34. Non voglio che te ne vai

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JIMIN

Ci staccammo l'uno dall'altro solo quando le porte dell'ascensore si aprirono, camminando fino alla nostra stanza con nonchalance ed a qualche passo di distanza.

Non appena chiusi la porta della nostra camera alle mie spalle mi avventai nuovamente sulle labbra di Jungkook, talmente forte da farci cadere sul letto con un piccolo tonfo, ottenendo come reazione un lamento proveniente dalla bocca di quest'ultimo.

"Che hai?" gli chiesi confuso, allontanandomi leggermente da lui e facendo incontrare i nostri sguardi.
"Niente, è che ho preso una ricalcata sulla schiena" mi rispose con aria divertita, lasciando aprire le sue labbra perfettamente disegnate in un sorrisetto dei suoi.

"Che ci puoi fare? Ormai sei vecchio per questi voli spericolati" ribattei a mia volta, prendendolo un po' in giro giusto per soddisfazione personale. Visto che, il più delle volte, succedeva sempre il contrario...
"Ma, direi, che non sono troppo vecchio per qualcos'altro..." mi rispose con aria accattivante ed allusiva, ribaltando rapidamente le nostre posizioni ed aprendomi le gambe, in modo da mettercisi in mezzo, con la mano destra.

Dopo avermi rivolto un piccolo sorrisetto provocatorio mi alzò leggermente la maglietta, iniziando a lasciare una scia di baci lungo il mio petto, il tutto spingendo leggermente con i suoi fianchi verso i miei, facendo scontrare le nostre erezioni da sopra il tessuto dei jeans.

"Spogliami. Fai veloce" mormorai dopo qualche secondo, trattenendo un ansimo tirandogli leggermente i capelli.
"Siamo impazienti oggi, eh?" fu la sua risposta, pronunciata in tono estremamente soddisfatto, prima di compiere il gesto che gli avevo chiesto di eseguire qualche secondo prima, lasciandomi fare lo stesso con lui.

Lo guardai solamente per due secondi prima di spingerlo con le spalle al muro, o meglio alla testiera del letto, avvicinandomi pericolosamente con la bocca al suo interno coscia, dove lasciai dei baci praticamente roventi prima di concentrarmi sul suo membro.

Ne giocai con la punta attraverso dei movimenti di lingua, inglobando tutta la sua lunghezza nella mia bocca quando sentii la mano di Jungkook posizionarsi tra i miei capelli, tirandoli in relazione al ritmo che avevo assunto.

"Cazzo, Jimin..." lo sentii mormorare dopo qualche minuto, facendo seguire a queste parole un gemito roco.

Tentò di spostarmi, e quindi di farmi smettere di compiere quell'atto, prima di raggiungere l'orgasmo, ma la sua debolezza momentanea giocò a mio favore, consentendomi di continuare fino a quando Jungkook non si riversò nella mia bocca, guardandomi con lussuria ed avidità quando ingoiai il suo seme senza interrompere il nostro contatto visivo.

"Distenditi" mi ordinò all'improvviso, posizionandosi sopra al mio corpo, già pronto per riceverlo, nel momento in cui eseguii il suo comando.

"Sei pronto?" chiese dopo qualche secondo, muovendosi in modo da far sfiorare con la punta del suo membro la mia apertura e, quindi, farmi impazzire lentamente.
"Non mi pare che sia la prima volta. Sai, effettivamente ormai ho perso il conto..." gli risposi con aria sbrigativa prima di lasciarmi scappare un leggero ansimo, sperando, dentro di me, che Jungkook decidesse di darsi una mossa.

"Ti pare che sia il caso di parlarne adesso?"
"No, infatti".

Il mio ragazzo scelse di prendere quella mia affermazione come un invito a proseguire, decidendo, così, di smetterla di tormentare il mio orifizio dall'esterno e, invece, penetrandolo ripetutamente con il suo membro.
Le sue stoccate secche e profonde mi fecero inarcare la schiena portando la testa indietro, mentre cercavo, inoltre, di trattenere tutti i suoni poco casti che mi stavano spuntando a fior di labbra.

"Voglio che urli se devi. Non mi interessa se quelli di la ci sentono" mi sentii sussurrare improvvisamente nell'orecchio, percependo, poi, i denti di Jungkook sul lobo del mio orecchio e la sua mano a percorrere tutta la lunghezza del mio membro ancora duro.

