che credevo già allora essere l'amore della mia vita, diciotto anni o no, non riuscii a fare veramente niente di produttivo...

*******

Camminai con un'ansia euforica addosso dall'uscita del gate fino all'enorme sala principale dell'aeroporto, guardandomi attorno con meraviglia e stupore.

Insomma, non mi ricordavo che quel posto fosse così grande...

Ma, forse, numerosi anni prima non era a quello che stavo prestando attenzione, quanto, piuttosto, al dovermi trasferire a numerosi chilometri di distanza da quella che era sempre stata casa mia.

Poi, però, il mio sguardo finì a cercare quello della persona che stavo aspettando di vedere da mesi, riuscendo a trovarlo dopo qualche istante.
Feci un sorriso sincero e colmo di gioia, avvicinandomi a Jungkook con calma e tranquillità, appositamente per non dare nell'occhio visto che sapevo già, senza nemmeno che lui me lo dicesse, che non avrei dovuto farlo.

"Ciao" gli dissi solamente non appena fummo abbastanza vicini, stringendo la maniglia della valigia nella mano nel tentativo di frenare i battiti accelerati del mio cuore alla sua sola visione.
"Ciao" mi rispose con voce soave e dolce, accennando ad alzare la mano per sfiorarmi il viso, ma, poi, riabbassandola prima di poter compiere questo gesto.

E, poi, da lì si aprirono numerosi secondi di silenzio, che vennero colmati solo nel momento in cui riuscii a leggere il labiale di Jungkook.

"Abbracciami, per favore" mormorò silenziosamente, ottenendo come reazione da parte mia il fatto che mi avventassi su di lui con foga, beandomi di poterlo stringere nuovamente tra le mie braccia per più di qualche secondo.
E...mi sarei sentito piuttosto stupido, a compiere quel gesto sotto gli occhi di tutte le persone presenti in quell'edificio, se Jungkook non avesse ricambiato la mia stretta con altrettanta necessità...

SPAZIO AUTRICE:

Grazie per le 18mila letture🥺❤️.

•Who do you love? {Jikook}•Where stories live. Discover now