E...inutile che vi dico che dopo quelle parole mi lasciai andare parecchio, boccheggiando alla ricerca di aria e percependo una sensazione di tremore diffuso, specialmente alle gambe, quando raggiunsi l'apice del piacere, riversandomi sul mio addome e sulla mano di Jungkook con un ultimo gemito strozzato.

Quest'ultimo mi seguì a ruota qualche spinta più tardi, mormorando qualche parola incomprensibile e, poi, stendendosi al mio fianco con fatica.

Passò qualche minuto di silenzio, nei quali nessuno dei due osò fare assolutamente niente se non accennare delle piccole carezze sul corpo dell'altro.
E fu in quel momento, ovvero quando ormai tutta l'eccitazione e la foga momentanea erano sparite, che mi tornò alla mente il motivo per il quale qualche ora prima non riuscivo a tirare fuori un sorriso sincero.

"Non voglio che te ne vai" mormorai con voce mezza rotta all'improvviso, voltando il viso nella sua direzione ed assumendo, automaticamente, un'espressione ancora più malinconica nel momento in cui lo sentii irrigidirsi.
"Jimin..." mi rispose lui solamente, non sapendo, però, come andare avanti e, quindi, finendo per guardarmi con la mia stessa espressione, stringendomi un po' di più, però, tra le sue braccia.

"Non c'è nessun modo per farti rimanere?" gli chiesi ancora, sollevandomi per mettermi seduto e torturandomi le mani nell'attesa di una risposta.
"Sai bene che devo tornare in Corea da mio padre e dal suo controllo maniacale" mi disse Jungkook con tristezza ed amarezza, prendendo le mie mani tra le sue per evitare che mi distruggessi le pellicine intorno alle dita.

"Perchè devi farlo se odi tutto questo?" domandai in tono rassegnato, ormai avendo capito che discutere sul cercare di farlo restare in qualsiasi modo non avrebbe portato da nessuna parte.
"Perchè è quello che si aspetta da me" mi spiegò lui in aria consapevole, lasciando, poi, andare un piccolo sospiro.

"Mi mancherai così tanto..." sussurrai con le lacrime agli occhi, aggrappandomi alla sua schiena e stringendolo con forza, cercando di non singhiozzare perchè, altrimenti, Jungkook mi avrebbe reputato un piagnucolone sensibile.

Cosa che, in realtà, sono sempre stato, ma sorvoliamo su questo argomento...

"Vestiti" mi disse lui all'improvviso, alzandosi dal letto nonostante fossi ancora appigliato a lui e mettendomi giù, assicurandosi che i miei piedi toccassero il pavimento, nel momento in cui realizzai cosa stesse succedendo.
"Cosa? Perchè?" domandai in tono confuso, aggrottando le sopracciglia e prendendolo per il mento, girandogli la testa verso di me, in modo da poter intercettare i suoi occhi.

"Perchè non voglio farti passare l'ultima notte con me nel letto a disperarti" mi rispose con un filo di imbarazzo, stringendosi tra le spalle ma, poi, suggerendomi nuovamente di rivestirmi.

"E dove mi porti?" gli chiesi subito interessato, prendendo i miei vestiti dal pavimento e rivestendomi con estrema calma, senza riuscire ad evitare di rivolgere qualche occhiata molto interessata al suo corpo ancora seminudo.
"Sul Ponte Vecchio ti porto" disse con aria compiaciuta, quasi elogiandosi da solo per l'idea che si era fatto venire in mente.

Non che fosse una novità, ma...passiamo avanti.

"A fare cosa?".
"Niente".

Il tono con cui lo disse fu così...spensierato e sereno che mi fece fare una piccola risata e, poi, sorridere spontaneamente, sentendomi subito molto più leggero nonostante sapessi che quello che mi stava tormentando non era semplicemente sparito nel nulla.
Ma...quel "niente" pronunciato nel suo bellissimo tono divertito mi aveva risollevato ed alleggerito l'umore in pochi secondi. E, forse, sempre quel "niente" era quello di cui avrei avuto bisogno per tutta la vita...

SPAZIO AUTRICE:

In mia discolpa, non mi ricordavo di aver scritto una smut...così🙈😂.

•Who do you love? {Jikook}•Where stories live. Discover now